I valori della società 4.0
Daniele Lonardo – Si è svolto lunedì 28, presso la sede di UniManagement (Via XX Settembre, 29) l’incontro dal titolo “Società 4.0 – Tracciamo insieme un futuro di valori” promosso dall’Unione Cristina Imprenditori e Dirigenti (UCID, sezione Torino).
Intelligenza artificiale, internet of things, robotica, guida artificiale e stampa 3D sono solo alcune delle innovazioni tecnologiche che, volenti o nolenti, ci hanno catapultato a tutti gli effetti nella quarta rivoluzione industriale.
Il Professor Francesco Profumo (Presidente della Compagnia San Paolo) parla di Era della cibernetica per descrivere quest’ultima rivoluzione che è stata preceduta da quella delle macchine a vapore, delle linee produttive tecnologiche e dei robot. Modalità di lavoro differenti necessitano di una formazione sempre più settoriale e adeguata, comportando un impatto sulla società che va analizzato e studiato con la giusta serenità perché generatore di una nuova qualità della vita per le generazioni future a scapito (forse) di quella attuale che vedrà una riduzione del numero dei posti di lavoro a causa della necessaria automatizzazione di alcuni sistemi produttivi.
Assistiamo ad una nuova modalità di gestione dei processi dove la formazione delle persone risulta di primaria importanza nella creazione di un nuovo equilibrio che vede un minor impiego della forza lavoro a favore di una maggior attenzione nei confronti della Famiglia, della Collettività e dei beni comuni. L’uso dei muscoli e della forza fisica sarà via via sostituito dall’uso del cervello ed è proprio questa la vera sfida culturale che ci attende nel prossimo futuro.
La crisi che dal 2006 ad oggi investe il nostro paese è stata deleteria per alcune aziende ma al contempo trampolino di lancio per quelle che hanno, nonostante le avversità, perseverato nell’investire su innovazione e internazionalizzazione: nel settore automobilistico, ad esempio, le piccole aziende che si occupavano dei fari per le auto sono riuscite a moltiplicare esponenzialmente il loro profitto attraverso una costante ricerca di maggiore sofisticazione, malleabilità e qualità del prodotto finale al punto tale da essere chiamate dall’estero e generando valore aggiunto per il nostro paese.
Secondo il Prof. Profumo, la ricetta per far diventare Torino una App di Conoscenza e Competenza è quella di investire su progetti partecipati, una gestione più efficiente di processi complessi e l’utilizzo dell’erogazione in aggiunta alla finanza d’impatto in modo tale da essere amplificatore di risorse.
L’esempio per eccellenza è quello della gestione del Museo Egizio in cui la Compagnia ha investito 25 milioni di euro (di cui per l’86% provenienti da forme autofinanziamento) ottenendo un numero di visitatori cinque volte maggiore rispetto agli anni passati e aprendo nuovi scenari per il futuro come ad esempio ripensare al Museo quale luogo di ricerca e di formazione attraverso l’avvio di un Master in Egittologia, incubatore di impresa attraverso la multimedialità evolutiva e da ultimo luogo di trasferimento delle competenze con l’ottica di ricostruire il Museo del Cario ormai irrimediabilmente distrutto.
Secondo Massimo Lapucci (Segretario Generale Fondazione CRT), la rivoluzione digitale comporta una maggiore velocità e mobilità di cervelli: alla formazione all’estero deve seguire una capacità riattrattiva del nostro paese in modo tale da fornire una ambiente decisamente più accogliente e stimolante. Mission delle fondazioni deve essere quella di stimolo per i giovani in modo da anticipare i processi di trasformazione ed evitare solo di subirli in modo meramente passivo. L’utilizzo di una finanza ibrida (cioè composta da un contributo iniziale e un successivo accompagnamento step by step) ha portato le fondazioni torinesi a diventare veri e propri partner in progetti vincenti puntando anche sulla permeabilità del territorio il quale deve essere aperto alla conoscenza soprattuto in alcuni settori come quello del gaming, un tempo screditato e oggi fucina di cervelli, sviluppatori e programmatori.
Nella seconda parte della serata, con l’arrivo della Sindaca Chiara Appendino, si è aperta una tavola rotonda su opportunità, sfide e impatti della rivoluzione industriale e digitale su società, lavoro e giovani in cui hanno spiccato l’intervento di Danilo Magni (Direttore dell’Opera Torinese del Murialdo) il quale ha scommesso con “Social Fare” sull’impresa a impatto sociale nella quale gli utili d’impresa vengono reinvestiti, donati a ONLUS o utilizzati per la creazione di nuove imprese sociali. Giovanni Ronca (Co-Head Unicredit Group) ha sottolineato l’importanza degli accordi di filiera nel settore bancario dove circa 1200 medio-grandi imprese potrebbero diventare capostipiti attraverso l’utilizzo del merito creditizio ed un consolidamento di fatto ad opera della tecnologia.
Da ultimo il Prof. Lino Grandi (psicoterapeuta) e l’assessore al Welfare Sonia Scellino hanno sottolineato rispettivamente come nei giovani d’oggi manchino gli strumenti elaborativi e di approfondimento per far fronte alle sfide del futuro e di come la società debba essere maggiormente inclusiva riuscendo a sfruttare in modo più costruttivo il potenziale tecnologico a sua disposizione ad esempio promuovendo progetti per banche dati condivise in modo da evitare una duplicazione di interventi a favore dello stesso soggetto, concentrandosi maggiormente su imprese sociali per il trasporto disabili oppure progetti di babysitting creando, ad esempio, una piattaforma di servizi utile per l’intera collettività.
L’evento si è concluso con la firma-ricordo da perte di tutti i relatori su di un legno intarsiato con scolpite le parole chiave della serata: “Ascolto, Conoscenza, Responsabilità e Sfide”.



