MES, coronavirus e riflessioni storiche

Redazione – Chiusi in casa, attendiamo che l’oracolo ci riveli cosa succederà. Sentiamo dire che la fase due sarà costituita da due fasi. Che ne usciremo presto, ma non si sa quando ne usciremo. Che uno più uno è sia uguale sia diverso da uno. Per farla breve, non ci si riesce a capire un accidente.
Nel frattempo, tante persone si sono ammalate. Le persone sono morte senza sentire l’affetto dei loro cari. Alle persone che hanno patito lutti è negato l’accompagnare i loro parenti ed amici per dare loro l’ultimo saluto.
Il Parlamento (si, quelli che abbiamo votato e che sono stati eletti) non si sa esattamente che cosa faccia. O, meglio, si trovano per lavorare, ma praticamente nessuno, che si occupi di informazione, se li “fila” in maniera continuativa. Il Presidente del Consiglio regala dirette facebook del sabato sera anche per farci catechismo (dopo che si era criticato Salvini per aver pregato in TV, il Presidente del Consiglio ci ha fatto la catechesi pasquale).
La Protezione Civile, alle 18 (si dovrebbe dire “puntuale come la morte), ci snocciola numeri di morti, attualmente contagiati, totali contagiati e così via. Grazie ad una Legge del 2018, questi signori fanno lo show. Nel frattempo, il personale sanitario lavora incessantemente. Praticamente tutti, per precauzione, non possono più vivere a contatto diretto con le loro famiglie, riabbracciare mariti, mogli, figli. Li possono giusto vedere, da lontano, per non rischiare di contagiarli. Dormono e vivono, separati in casa.
Tutto il mondo è colpito. La grande soluzione italiana per le imprese è stata quella di dare accesso a prestiti. Bene. Arriva il “decreto liquidità“. Si tratta di 400 miliardi per le imprese (200 miliardi per le imprese e 200 miliardi per l’export). Il finanziamento dello stato passa da SACE (che è società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti). Cassa Depositi e Prestiti, nel frattempo, è società controllata dal Ministero delle Finanze e da diverse Fondazioni Bancarie (al 16%). E se le imprese non riuscissero a restituire il prestito? Che succede?
Come riportato da “Il Sole 24 Ore”, il Ministro Gualtieri ha affermato che «mettiamo in campo 200 miliardi di garanzia per prestiti fino al 90% garantiti dallo Stato senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi». Dunque, cosa spingerebbe gli azionisti a non vendere, se sanno che non avranno dividendi, in caso di necessità di prestito?
L’Europa… Ah, l’Europa… Come riporta “Le Monde”, l’Europa ha garantito 15 miliardi di aiuto all’Africa per sostenere il continente contro il coronavirus. E per i suoi concittadini? Niente! Tutto rimandato a giovedì, perché ieri notte non si sono messi d’accordo.
Proprio ieri ascoltavo una lezione on-line di storia per i ragazzi del quinto anno del liceo. La lezione parlava della ascesa al potere di Hitler. Il professore raccontava che gli Stati Uniti cercarono di aiutare la Germania, poiché, pur in un momento di disinteresse per l’Europa, avevano bisogno di sostenere il loro export. La Francia, invece, mantenne la linea dura contro la Germania, chiedendo di pagare tutti i debiti di guerra. Questa scelta mandò la Germania sul lastrico, con le ben note conseguenze. Il Paese, che non riusciva ad esprimere un Governo, arrivò ad affidare il potere ad Hitler. Questa, in sintesi, era la spiegazione fornita a lezione.
Oggi l’Olanda fa il muso duro contro l’Italia e, pare, la Francia ed altri Paesi, che chiedono solidarietà. Gli Stati Uniti sembrano vivere un orientamento politico simile a quello descritto durante quella lezione. L’Europa, oggi, dice che si dovrebbe essere solidali, ma non è in grado di esprimere alcuna solidarietà interna, mentre dà aiuto all’Africa con 15 miliardi (per cosa esattamente, di grazia? Qualche giornalista lo ha domandato ai nostri Euro-parlamentari?).
A cosa porteranno queste scelte e questa incapacità? A quale nuova forma di “normalità” porterà la predominanza sulla scena del Governo rispetto al Parlamento? Ci affidiamo agli esperti… bene. Nel frattempo, che decisioni prende il Governo, che decisioni prende il Parlamento? Perché governare, fare politica, è più di amministrare. Sentiamo, invece, rispondere “Non sappiamo”. “Dobbiamo attendere”. Abbiate fede… Però, mi raccomando, non andate in chiesa…