Affari d’oro al suk di Natale
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 29 novembre 2016
“Piazza Castello è in saldo”. Non è bastato un esposto alla Procura, fiumi di parole in Sala Rossa, accuse reciproche tra maggioranza e opposizione; il pasticcio del Natale coi fiocchi di Torino continua a tenere banco. La denuncia è del vicepresidente del Consiglio Enzo Lavolta (Pd), che a proposito della kermesse natalizia parla di un “pacco che l’amministrazione sta consegnando a tutta la città”.
L’ultima stravaganza, in ordine di tempo, riguarda la decisione della giunta odierna in cui viene autorizzato l’allestimento di 45 banchi di fronte alla Prefettura, che potranno usufruire di uno sgravio del 75 per cento sul suolo pubblico, nonostante si tratti di spazi affittati da chi detiene il monopolio della manifestazione, a un prezzo tra gli 8 e i 9mila euro cadauno nel periodo tra l’1 dicembre 2016 e il 6 gennaio 2017.
E chi è che ha ottenuto il mega appalto da Palazzo Civico? Il Cat, la Confederazione degli artigiani torinesi, un soggetto nato ad agosto che non sarebbe neanche iscritto al registro delle associazioni della Città e pertanto non avrebbe avuto neanche i requisiti per vincere il bando e dietro cui non è chiaro chi effettivamente stia operando, motivi per cui il senatore Stefano Esposito ha inoltrato un esposto alla Procura e ora chiede anche l’intervento dell’Anticorruzione. In pratica il Comune vende quegli spazi a pochi euro (secondo i calcoli di Lavolta 10 euro al giorno per casetta), mentre il Cat fa sborsare quasi 10mila agli espositori. Il tutto per un’operazione meramente commerciale.
Mentre piazza Castello viene presa d’assalto dai mercatini (ricordando che questi spazi non erano inseriti nel bando) torna in mente un intervento della non ancora sindaca Chiara Appendino, all’epoca in versione Giovanna d’Arco quando sedeva tra i banchi dell’opposizione, che sul tema affermava: “È necessario che il Consiglio prenda una posizione limitando il più possibile la concessione di deroghe per l’occupazione delle piazze auliche. Se il regolamento diventa solo un continuo susseguirsi di deroghe, quel regolamento allora non ha più senso di esistere. Serve una valutazione caso per caso, anche in coordinamento con le autorità statali quali le soprintendenze” (LEGGI). E a proposito di soprintendenze è utile rimarcare che la Soprintendenza si è già espressa negativamente sull’occupazione di piazza Castello, ottenendo anche il sostegno delle associazioni di categoria, come Confesercenti e Ascom, e della Regione attraverso una nota del presidente della Commissione Cultura Daniele Valle. Ma, si sa, l’opposizione è una cosa, il governo è un’altra. Questa volta, almeno, nessuno potrà puntare il dito sulle eredità del passato.