Il presente momento storico
Questo momento storico è caratterizzato, in Europa, dalla crisi dei sistemi politici e della rappresentanza democratica, evidente nella mancata capacità decisoria nelle scelte strategiche dei singoli Paesi e delle istituzioni dell’Unione. I poteri nati da compromessi fra le Grandi Potenze (ONU, FMI, WTO, BCE, ecc.) non sono in grado di esprimere il reale multipolarismo del mondo attuale, mentre si affacciano nuovi poteri, come il CSO e l’AIIB, in un quadro sempre più inquietante, per l’incapacità della dirigenza europea di gestire soluzioni condivise e ragionevoli di fronte a fenomeni come quelli dei flussi migratori e della crisi permanente. Non è, quindi, giunto per caso l’esito del referendum inglese, che ha sancito il rifiuto da parte del popolo inglese di un’Europa in preda di un establishment antiquato, marionetta dei poteri forti.

La crescita della violenza e la “terza guerra mondiale” a pezzi (Papa Francesco)
Nonostante le apparenze, tutta la modernità è stata un’epoca di governo della “sinistra” complessivamente intesa (cioè dei fanatici del Mito del Progresso) nelle sue diverse anime (anche quelle abusivamente qualificate come “di destra”), tutte neganti le tradizioni culturali europee. Oggi, di fronte ad una crescita islamica segnata da gravissimi ed odiosi fatti terroristici, che ha la sua forza nella comune matrice di valori e principi espressioni dell’Islam, e al riaffermarsi vigoroso delle antiche culture indiana e cinese, l’Europa ha rinunciato a ritrovarsi nella sintesi di principi che si riallaccia alla Cristianità.
Sono principi, che, come ricordava Benedetto Croce, superano l’aspetto di Fede e sono patrimonio e garanzia per tutti coloro che hanno una visione “nobile” della persona e delle libertà e diritti fondamentali di cui ciascuno deve godere: pensiero, religione, parità di diritti e capacità di loro tutela, impresa economica, formazione e assistenza, ecc. Questi valori sono oggi negati dalla tecnocrazia dominante proprio nell’Occidente, che si pretende “liberale”, ma che, in realtà, è uscito dalla cultura umanistica europea, e impone a tutti una visione meccanicistica e spersonalizzata dell’uomo, nega la libera formazione ed espressione del pensiero individuale e critico, rende impossibile alle imprese europee di competere alla pari con i colossi extraeuropei, elimina la capacità di funzionamento degli istituti di cultura e di assistenza.
Il potere contro i popoli europei
Tanto la “Sinistra” quanto la “Destra” in Italia ed in Europa non sono evidentemente in grado di svolgere un ruolo storico adeguato al 21° Secolo. Anzi, il potere politico, privo dell’anima che ricavava dalle categorie di “destra” e di “sinistra”, ha alimentato sé stesso, rendendosi burocratico ed autoreferenziale, sempre meno rappresentativo dei reali interessi delle persone, funzionale ad un progetto che vede concentrare la ricchezza ed impoverire le classi medie, rendendo vuoti i concetti di “pluralismo” e di “democrazia”. Anche a Torino ed in Piemonte la litigiosità tra i partiti che si rifanno ai valori della cultura europea tradizionale hanno mortificato una base sostanzialmente maggioritaria che non sempre comprende le strumentali divisioni della politica. La “Sinistra”, soprattutto dopo la crisi del sistema comunista, che era il suo riferimento principale, ha avuto una involuzione, che l’ha vista sempre più vicina e funzionale ai grandi poteri finanziari e tecnocratici, che in pratica proseguono il progetto comunista di abolizione dell’alterità in un’unica “intelligenza collettiva” (la “Casta” al posto dello Stato), attraverso la spoliticizzazione del ceto medio e l’identificazione con il progetto postumanistico, tipica per esempio del Movimento 5 Stelle, rendendo vane parole i vecchi slogan di “pluralismo” e “democrazia”.
Le diversità culturali ed identitarie dei Popoli europei, come quelle di tutti gli altri popoli del mondo, costituiscono degli ostacoli per il potere tecnocratico globale: pensiamo alla proprietà privata, con la sua potente funzione sociale, ma anche come garanzia del singolo contro l’aggressione della collettività, distrutta ora dal potere anonimo delle multinazionali; al risparmio, che costituisce un passaggio per arrivare alla proprietà, cui oggi viene infatti opposta l’assurda alternativa della decrescita felice, che costituisce la rinuncia a ogni capacità di progetto, sia per creare semplicemente una famiglia che, per una nuova iniziativa imprenditoriale.
