Gtt fermata sul bilancio
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 31 maggio 2017
Il consiglio di amministrazione si è incontrato, ma l’approvazione del bilancio è saltata. Con le inchieste della magistratura aperte, il giallo sugli avvisi di garanzia ai vertici dell’azienda con l’accusa di falso in bilancio – annunciati ma mai giunti a destinazione a sentire i potenziali destinatari – e i recenti rilievi della Corte dei Conti, in Gtt ci si muove con i piedi di piombo e a quanto pare la linea dettata dal presidente Walter Ceresa è quella di attendere finché si può. I termini di legge per l’approvazione del bilancio difficilmente saranno rispettati, ma vista la situazione si troverà una strada per procrastinare, di fatto, la deadline. Nonostante la certificazione dei documenti contabili da parte di Kpmg, l’ultimo cda, riunito lunedì scorso, ha affidato a Riccardo Ranalli, dell’omonimo studio, un approfondimento sulla delicatissima questione legata a debiti e crediti della società con gli ormai famigerati dissallineamenti che secondo il pool coordinato dal pm Ciro Santoriello ammonterebbero a 70 milioni di euro.
Resta quanto mai incerto il futuro dell’azienda nel giorno in cui l’incendio divampato su uno dei suoi autobus nella centralissima via Pietro Micca potrebbe essere interpretato come un segno, un vero e proprio presagio di sventura. Non è un caso che proprio in questi giorni ci sia chi, nel Pd, abbia deciso di alzare il tiro. “Non c’è uno straccio di programma di rilancio, politiche del personale non chiare, cento assunzioni previste che forse diventeranno cinquanta. Insomma, nessuna certezza sul futuro” si lamenta Nadia Conticelli, presidente della commissione Trasporti di Palazzo Lascaris che così alimenta le fiamme già divampate ieri nella querelle tra gli assessori di Comune e Regione Maria Lapietra e Francesco Balocco.
I rischi per Gtt sono altissimi, la Procura della Repubblica è lì che ha puntato i suoi fari. Le diatribe con Agenzia e Regione sui crediti e i debiti passati aumenta l’incertezza sulla gestione di queste poste in un documento contabile che in qualche modo dovrà pur stare in piedi. Per questo Ceresa ha lautamente pagato più consulenze a Ranalli, socio di uno dei più prestigiosi studi torinesi, assieme ad Aldo Milanese, già presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torino e a capo del collegio sindacale della gemella di Gtt, ovvero Infra.To, anche lei impegnata in un’accidentata navigazione. Da una parte il cda di Gtt non vuole smentire, a seguito di una serie di rilievi, i bilanci degli anni passati (quelli oggetto di indagini), dall’altra vorrebbe evitare di incorrere negli stessi inciampi.
Intanto l’azienda arranca. I sindacati sono sul piede di guerra e s’insinua in più di un osservatore il dubbio di una futura privatizzazione, sulla scorta di un’operazione già tentata dall’amministrazione di Piero Fassino. A paventare questo scenario è la stessa Conticelli, secondo la quale “la partecipazione alla gara per la gestione del nodo di Torino assieme alla tedesca Arriva potrebbe essere prodromica a un’acquisizione di quote”. Fantasia? Di certo c’è che con Fassino si era valutata una partnership con Fs che oggi, invece, è tra i competitor per la gestione dei trasporti ferro-gomma sull’area del capoluogo.



