IL PUNTO n. 689 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 689, di Marco Zacchera, del 4 ottobre 2018
MANOVRE, DEFICIT E BILANCIO
Al netto delle ovvie polemiche maggioranza/opposizione e delle infelici dichiarazione di Junker (non credo che l’Euro possa crollare per il reddito di cittadinanza italiano !) sono però molto preoccupato per alcuni aspetti della manovra finanziaria. Il momento è difficile, la speculazione internazionale (e politica) è evidente, ma sembra che il M5S dia spazio alle critiche con troppi passi falsi. Al di là degli impegni sottoscritti in Europa, non è un male in sé che uno stato presenti un bilancio in deficit perché a contare sono le sue scelte strategiche per rilanciare l’economia e le opere pubbliche. Tutti (o quasi) gli stati sono in deficit utilizzandolo però per spingere l’economia mentre – ad esempio – per il “reddito di cittadinanza” sembra prevalere invece la demagogia del M5S e la logica suicida di distribuire sussidi (in cambio di voti) anche a chi non se lo merita oppure ha un reddito in “nero” e quindi è un falso-povero. Non è così che si rilancia il paese e se questa era una “necessità” di immagine per il M5S per non perdere la faccia nei confronti di una Lega straripante, è diventata una strada che rischia di costarci cara e che non condivido. Piuttosto sarebbe stato meglio pensare a contributi più mirati ed è un peccato che questa scelta demagogica offuschi il buon lavoro della Lega che porta a casa invece in finanziaria alcune scelte condivisibili perché più direttamente legate al rilancio operativo e produttivo del paese. Una ragione in più perché Salvini mediti fino a quanto gli convenga tenersi stretti degli alleati di governo decisamente sempre più imbarazzanti, anche perché troppe volte appaiono dei dilettanti allo sbaraglio poco preparati privilegiando l’immagine e la demagogia alla sostanza che – parlando di numeri – sono l’importante. Affacciarsi poi al balcone di Palazzo Chigi – come hanno fatto Di Maio e soci – per festeggiare il maggior deficit (o addirittura arrivare a dichiarare “Abbiamo abolito la povertà”) mi sembra sia stata davvero una autentica sciocchezza.
EUROPA, DOVE SEI ?
Ricordo la TV in bianco e nero i telegiornali dove si vedevano i “Vopos” della DDR (la “Democratica” Germania comunista) che sparavano su chi tentava di attraversare il muro di Berlino e poi le gioiose immagini a colori in diretta mentre quel muro vergognoso veniva abbattuto. Ricordo bene quando andare a Parigi o a Londra era un’impresa per la valuta, il passaporto, la distanza e i temi che ci assegnavano a scuola su un’Europa Unita che appariva irrealizzabile e lontana. Arrivò l’EURO e sembro un successo, ma oggi l’Europa per quella moneta rischia di diventare un deserto di ideali e soprattutto una partita a scacchi tra banchieri, speculatori, burocrati e politici. Ho passato 10 anni a Strasburgo al Consiglio d’Europa anche perché la mia generazione era riuscita a costruirla, ma ora la rovina e le divisioni sono evidenti soprattutto perché per strada si sono perse idealità, ricordi, identità, volontà di stare insieme. Tutto per i soldi, la moneta, il deficit. I miei nipoti vivono questa crisi distratti, dando per scontata un’unità che è formale ma non più nei cuori. Ci sono la mancanza di frontiere, i voli low cost, la libertà e la democrazia vengono date per scontate ma non c’è più calore nelle cose. Per questo mi resta nell’animo una grande delusione e una enorme tristezza…
REFERENDUM PRO LOMBARDIA: RISCHIO DI OCCASIONE SPRECATA
Il 21 ottobre voterò SI al referendum per avviare il processo di trasferimento del VCO alla Lombardia, INVITO TUTTI AD ANDARE A VOTARE ma con dispiacere vedo che la questione sembra interessare a relativamente poche persone e che – mettendo in dubbio il raggiungimento del “quorum” – questo referendum rischia di diventare un boomerang a tutto vantaggio della sinistra che (in modo miope) si è schierata per il NO o il comodo astensionismo. Il Verbano Cusio Ossola ancora una volta sta sciupando una occasione per riflettere, discutere, approfondire e UNITARIAMENTE scegliere. Siamo piccoli e divisi, evidentemente guidati da persone con poco spessore e che guardano forse a vantaggi personali od immediati, ma non hanno respiro strategico. In troppi nom si rendono conto che far parte di una realtà più evoluta, più moderna, più ricca, più dimanica come è la Lombardia rispetto al Piemonte sarebbe un vantaggio per tutti (oltre ai vantaggi immediati di carattere fiscale ed di autonomia di cui abbiamo già parlato diffusamente ed agli aspetti storici, logistici e culturali). Invece no: si personalizza il dibattito e una volta di più si rischia di uscirne stritolati con le pernacchie torinesi davanti ad una bassa affluenza di votanti. Purtroppo conta anche l’informazione(che non c’è), la mancanza di fondi per la campagna elettorale, l’assurda discriminazione verso gli scritti all’AIRE (gli emigrati non possono votare per posta, ma contano come “non votanti”: è una assurda ingiustizia!) …Insomma tutto congiura per un flop, ma poiché l’adesione alla Lombardia è un obiettivo strategico, conveniente e giusto mi auguro che la gente rifletta e partecipi votando SI. Nel frattempo anche il PD – dopo Liberi e Uguali – è uscito ufficialmente dicendo di votare NO con un lungo e contorto ragionamento in cui sembrerebbe che sia logico votare SI, ma “opportuno” votare NO. Ogni opinione è sacrosanta, ma la matematica della storia non è un’opinione SOSTENERE CHE IL TRATTATO DI WORMS SIA STATO STIPULATO NEL 1748 (lo fu invece il 13 settembre 1743) SIGNIFICA PERLOMENO NON CONOSCERE LA STORIA, COSI COME SBAGLIARE NEL DESCRIVERE I CONFINI DEL DUCATO DI MILANO DOPO LA PACE DI LODI DEL 1752. Almeno in storia al PD serve un rinfrescata…