Il progetto di distruzione geopolitica dell’Europa passa attraverso l’impoverimento, la crisi demografica indotta da una cultura nichilistica, la pretesa – spacciata per solidarietà! – di costringere gli immigrati ad abbandonare la propria diversità culturale così come vi sono stati costretti gli Europei, la rinunzia ormai pluridecennale a recuperare la sovranità europea, una classe politica burocratica, sempre più inutile, inconsistente, ed inefficiente, una pressione fiscale inaccettabile, nonostante le promesse di tutti i Governi di ridurla.
L’elenco delle scelte negative potrebbe essere più ampio e motivato, ma ciò che è evidente è che la classe politica italiana ed europea è perfettamente funzionale a questo progetto, che aggredisce la sostanza stessa dell’uomo, come dimostra l’agenda post-umanistica, che, partendo da dibattiti apparentemente innocui come quelli sul matrimonio omosessuale o la fecondazione eterologa, sta già arrivando all’editing del DNA, alla clonazione, e, infine, alla trasformazione degli uomini in macchine, il tutto con i soldi dello Stato, come nel caso della Human Technopole di Milano.
Questo quadro di debolezza politica e progettuale, infine, ha favorito il deliberato boicottaggio dell’economia europea a favore di quella americana, come nei casi Olivetti, Minitel, Concorde, FIAT Chrysler, Alstom, Talas. Questa azione è stata inutilmente controbilanciata da operazioni amministrative a carattere di emergenza e propagandistico, con il risultato che il numero degli occupati nell’Unione Europea è molto inferiore, oggi, a coloro che sono fuori del mercato del lavoro. Paradossalmente, nessuna politica economica può funzionare, cosicché l’Europa, lungi dall’essere come assurdamente tutti dicono un Paese molto ricco, è, al contrario, un paese sull’orlo della bancarotta, la cui ricchezza si erode ogni anno. Invece, la maggior parte dei “Paesi in Via di Sviluppo” vedono accrescere la propria ricchezza ogni anno e la Cina, in particolare, sta superando ogni altro Paese quanto a popolazione, PIL, innovazione tecnologica, infrastrutture, industria militare, influenza globale e culturale, mentre la SCO, alleanza militare e economica tra Russia, Cina, India, Pakistan ed altri paesi dell’Asia Centrale, comprende ormai la maggior parte della popolazione e del PIL mondiali.
Il movimento di tutti gli Europei
In Italia, una Destra non è mai esistita. Non era infatti tale il fascismo, nato in ambiente marxista e fra le avanguardie, ed affermatosi, dopo la Marcia su Roma, grazie ad una formale coalizione di governo con i socialdemocratici, i liberali e i popolari, sul tipo dei Governi Centristi del II° Dopoguerra. A partire dal dopo-guerra fino ad oggi, si era identificata come Destra la nostalgia verso quell’esperienza storica, con una sorta ovvio timore e timidezza, dovuta al rischio/opportunità di essere identificati con i totalitarismi usciti sconfitti dalla seconda guerra mondiale. In realtà, la “Destra” è stata semmai un fenomeno europeo, legata al pessimismo culturale, che opponeva un sano scetticismo alla pretesa di perfezionismo, che caratterizza ogni genere di progressismo. Prendiamo per esempio Berdiaiev, Voloshin, Huxley, St. Exupéry, Horkheimer e Adorno, Simone Weil, De Gaulle.
In Italia, ciò che è stato qualificato impropriamente come “Destra”, avendo subito l’ostracismo fisico e culturale per tutti questi anni, ha almeno il vantaggio, rispetto ad altri, di avere imparato quanto sia fondamentale la libertà politica ed economica. Per questo è più idonea di altri a capire e impedire che le libertà fondamentali vengano svuotate totalmente dall’attuale progetto postumanistico dell’Occidente, che insidia il mondo intero, con i potentati della tecnocrazia e della finanza che hanno deciso di cancellare l’uomo nel giro di pochi anni. Problemi di cui con tutta evidenza, a partire da Orwell e da Marcuse, ormai la sinistra non si occupa più.
Per questo, Rinascimento Europeo vuole supportare persone con forti valori e capacità, confortate da una verificabile esperienza, che sappiano contribuire ad un progetto di radicale cambiamento, con una forte discontinuità rispetto al recente passato, con l’obiettivo di una politica che “deve governare non gestire”.