COME USCIRE DALLA CRISI? di RICCARDO LALA – PARTE 3
Proseguendo nell’attuazione dei propri fini statutari, http://www.rinascimentoeuropeo.org/statuto/Statuto.pdf, RINASCIMENTO EUROPEO ha creato, sul proprio sito web www.rinascimentoeuropeo.org, uno spazio interamente destinato a raccogliere scritti e riflessioni su temi d’interesse generale che rientrino nelle finalità dell’Associazione.
* * *
6. L’attrattività della Via della Seta
La retorica degli aiuti pervenuti all’Italia e ad altri Paesi europei in difficoltà, per quanto forse esagerata, corrisponde a quello che vorremmo sentire esprimere dai nostri vicini e concittadini europei; “L’amicizia è un’anima in due corpi” (“filìa estì mia psyché en dysì sòmasi enoikoumène”: Aristotele citato testualmente sui cargo sbarcati ad Atene) “Dalla Russia con amore”; …
Quanto alla prima frase, era passata in Cina attraverso l’omonima opera (交友论) di Matteo Ricci:“….Il grande regno di Europa è regno di discorsi fondati nelle ragioni: desidero sapere quello che loro sentono della amicitia’. Io, Matteo, mi raccolsi per alcuni giorni in luogo secreto e raccolsi tutto quanto avevo udito di questa materia desde la mia fanciullezza e feci il seguente libretto”.
Anche la meccanica dell’ aiuto russo è tutta una simbologia: “dalla Russia con amore” è l’impresa di un agente segreto, così come i medici inviati sono ufficiali medici dell’ Armata Russa, in missione speciale; gli aerei sbarcano a Pratica di Mare come i grandi del G7 quando Berlusconi, appunto nello “Spirito di Pratica di Mare” aveva invitato a un’alleanza fra Russia e Occidente; Pratica di Mare è il luogo dove sarebbe sbarcato Enea, per gettare le basi della nuova Troia: Roma. Insomma, come aveva profetizzato Dostojevskij, la Russia salverà l’ Europa. D’altronde, al tempo del terremoto di Messina del 1908, era stata la flotta russa ad arrivare in soccorso, prima di quella inglese (ultima quella italiana).
Il Ministro degli Esteri Di Maio ha risposto con una parallela, ma efficace, retorica: “Il popolo italiano sarà eternamente grato al popolo russo”, pronunziata all’ aeroporto, accogliendo il generale al comando dell’ operazione.
Dopo la fine dell’epidemia, la Cina sta già ripartendo con i magazzini pieni di attrezzature mediche, con i data base pieni di dati epidemiologici, con le fabbriche che devono riprendere i rapporti di fornitura, ma anche con le casse non ancora esaurite. Certamente avrà tutta l’opportunità, a mano a mano che l’epidemia passerà, di riprendere con più vigore gli investimenti lungo la Via della Seta. L’Italia si era già incamminata sulla strada degl’investimenti congiunti in Paesi Terzi. Solamente, il famigerato MOU era stato incredibilmente depotenziato per ottemperare ai diktat americani, e, poi scarsamente attuato anche per la parte rimanente. Si tratterebbe ora di concretizzare il reciproco goodwill maturato durante l’epidemia, per finalizzare operazioni più sostanziose e più paritetiche. Per esempio, che ne è della ventilata cessione della tecnologia dei 5G a dei concorrenti da parte di Huawei? Perché non acquisirla noi (per esempio come TIM), per poi metterla in joint venture con Nokia ed Erickson, per creare un nuovo polo europeo?
7. L’Europa delle Patrie” è favorevole ai progetti europei.
Scrive Bradanini che la critica attuale costruzione europea , e addirittura il progetto di smantellare l’ attuale Unione, all’ dovrebbe essere condivisa da tutti, indipendentemente dalle rispettive preferenze circa il futuro assetto dell’ Europa.: ”Si tratta di un obiettivo che andrebbe perseguito sia da coloro che sono contrari a ogni genere di aggregazione europea, sia da coloro che sono a favore di un’Europa Confederale, e infine sia da coloro che – seppure meno realisticamente – si battono per un’Europa Federale. Una volta smantellato l’attuale assetto privo di democrazia e distruttore di benessere, allora ciascuno potrà battersi, facendo tesoro di questa tragica lezione, per i suoi obiettivi. ” Secondo me, Bradanini ha dimenticato ancora almeno tre soluzioni:
a) la ristrutturazione complessiva dell’attuale situazione di “multi-level governance” (ONU, NATO, OCSE, Consiglio d’ Europa, UE, Stati membri, Regioni, Città), propugnata da Diàlexis nel suo libro “100 idee per l’ Europa”;
b) la “Repubblica Europea” quale proposta da Ulrike Guérot nel suo libro “La nuova guerra civile” edito da Alpina nel 2018;
c) l’ “Europa delle Patrie” propugnata a suo tempo da De Gaulle e ripresa (senza dirlo) dal Rassemblement National di Marine Le Pen.
