L’Italia dalle informazioni oscure
Redazione – Siamo tutti chiusi in casa. Non capiamo quasi nulla sui tempi e modalità di riprese. Riceviamo notizie quotidiane dai bollettini, snocciolati come liste della spesa e, ogni tanto, abbiamo lo spettacolo sui social fatto da Giuseppi.
Per capirci qualcosa abbiamo solo, come cittadini, gli strumenti di informazione, che sono preziosi. Abbiamo, cioè, il frutto del lavoro dei giornalisti. Avremmo, verrebbe da dire alle volte. La serietà di tantissimi professionisti dell’informazione, viene alle volte adombrata da una scarsa chiarezza, che ci fa ripetere le parole di Dante: “Queste parole di colore oscuro/
vid’ïo scritte al sommo d’una porta;/per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro »”.
Tale è il caso che riguarda i nostri rapporti con l’Europa, che guardiamo con sospetto, data la poca chiarezza di ciò che sappiamo (o i momenti di orrendo egoismo da parte di alcuni Paesi, che dovrebbero essere solidali).
Giungiamo, così, ad un esempio pratico.
Esempio pratico. La Stampa parla di Europa divisa sul fondo per la ripresa. Cito:
“l’esecutivo Ue propone di inserire il Recovery Fund all’interno del prossimo bilancio Ue per mobilitare fino a duemila miliardi di euro. Come? Attraverso l’emissione di obbligazioni per 320 miliardi di euro, più altri strumenti, con un incremento delle risorse proprie per far salire il budget al 2% del Pil (dall’1%) senza però far aumentare drasticamente i contributi dei Paesi. ”
Quali altri strumenti? Il budget europeo salirebbe al 2% del PIL europeo?
La risposta è NO. Riportiamo, così, dal sito del Consiglio Europeo le informazioni basilari. Non per esprimere un giudizio, ma perché, senza i dati, non possiamo proprio esprimerne alcuno. Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha dichiarato:
“Abbiamo valutato i progressi compiuti per quanto riguarda i diversi aspetti della risposta europea alla pandemia e abbiamo accolto con favore la tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19. Siamo tutti d’accordo nel ritenere che le priorità sono la salute e la sicurezza dei nostri cittadini.
Abbiamo inoltre convenuto di continuare a monitorare attentamente la situazione, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione estiva, e di coordinarci il più possibile al fine di garantire una revoca progressiva e ordinata delle misure restrittive.
Abbiamo accolto con favore la tabella di marcia comune per la ripresa, in cui sono stabiliti alcuni principi importanti, quali i principi di solidarietà, coesione e convergenza.Nella tabella di marcia si definiscono inoltre quattro settori d’intervento chiave: un mercato unico pienamente funzionante, uno sforzo di investimento senza precedenti, un’azione a livello mondiale e un sistema di governance funzionante.
Riveste la massima importanza aumentare l’autonomia strategica dell’Unione e produrre beni essenziali in Europa.
A seguito della riunione dell’Eurogruppo in formato inclusivo del 9 aprile 2020, abbiamo approvato l’accordo sulle tre importanti reti di sicurezza per i lavoratori, le imprese e gli enti sovrani, con un pacchetto del valore di 540 miliardi di EUR.
Abbiamo chiesto che il pacchetto sia operativo a partire dal 1° giugno 2020.
Abbiamo inoltre convenuto di lavorare per la creazione di un fondo per la ripresa, che è necessario e urgente. Il fondo dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti. Abbiamo pertanto incaricato la Commissione di analizzare le esigenze specifiche e di presentare con urgenza una proposta all’altezza della sfida che ci troviamo ad affrontare.La proposta della Commissione dovrebbe chiarire il nesso con il QFP, che in ogni caso dovrà essere adeguato per affrontare l’attuale crisi e le relative conseguenze. L’Eurogruppo in formato inclusivo continuerà a monitorare attentamente la situazione economica e a preparare il terreno per una ripresa solida.
Manteniamo il nostro impegno a dare il necessario slancio ai lavori relativi al fondo per la ripresa come pure al QFP, in modo da poter raggiungere il prima possibile un accordo equilibrato su entrambi”.
Aggiungiamo ulteriori dettagli, sempre dal sito del Consiglio Europeo:
Posti di lavoro e lavoratori
L’UE propone un sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) al fine di aiutare le persone a mantenere il proprio posto di lavoro durante la crisi. Il sistema fornisce agli Stati membri prestiti fino a 100 miliardi di EUR per coprire parte dei costi connessi alla creazione o all’estensione di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo.
Imprese
Il gruppo Banca europea per gli investimenti (gruppo BEI) creerà un fondo di garanzia paneuropeo: prestiti fino a 200 miliardi di EUR per le imprese, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese (PMI) in tutta l’UE.
Ciò si aggiunge ai 40 miliardi di EUR già mobilitati per coprire il fabbisogno di finanziamento a breve termine delle PMI.
Stati membri
Il meccanismo europeo di stabilità fornirà sostegno per la gestione della crisi pandemica sulla base di una linea di credito precauzionale esistente, che verrà adeguata per tenere conto della crisi della Covid-19: prestiti a disposizione di tutti gli Stati membri della zona euro fino al 2% del loro PIL (per un valore di 240 miliardi di EUR).
Ricorso al bilancio dell’UE
L’UE ha modificato il suo bilancio per il 2020 con una dotazione aggiuntiva pari a 3,1 miliardi di EUR per rispondere alla crisi causata dalla Covid-19. I fondi aggiuntivi saranno utilizzati per:
- acquistare e distribuire forniture mediche, tra cui dispositivi di protezione e ventilatori
- incentivare la produzione di dispositivi diagnostici
- installare ospedali da campo
- trasferire pazienti affinché siano curati in altri Stati membri
- rimpatriare cittadini dell’UE bloccati all’estero
L’UE ha rapidamente reindirizzato i fondi dell’UE per aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi provocata dalla Covid-19:
- 37 miliardi di EUR dal bilancio dell’UE a sostegno dei sistemi sanitari, delle piccole e medie imprese (PMI) e dei mercati del lavoro tramite l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus
- fino a 28 miliardi di EUR di fondi strutturali dalle dotazioni nazionali 2014-2020 non ancora assegnate a progetti, disponibili per la risposta alla crisi
- fino a 800 milioni di EUR dal Fondo di solidarietà dell’UE destinati ai paesi più colpiti, grazie a un’estensione dell’ambito di applicazione del fondo a crisi sanitarie pubbliche
Su questi dati ufficiali potremo dire che siamo d’accordo, in disaccordo completo o parzialmente d’accordo. Ora abbiamo, almeno, una idea dei numeri. Quei numeri che, a quanto pare, i nostri giornali, in gran parte, oggi non riportano.



