IL PUNTO n. 644
Riceviamo in Redazione e riportiamo “Il Punto” n. 644 di Marco Zacchera del 29 settembre 2017
REFERENDUM
Contrastato referendum domenica in Catalogna con pochi a spiegare che già oggi i catalani godono di amplissime autonomie da Madrid, infinitamente di più di quelle concesse alle regioni italiane. Il pensiero va a Lombardia e Veneto che il 22 ottobre chiederanno un voto referendario non per staccarsi dall’Italia (come vuole invece fare Barcellona da Madrid) ma solo per avere un po’ più di autonomia gestionale, come mi sembra assolutamente giusto e chiedendomi perché la stessa autonomia non la pretenda anche il Piemonte, argomento tabù visto che a Torino comanda il PD.
Poiché il tempismo di Gentiloni è perfetto, ecco che il Governo ha trovato perfino il modo e il tempo di impugnare provocatoriamente (proprio adesso!!) perfino la legge della Regione Veneto sull’uso del gonfalone di San Marco che – come ricorda giustamente il governatore Zaia – esiste da più di mille anni, è il simbolo della terra veneta e comunque sarebbe esposto all’ingresso degli uffici pubblici insieme al tricolore e alla bandiera europea, in ossequio ad un voto quasi unanime del consiglio regionale.
Ma per il governo del PD questo “contrasta con la legislazione relativa all’uso dei simboli ufficiali” e quindi ecco dar via ad un complicato ricorso alla Corte Costituzionale dimostrando di non avere evidentemente né “fiuto” politico, né tempismo nè – soprattutto – di meglio da fare.
C’è comunque chi fa anche di peggio come la ministra alla Pubblica Istruzione VALERIA FEDELI che si straccia le vesti per l’ultimo scandalo sulle promozioni “truccate” di docenti in molte università italiane e indignata dichiara: “Basta con le raccomandazioni, il sistema deve cambiare! “
In Italia non esiste quindi un limite alla vergogna: proprio lei, l’illustrissima ministra, quella che svolge quel ruolo senza neppure avere un diploma di scuola superiore ed aver superato un esame di stato, grazie a quali raccomandazioni politiche e sindacali e giri strani è lì a pontificare?
Visto che proprio lei non ha avuto neppure il buon gusto di dimettersi dopo che si è scoperto che aveva raccontato frottole perfino sul suo curriculum scolastico (dove faceva intendere di aver conseguito una laurea, mentre è solo invece una maestra d’asilo)… Ministro (!!!) , abbia almeno la pudicizia e il decoro di tacere!
LEGGE ELETTORALE
La legge elettorale perfetta non esiste e il “Rosatellum bis” alla fine può passare perché accontenta quasi tutti i leader.
Resta un buco nero ma fondamentale, ovvero che NESSUN candidato al Parlamento verrà scelto dai cittadini ma TUTTI saranno indicati dai vertici dei partiti. Questo aspetto si è già dimostrato una sciagura con il crollo del valore e delle capacità degli eletti, insistere è diabolico, ma soddisfa chi desidera avere intorno a sé solo yesman e “yesgirl”.
Eppure basterebbe poco per ribaltare il tavolo, ovvero che nei listini non passasse automaticamente il primo della lista – quindi sempre un “nominato “ – ma chi avesse preso più preferenze nel proprio collegio, evidentemente perché stimato dai cittadini. Concetto troppo semplice per leader che voglio arruolare solo fedelissimi mentre con l’abbassamento al 3% di soglia minima tutti i “cespugli” in processione (da Verdini ad Alfano) torneranno ad avere il proprio posto garantito.
Non solo, per evitare che nei collegi uninominali qualcuno potesse votare “disgiuntamente” apprezzando un singolo candidato locale, anche se non del suo schieramento politico (come avviene per le elezioni del sindaco) , ecco la proposta di obbligo di voto unico costruendo così una perfetta occasione buttata per far crescere e qualitativamente migliorare la classe politica italiana.
DI MAIO: METTIAMOLO ALLA PROVA!
Trovo assurdo che le TV e i giornaloni abbiano cominciato a criticare il neo leader del M5S Luigi Di Maio prima ancora che possa aver mosso un passo.
Avrà tempo per sbagliare da solo, ma venga valutato con obiettività mentre invece già dai primi commenti è montante ed evidente il preconcetto contro di lui con toni da crociata democraticamente inaccettabili.
Scontate le posizioni della RAI, stupiscono quelle di Mediaset che sembrano invece aver riscoperto un Matteo Renzi a tutto tondo, con un “taglio” e spazi dedicati nei servizi dei TG a suo uso e consumo, chissà se con l’accordo benedicente di Silvio Berlusconi.
Mi auguro che Di Maio – su cui tra pochi giorni inizieranno a circolare e piovere ogni tipo di prevedibili e possibili voci di schifezze, il copione è già scritto – “tenga il punto” con serietà, spiegando bene cosa e come vorrebbe cambiare in Italia se mai diventasse premier e con la speranza di ascoltare delle proposte credibili e chiare, ad evitare la consueta demagogia.
RICORDO DI GIACOMO RAMONI
E’ mancato a Verbania l’ex sindaco socialista degli anni ’80, GIACOMO RAMONI.
Lo ricordo con affetto non solo perché è scomparsa una persona che mi aveva preceduto nell’incarico di sindaco di Verbania, ma perché per tanti anni abbiamo convissuto – sia pur su fronti opposti – una lunga avventura politica nel consiglio comunale della nostra città.
Altri toni ed altri tempi di quando la Politica era passione, furibondi dissensi ideologici, dibattiti potenti. Giacomo Ramoni era socialista da sempre, di quelli veri e pugnaci, figlio della generazione che aveva costruito l’ Italia del dopoguerra.
Una persona perbene, integerrima ed impegnata, coerente con i suoi principi e che ha dedicato veramente tutta la Sua vita alla nostra città ed alla nostra zona.
Abbiamo avuto spesso scontri dialettici vivaci (non ricordo però mai polemiche personali) ma c’era anche un profondo rispetto e credo – alla fine – anche un onesto e reciproco riconoscimento di ruoli.
Per questo mi ha fatto piacere – quando a mia volta sono diventato sindaco – di aver avuto modo di collaborare con lui in alcune Sue iniziative culturali e credo e spero che Lui abbia notato che ogni mia scelta non è mai stata dettata da preconcetti politici. Tristezza e rispetto – quindi – per la scomparsa di un avversario leale, purtroppo nel disinteresse di troppa parte della città.
SMS E CONTRIBUTI
Gli italiani hanno donato circa 30 milioni di euro con SMS telefonici per l’emergenza pro-terremotati 2016. Se avessero saputo che un anno dopo i soldi NON sarebbero stati ancora spesi ma inglobati nei fondi della protezione civile, indi dirottati su progetti regionali (tra cui un nuovo istituto termale) con stanziamenti pari comunque – ad oggi – a meno del 10% di quanto è è stato raccolto… Secondo voi avrebbero donato di meno o di più?