A mio avviso, la contrapposizione fra “Europa delle Patrie” e “Europa Federale” fomentata ai tempi di De Gaulle (ma anche dallo stesso Generale), è sempre stata artificiosa e pretestuosa. Il cosiddetto “metodo intergovernativo”, seguito sempre di fatto dall’ Unione, e non l’“Europa delle Patrie”, è la forma estrema del funzionalismo. E’ sotto De Gaulle che si sono realizzati gli unici “campioni Europei”realmente esistenti : L’Agenzia Spaziale Europea, l’ Ariane, l’Airbus. Sotto l’Unione, nessuno, anzi, si è depotenziata l’EADS, facendola ritornare allo stato di Airbus.
L’”Alliance des Nations Européennes” è un formidabile « fascio » di progetti europei, dalla difesa, all’ ecologia, al digitale. La realtà è che qualunque iniziativa nei settori vitali, essendo basata sui big data e sull’ intelligence, richiede enormi economie di scala: la lotta all’ epidemia, il Word Wide Web, la conquista dello spazio. Perciò, anche coloro che non vorrebbero l’Europa unita, sono costretti, se sono seri, a volere i progetti europei. Poco importa se i soggetti giuridici che li realizzano siano società di capitali (come Airbus) o consorzi (come Eurofighter), pubblici (come l’ESA) o privati (come Ariane), civili (Come le Università Europee) o militari (come DARPA): l’importante è che li facciano, e che quindi siano forniti per i mezzi per farli. In ogni caso, a oggi, imprese “federali” come quelle che aveva suggerito Galimberti nella sua bozza di costituzione non ce ne sono. A rigore, un’”alleanza delle nazioni europee” che, sotto forma di “progetti europei”, realizzasse tutto ciò che l’Unione Europea non ha mai fatto (Accademia Militare e Accademia Digitale; Re-skilling digitale; intelligence europea; esercito europeo; agenzia tecnologica europea; Via della Seta,campioni europei), sarebbe certo più europeista dell’attuale Unione.
8. Che dire dell’Euro?
I critici dell’Europa se la prendono tutti con l’Euro, che indubbiamente non ha realizzato i miracoli ch’erano stati promessi, ma non ha neppure provocato i danni che si dicono. E’stato neutro. Il guaio dell’Euro è proprio la sua neutralità. Ora, nessuno può permettersi di essere neutrale, in un momento, come il nostro, di guerra senza limiti. Non s’è mai vista una moneta che ha l’unico obiettivo di non svalutarsi. Certo, per poterlo utilizzare come strumento di politica economica occorre qualcuno che lo manovri. Che non può essere un aeropago di superburocrati e gerontocrati, per quanto bravi, continuamente “tirati per la giacca” da tutti, con risultati alquanto confusi. Bradanini propone, in alternativa, di stampare lire: “In particolare, i biglietti di stato a corso legale senza debito costituirebbero un salto quantitativo e qualitativo decisivo, consentendo allo Stato di creare tutta la moneta necessaria all’economia per riprendersi, senza dover gestire le obiettive complicazioni che un’eventuale uscita unilaterale dall’euro implicherebbe”.
A me sembra invece che la questione dell’Euro sia in via di superamento con l’emissione di monete elettroniche. In Cina si fa tutto con Alipay (compreso il tracciamento dei malati di coronavirus): fra breve, chi emetta i biglietti di banca diverrà irrilevante. Per ora, sul piano sperimentale, perché qualche Stato membro (per esempio, l’ Italia), non emette una sua valuta elettronica?
Certo, anche questa soluzione ha i suoi inconvenienti: come nel caso della Banca Romana (ex banca dello Stato Pontificio), a cui il Regno d’Italia aveva dimenticato di togliere il diritto di battere moneta. Tutto era finito con la speculazione edilizia, le bancarotte, i processi e una crisi di governo.Ma, di fronte a tutto ciò che sta succedendo, sarebbe il male minore.
Resta la questione della politica economica. I detrattori dell’ Euro, e i sostenitori del sovranismo, sostanzialmente rimpiangono i tempi in cui l’Italia (come gli altri Paesi europei), si facevano concorrenza con l’inflazione. Certo, l’inflazione è un potente strumento di mobilitazione sociale, ma non può essere l’unico motore dell’ economia. Una “economia sostenibile” è un’economia fondata su un’idea chiara dell’ uomo e su programmi con un orizzonte strategico, una politica economica a lungo termine, imprese solide e innovative con piani pluriennali, progetti ambiziosi a medio termine, una classe dirigente e una forza lavoro qualificata, motivata e stabile.
Tutto questo lo dovranno realizzare comunque città, regioni, Stati, Europa ed Eurasia, tutti insieme, anche se la responsabilità prevalente dovesse spostarsi da un soggetto all’ altro. L’importante è che qualcuno lo faccia, infine.
* * *
Autore: Riccardo Lala
Titolo: Come uscire dalla crisi?
Data di pubblicazione: 4 aprile 2020
Articolo pubblicato contemporaneamente su “alpina diàlexis” (http://alpinasrl.com)



