Tutte le bordate di Stefano Parisi contro Matteo Renzi su manovra e voto anticipato
Riportiamo l’articolo, a firma di Andrea Picardi, pubblicato su “formiche.net” il 23 aprile 2017
“No alle elezioni prima della manovra economica, Matteo Renzi sta giocando con il fuoco”. Stefano Parisi non lesina bordate contro l’ex presidente del Consiglio, secondo alcuni rumors deciso a portare gli italiani al voto il prossimo autunno per evitare che il risultato delle politiche possa risentire dell’intervento sui conti pubblici. Uno scenario che – ad avviso del leader di Energie per l’Italia – potrebbe precipitare il Paese nel baratro, fino al punto di rendere concreto “il rischio Troika”.
L’APPUNTAMENTO
“Prima la manovra di finanza pubblica da 30 miliardi e poi le elezioni”, ha ribadito nel corso di un dibattito all’Universitas Mercatorum – l’Università telematica delle Camere di Commercio Italiane – al quale hanno partecipato il presidente dell’ateneo Danilo Iervolino insieme ad Angelo Deiana e Andrea Nicastro di Confassociazioni. La prossima legge di bilancio si preannuncia piuttosto dura, a partire dalla necessità di reperire le risorse necessarie a evitare l’aumento dell’Iva. Un passaggio – è il ragionamento di Parisi – la cui responsabilità incombe unicamente sull’attuale governo, chiamato a “tamponare e correggere gli errori e i guasti del precedente esecutivo che ha aumentato la spesa corrente ma non quella per gli investimenti”.
LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA
“Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan devono staccare il cordone ombelicale che li lega a Renzi e fare ciò che gli compete”, ha aggiunto Parisi. A margine, invece, ha commentato brevemente le ripetute tensioni che si registrano tra governo e maggioranza, compreso il fuoco di fila di cui negli ultimi tempi è stato fatto bersaglio, soprattutto dagli iper-renziani, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Ci sono ministri che stanno facendo la campagna elettorale a Renzi e ministri che invece stanno provando a lavorare per il Paese. E’ ovvio intuire io a favore di chi mi schieri”. Nessun endorsement da parte sua, ma un chiaro appello “a far prevalere il senso di responsabilità e l’interesse generale del Paese”.
IL CASO ANAC
Un clima di scontro, a volte sotterraneo e a volte più esplicito, che negli ultimi giorni ha trovato il suo apice nella vicenda Anac: la già ribattezzata manina – non è chiaro di chi – che ha cancellato una parte delle competenze attribuite a Raffaele Cantone dal nuovo codice appalti. La questione ha costretto Gentiloni a intervenire dalla Casa Bianca dov’era in visita da Donald Trump. Un incidente che, a opinione di alcuni osservatori, potrebbe essere stato creato appositamente per mettere in difficoltà il governo. Parisi sul tema non si è lasciato andare a valutazioni di carattere politico, ma ha preferito ribadire in modo la sua ricetta, semplice ma perentoria: “L’Anac va direttamente abolita. Non è in questo modo che si risolve il problema della corruzione, bensì con uno Stato che sia più semplice, trasparente ed efficiente. L’Autorità Anticorruzione è inutile e genera solo altra opacità”.
L’UNIVERSITA’ DA RIFONDARE
Tra le priorità che il leader di Energie per l’Italia ha indicato per il rilancio del Paese vi è poi il mondo dell’università: “Dobbiamo smontare il sistema e rimontarlo daccapo”. Con nuove regole che facciano discendere dalla qualità e dai risultati raggiunti dagli atenei le risorse loro destinate. E, soprattutto, che favoriscano la valorizzazione delle eccellenze e il collegamento con il mondo del lavoro e che pongano fine a un modello fondato sulla difesa dei privilegi di pochi: “Non serve all’Italia un’università in grado solo di tutelare il corpo accademico e le rendite di posizioni che si sono creati nei decenni”.
LA STRATEGIA POLITICA
Nel frattempo l’ex amministratore delegato di Fastweb continua a portare avanti la sua strategia il cui obiettivo di fondo è la creazione di un polo popolare e liberale posizionato nel centrodestra. Una forza politica che si caratterizzi, innanzitutto, per la sua contrapposizione al centrosinistra e a Matteo Renzi, verso il quale, non a caso,ha speso ancora una volta le parole più dure. Almeno dal punto di vista dei messaggi pubblici si sta facendo, invece, più sfumata la polemica nei confronti della destra-destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni e di Forza Italia di Silvio Berlusconi, come se ci fosse l’idea o proprio il progetto politico – di rivolgersi a elettori diversi, ma pur sempre di centrodestra, per ritrovarsi poi insieme dopo le elezioni o magari anche prima, a seconda del sistema elettorale con cui si andrà a votare. Sensazioni confermate dall’intesa che per ora continua a non trovarsi con Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano nei confronti dei quali il messaggio è sempre lo stesso: “Fate presto a definire il vostro posizionamento: se nel centrosinistra, in alleanza con il Pd e con Renzi, oppure nel centrodestra“. Un’indicazione in linea con lo scenario raccontato in ub articolo da Formiche.net. “Ma non chiamatemi centrista o moderato“, ha spiegato Parisi: “Sono un popolare e liberale convinto della necessità di mettere in campo politiche radicali di trasformazione e discontinuità per far ripartire l’Italia“.



