Crisi della rappresentanza, della governabilità e memoria culturale

Daniele Lonardo – Si è svolto presso il Centro Studi San Carlo (in Via Monte di Pietà 1 a Torino) un nuovo evento promosso dall’Associazione “Rinascimento Europeo” dal titolo “Crisi della rappresentanza, della governabilità e memoria culturale”, abilmente moderato da Marco Margrita.
Dopo i saluti iniziali del padrone di casa (l’Avvocato Stefano Commodo), Riccardo Lala ha spiegato il progetto del “Comitato della Società civile per il Libro Unico Europeo”. Esso promuove l’idea di un nuovo modo di fare cultura “civica”, in sana competizione con quelle tradizionali, sollevando l’interesse su alcuni aspetti dell’editoria e della pubblicistica che non sono accessibili al pubblico per via delle più svariate forme di censura e di auto-censura. Tale iniziativa tenta da una parte, di tenere viva una cultura del libro (possibilmente in modo permanente) e dall’altra, dar voce a quelle opinioni non conformiste che spesso vengono censurate nel modo più assoluto come ad esempio il dibattito sulle epocali trasformazioni dettate dal progresso tecnologico oppure il drastico declino dell’affluenza alle urne (stimato intorno al 65%). Non si può affrontare il futuro se non si ritorna ai valori del passato: una riscoperta della nostra vera memoria culturale è essenziale al fine di discernere cosa c’è di reale e di mitologico nella società moderna.
L’intervento dell’illustre Professor Pier Giuseppe Monateri, ha evidenziato come sia in corso tutt’ora una lotta per il “Nomos” della terra, cioè una disputa finalizzata all’organizzazione e al governo dei grandi spazi del globo. Se osserviamo l’evoluzione dell’Europa, possiamo scandirla in tre tappe: la prima ha portato alla creazione della CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) che, oltre a creare un nuovo soggetto geopolitico, mirava all’impossibilità di nuovi conflitti mondiali; seguì un’Europa più socialista dove l’obiettivo era quello di mirare alla distribuzione gli utili mentre l’Europa attuale, quella cd. ordo-liberale, tende a fare un uso attivo delle riforme giuridiche per favore il mercato in generale. Il travisamento degli Human Rights ha fatto sì che essi, oggi, si identifichino più con i bisogni del corpo che non con diritti dell’uomo vitruviano, tipicamente astratti. Di fondamentale importanza è quindi una riflessione sui valori del passato, con una maggiore consapevolezza che “lavorare per l’Europa significa lavorare per un sogno”.
L’intervento dell’Avvocato Levi, ha approfondito la tematica del federalismo secondo Spinelli. Egli demolisce il paradigma stato-centrico per far assurgere la pace (non più uguaglianza) quale valore fondante del sistema. La Pace rappresenta, infatti, la piena realizzazione della libertà politica, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. Due furono gli ambiziosi tentativi di Spinelli nel modificare l’Europa del suo tempo: un primo consistette nella realizzazione della CED (la Comunità Economica di Difesa) ma un esercito europeo senza Governo non può esistere perché ci sarebbero Stati Fondatori senza esercito e un esercito europeo senza un Governo. Questa sconfitta aprì però la strada verso la costruzione di un mercato comune, con la CEE (Comunità Economica Europea). Nel manifesto di Ventotene, manifesto del federalismo contemporaneo e con cui si apre il libro Bianco di Juncker, c’è una frase profetica: “Se non si porterà fino in fondo il processo di unificazione federale torneranno alle vecchie contraddizioni”. Il mondo di ieri sta tornando con il dilagare del razzismo, del populismo o della xenofobia oltre alla crisi economica-finanziaria e ad una crisi bellica che ha permesso al terrorismo di penetrare in Europa. All’ora come oggi, assistiamo al tramonto del sistema bipolare al posto del quale doveva sorgere un nuovo ordine mondale, ancora in incubazione. Un ordine multipolare, in cui avranno voce non solo le vecchie potenze ma anche quelle nuove ed emergenti, tra cui Cina, India o il Brasile. L’Europa dovrà interfacciarsi con essi nella misura in cui sarà capace di dotarsi dei requisiti della sovranità. Nessuno Stato, conclude il relatore, può aspirare all’egemonia sul mondo e pertanto risulterà indispensabile architettare un nuovo sistema multipolare e cooperativo fortemente basato sulle organizzazioni internazionali.
L’intervento di Chiara Lasagni ha chiuso il Convegno concentrandosi sul federalismo nel mondo greco. L’esempio di democrazia per eccellenza è stato quello che si era sviluppato nelle Poleis greche tra il IV e il III secolo. Di più di mille Poleis (per la precisione, 1039), Atene rappresentava l’esempio classico ma non quello tipico. Secondo la Dottoressa, l’immagine che dovremmo avere dello strato federale greco è quella di un complesso reticolo attraverso cui gli individui partecipavano alla vita della società: una non Nazione che permea questi non Stati. interessante è il caso della doppia cittadinanza (documentato solo su base epigrafica) che caratterizza gli stati ferali: secondo una prima interpretazione si tratterebbe di un pieno godimento dei diritti di base con alcuni altri vantaggi; secondo una seconda teoria, invece, si godrebbe solamente di una cittadinanza di serie B, con prerogative limitate.
Il prossimo evento al Centro Studi San Carlo si terrà il 22 Marzo 2017.