“Governano la Regione come una bocciofila”
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “La Nuova Bussola Quotidiana” il 13 novembre 2017
“Chiamparino vuole difendere il suo assessore alla Sanità, senza però sapere come difenderlo. E Laus solleva una questione seria, che peraltro noi abbiamo più volte posto a lui, ovvero rimarcare ruolo e prerogative del Consiglio regionale rispetto alla Giunta. Il guaio è che la pone con un bel po’ di ritardo”. Gilberto Pichetto, non salva né il presidente dell’esecutivo Sergio Chiamparino, né quello del Consiglio regionale Mauro Laus che sul casus belli dell’Oftalmico hanno preso a battibeccare a distanza aprendo la strada a quello che, pur ammantato da toni misurati, risulta difficile non definire se non proprio un conflitto, certo una dialettica schietta ai massimi vertici istituzionali della Regione.
Per il coordinatore regionale di Forza Italia, che a Palazzo Lascaris siede con i galloni di presidente del gruppo, quello che il Pd offre sul tema degli ospedali, siano da traslocare come a Torino o da accorpare come ad Alessandria, è un approccio “da bar sport, dove ognuno dice la sua e attorno a un tavolo, dopo la formazione della nazionale, si fa presto anche a tirar giù i confini della macroregione del Nord, così che quando ognuno torna a casa è già stato pure deciso che la capitale sarà a Mortara”. Approccio da bar e “scene da bocciofila”, con quelli che si litigano il pallino e tutti spiegano come si va a punto.
Ci sarebbe da sorridere se non fosse che, come ribadisce Pichetto di fronte alle schermaglie tra Laus e Chiamparino, “la questione è terribilmente seria, tocca la pelle dei cittadini e anche il loro portafoglio, peggio di così…”. Che, poi, vista con il binocolo puntato verso le elezioni politiche la politica sanitaria in Piemonte, tra frenate e rincorse, imbarazzi e visioni diverse anche all’interno dello stesso Pd, è un pacco dono per il centrodestra. Il quale, certamente non è indenne nella sua storia anche recente di gestione della sanità da inciampi fragorosi e scelte contestate, ma almeno in certe aree della regione potrà quasi, come pronostica qualcuno esagerando un po’ma non troppo, fare anche a meno di attaccare i manifesti: i voti arriveranno, insieme all’onda lunga nazionale, con la risacca provocata dal centrosinistra che già ha misurato l’impatto della riforma ospedaliera sulle amministrative, che son andate come si sa.
“Ormai è chiaro che la Sanità, in Piemonte, non la governa Antonio Saitta” dice l’esponente azzurro, toccando un nervo scoperto nel centrosinistra, dove è chiaro – e la convocazione dell’assessore alla riunione del gruppo dem di dopodomani, ne è evidente conferma – cresce il nervosismo per quel rapporto non sempre facile tra la dirigenza politica del Pd e la sua declinazione amministrativa. Se poi si aggiunge il trend non certo positivo per il partito, la tensione è destinata a superare il livello di guardia. “Ormai il Pd è alla resa dei conti” spiega Pichetto. E lo fa disegnando lo stesso cambiamento di approccio da parte dei dem a questioni come quelle emerse nelle ultime settimane sul versante degli ospedali: “Quando si sentivano forti e Renzi mandava a qual paese i sindacati, anche qui non si mettevano i guanti, non lo hanno fatto con i sindacati dei medici e addirittura con sindaci vicini al loro partito. Adesso basta che si muova una foglia nel giardino di un ospedale e drizzano le antenne, fanno suonare tutti gli allarmi. Ma ormai è tardi. I piemontesi, purtroppo ne pagano le conseguenze, ma hanno capito che la politica di questa amministrazione è quella del non saper cosa fare, la peggiore”.
Non nega, anzi rivendica che nei programmi del centrodestra nella passata legislatura regionale c’era il trasferimento dell’Oftalmico, “ma una struttura si trasferisce quando la nuova sede è perfettamente pronta e idonea, e se si deve chiudere un ospedale non si lascia al suo interno uno dei tanti pezzi in cui lo stanno dividendo”. Pure sull’altra questione, quella che riguarda la richiesta partita dal presidente della commissione Sanità Domenico Ravetti di unificare l’Aso e l’Asl di Alessandria, Pichetto vede “il Pd allo sbando”, ma anche “l’incomprensibile approccio nientemeno del presidente di commissione a un tema che è di pertinenza del consiglio regionale, attenendo alla programmazione, e che invece è stato delegato alla Giunta chiedendo una proposta di delibera”.
A Chiamparino che aveva bacchettato i consiglieri che “non capisco perché ritengano di dover intervenire su vicende che riguardano aspetti gestionali interni alle aziende”, Laus a stretto giro di posta aveva replicato obiettando che il governatore “sbaglia a mortificare il ruolo di indirizzo e di controllo che è proprio dell’assemblea regionale e dei suoi consiglieri”, aggiungendo come “la correttezza e la forza del rapporto che deve legare giunta e Consiglio passano da un rigoroso riconoscimento dei ruoli senza il quale si rischia di pregiudicare l’efficacia dell’azione di governo, cosa che credo non sia nell’interesse di nessuno”. Vista dai banchi del centrodestra da cui non ci si scorda di rimarcare “quel disavanzo che non sembra proprio indicare una gestione ottimale, nei primi sei mesi dell’anno, delle aziende sanitarie”, la contesa tra i vertici istituzionali della Regione “è l’ennesima conferma di un Pd allo sbando e di una barca senza più il timone”.



