Buona notte alla politica
Redazione – Passano i mesi e passano gli anni. Il panorama politico non muta nella sua sostanza. Non si adegua, cioè, ai tempi correnti guardando al futuro. O, piuttosto, proprio al futuro non ci pensa. Mentre si declina in varie forme un conflitto tra due poteri (rappresentati da chi governa e da chi vorrebbe governare) sia in Italia sia in Europa e nel mondo, il centrodestra italiano parte con una modalità rinunciataria. Piuttosto di portare avanti idee “fresche”, ma radicate in un sistema di valori, il cui centro sia la persona, o parla genericamente di alleanze per le elezioni o si divide in mille rivoli o, più genericamente, si rifiuta di guardare alla realtà per proporre soluzioni nuove. Insomma: un blocco anacronistico (come le stesse idee di destra e di sinistra, ormai superate nella realtà politica internazionale), che rifiuta di rinnovarsi dal suo interno.
Si tratta di un difetto del solo centrodestra? No! Perché, in fondo, anche tutta questa lotta alle poltrone, che osserviamo nella scena mondiale, è, probabilmente, solo una lotta alla poltrona. Un proporre programmi da tifosi rivolto a persone spaventate per il futuro incerto (si fa per dire “incerto”, perché non sembra che la politica europea stia generando un qualsiasi genere di visione e piano per il futuro). Questo è il nucleo reale del problema: (1) mancanza di visione; (2) mancanza di programma. A ciò si aggiunge la mancanza di aderenza alla realtà da parte di molti politici, racchiusi nel loro bel mondo, tanto distante da ciò che le persone vivono.
Si direbbe, perciò, che la vera mancanza per l’Europa sia legata all’assenza di nuovo pensiero. Assenza di pensiero organico e di visione antropologica. Assenza di visione del reale, che impedisce di formulare qualsiasi programma che abbia aderenza con gli accadimenti e con i bisogni umani. Solo uno scorrere di dati, PIL e altro, non finalizzati al bene comune, ma a far quadrare bilanci (che sarebbero strumenti al servizio per l’uomo – strumenti di relazione e non di divisione).
L’assenza di prospettive di pensiero, di politica. L’assenza di cultura. L’assenza di una visione unificante. Ciò che, invece, rende forte (la frase non sia da intendersi in maniera partigiana) in questo momento nazioni come la Cina. Da questo torpore non si sveglia nemmeno l’Europa, che rischia fortemente di celebrare presto i propri funerali con uno spirito di mesta rassegnazione. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi! Il mondo, nostro malgrado, va avanti lo stessso anche senza di noi.



