La politica ci ha distrutto

Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 13 febbraio 2017
Nessun progetto, nessun investimento, il fatturato è crollato e la crisi occupazionale è di quelle da lasciare il segno. Un lungo, lunghissimo cahier de doléances ha contraddistinto la relazione del presidente del Collegio Costruttori di Torino Alessandro Cherio, da nove anni al vertice dell’associazione e ormai giunto al suo ultimo mandato: “Il settore delle costruzioni non è considerato strategico dal mondo della politica, innanzitutto a livello centrale e, di conseguenza, anche dal punto di vista locale”. Non ha mancato nemmeno un attacco diretto a Palazzo Civico e in particolare al vicesindaco Guido Montanari, il quale “a luglio ci ha annunciato un piano da 172 milioni. Dov’è finito?” di chiede Cherio. Per le imprese torinesi il 2017 si prospetta come un anno drammatico: l’84% delle imprese non ha in programma investimenti e circa il 40% prevede una riduzione dei dipendenti. Dal 2008 a oggi l’occupazione ha subito un vero e proprio tracollo: si è dimezzato il numero degli operai iscritti in cassa edile, passati dai 18mila del 2008 ai 9mila dell’anno scorso. L’importo dei bandi pubblicati e’ sceso nello stesso arco di tempo da 600 a 282 milioni di euro (-53%).
Anche il 2016 è stato infatti un anno di forte sofferenza per le imprese torinesi delle costruzioni: nell’edilizia pubblica si è registrato un crollo verticale degli investimenti con l’entrata in vigore, il 20 aprile scorso, del nuovo Codice degli Appalti. A fronte di 201 bandi di gara per circa 410 milioni di euro nel 2015 (382 milioni di bandi pubblicati e circa 30 milioni di procedure negoziate non pubblicate), nel 2016 i bandi sono stati soltanto 169, per un totale di circa 325 milioni di euro (282 milioni di euro pubblicati oltre a circa 40 milioni di procedure negoziate non pubblicate). Ciò significa un calo netto del 22%. Nell’edilizia privata i prezzi delle case nella provincia di Torino hanno visto una riduzione media del 2,2% tra il 2015 e 2016, e la crescita del numero di transazioni (+26,9% nel 2016 rispetto all’anno precedente) non è un dato significativo poiché si riferisce a immobili usati, con un impatto sul magazzino delle imprese irrilevante rispetto a quanto potrebbe sembrare ad una prima lettura.
La situazione di crisi è particolarmente evidente se si mettono a confronto i dati degli ultimi 8 anni, dal 2008, inizio del mandato di Cherio alla guida dell’Associazione, e il 2016, l’occupazione nel settore ha subito un vero e proprio tracollo e gli operai iscritti in cassa edile sono passati dalle oltre 18mila unità del 2008 ai 9mila iscritti dell’anno scorso (-50%); tragica anche la situazione delle opere pubbliche, con un dimezzamento dell’importo dei bandi pubblicati, passati dagli oltre 600 milioni di euro nel 2008 ai 282 milioni dell’ultimo anno (-53%). I permessi di costruire di edilizia residenziale vedono un calo del 68,9% della superficie utile. L’andamento del credito alle imprese, registra un calo di circa il 52 per cento tra il 2008 e il 2016, e una sostanziale stagnazione a partire dal 2013.
“Guardando questi grafici – commenta Cherio – sono sconfortato dal constatare che è mancato totalmente un indirizzo politico nelle scelte assunte dal Governo. Credo che soltanto con una visione strategica di lungo periodo, che è mancata totalmente in questi anni, la situazione economica potrà risollevarsi nel paese. Il nostro settore è stato trascurato ed è diventato la “vittima sacrificale” dei vari governi che si sono succeduti. Temi come sicurezza, impatto ambientale, rischio idrogeologico, inquinamento, manutenzione degli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, sono stati oggetto di dibattiti e promesse mai mantenute, o mantenute solo in parte, che avrebbero potuto rivitalizzare il Settore edile. Insomma, non mi stancherò di dire che investire in edilizia significa investire sul benessere e sul progresso delle nostre città e questo viene spesso dimenticato”.