Ci sono 100 milioni in cassaforte ma non riusciamo a spenderli

Riportiamo l’articolo, a firma di Oscar Serra, pubblicato su “Lo Spiffero” il 4 ottobre 2017
Un altro anno è passato e come nelle valli olimpiche si attende la neve, sotto la Mole si aspetta la solita proroga che tenga in vita per altri dodici mesi l’Agenzia Torino 2006, ovvero la cassaforte in cui è custodito un tesoretto che potenzialmente potrebbe raggiungere e addirittura superare i 100 milioni di euro. Una eredità frutto della buona gestione dell’evento a Cinque Cerchi, ma che sta lì, di fatto immutata dal 2012, quando venne approvata la legge 65 che istituì quel fondo, a memento della cattiva gestione del post-olimpico. Sono passati cinque anni da quando il parlamento approvò una norma bipartisan che aveva come primi firmatari il democratico Stefano Esposito e l’allora Pdl Agostino Ghiglia; un provvedimento che assegnava a Torino i fondi risparmiati attraverso i ribassi d’asta ottenuti nelle gare d’appalto delle opere infrastrutturali necessarie alla kermesse; risorse che dovrebbero servire per riqualificare gran parte di quegli impianti ma che continuano a rimanere drammaticamente ferme con il rischio che, prima o poi, il governo se le riprenda.
La settimana scorsa, nella sua missione romana, Sergio Chiamparino ha fatto visita anche al Ministero dell’Economia per cercare di strappare ancora un anno di vita per l’Agenzia. Su quel conto corrente ci sono oltre 50 milioni già messi a disposizione della Fondazione XX Marzo per la realizzazione dei primi due lotti di opere di riqualificazione e la soppressione dell’ente presieduto da Mimmo Arcidiacono potrebbe rimettere in discussione l’assegnazione di quei soldi. La proroga sarebbe giustificata dalla necessità di chiudere alcuni contenziosi ancora aperti, a partire da quello con Itinera che da solo vale circa 26 milioni. Poi ce ne sono una serie di altri minori per un totale che potrebbe raggiungere i 28 milioni. Ulteriori 30 milioni sono, invece, investiti in titoli di Stato e rappresentano la cassa dell’Agenzia che verrà sbloccata al momento della sua liquidazione e anch’essi messi a disposizione della Fondazione XX Marzo. Insomma, si parla di cifre significative, un vero tesoretto. A oggi, però, di questa montagna di risorse pubbliche che chiedono solo di essere spese sono stati fatturati poco più di 2 milioni per qualche intervento minore. Gli altri sono lì, in attesa.
L’imbuto è rappresentato da Scr, la stazione appaltante, che fatica a smaltire la gran mole di bandi assegnati dalla Fondazione XX Marzo. A sentire chi è coinvolto direttamente su queste procedure “l’attesa dovrebbe essere finita e con il 2018 dovrebbero partire una serie di opere significative” a iniziare dai palazzetti del ghiaccio di Torino, Pinerolo e Torre Pellice, sui quali sono previsti lavori di efficientamento energetico. Resta da valutare il futuro di Torino Esposizioni, dove la giunta Fassino aveva deciso di realizzare la nuova biblioteca civica, ma su cui la nuova amministrazione non si è ancora pronunciata in modo definitivo.
La corsa contro il tempo per iniziare finalmente le opere di messa in cantiere è ormai partita e in questo senso il prossimo anno sarà quello decisivo. Anche perché la proroga di un altro anno per l’Agenzia Torino 2006, qualora fosse confermata, sarebbe quasi certamente l’ultima e con la sua messa in liquidazione si porrà anche il problema dell’affidamento di queste risorse. In settimane in cui gli appetiti si moltiplicano, con qualche parlamentare piemontese che avrebbe già prospettato la possibilità di utilizzare una parte del tesoretto olimpico anche per una serie di opere al di fuori dell’area metropolitana subalpina.



