Appendino è una para… piddina “Un vero disastro, ma la rivoterei”
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 16 agosto 2017
“È un disastro”. Non c’è un nuvola, il mare è una tavola, ma sotto l’ombrellone nel suo buen retiro di Alassio, Roberto Rosso, l’ex onorevole e sottosegretario in un paio di governi Berlusconi che adesso, approdato dalle parti di Raffaele Fitto, sta sui banchi dell’opposizione in consiglio comunale a Torino, scuote la testa come quando speravi nel sole e finisci sotto un cielo grigio. “Ma sì, che Chiara Appendino si rivelasse un disastro così, davvero non me lo sarei immaginato. Mai pensato fosse un genio, però anche guardando con una certa simpatia ai Cinque Stelle avevo creduto, sperato che cambiasse un po’ la situazione a Torino, che almeno una parte delle cose che in campagna elettorale aveva annunciato di fare le facesse, invece…”.
Invece stessa spiaggia, stesso mare: “Appena eletta invece di fare la rivoluzione promessa, scardinare un sistema soffocante come quello creato e gestito per troppi anni dai cattocomunisti, si è messa a balia da Sergio Chiamparino”. Mastica il gusto amaro della delusione Rosso, lui che al contrario di tutti gli altri del centrodestra era stato il solo a schierarsi, al ballottaggio, a favore della grillina. “Capisco le preoccupazioni, legittime, nei confronti del Movimento 5 Stelle, che non è il bene. Il bene siamo noi, il centrodestra, ma di fronte ad un nemico tanto insidioso, come chi mette una cappa oppressiva alla città, bisogna fare sponda al nemico meno insidioso” aveva detto poco più di un anno fa annunciando il suo sostegno all’avversaria di Piero Fassino, “il male maggiore” da sconfiggere con quello minore.
Una posizione solitaria, la sua: il candidato di Forza Italia Osvaldo Napoli non aveva mai rinnegato la stima nei confronti dell’ex sindaco, avversario da cercare di battere sotto la Mole, ma anche visto con favore nientemeno che al Quirinale quando si era palesata l’immagine dell’ultimo segretario dei Ds come uno dei papabili alla Presidenza della Repubblica. Nemmeno un accenno di apertura nei confronti della Appendino era arrivato dal civico Alberto Morano, impassibile anche di fronte all’improvvida (pure alle orecchie di molti leghisti) sortita di Matteo Salvini che disse: “Fossi di Torino, voterei Appendino”.
Lui, l’ex enfant prodige e poi figliol prodigo di Berlusconi in Piemonte, invece non ebbe esitazioni: anche belzebù pur di mandare a casa Fassino e i suoi. E belzebù, la Appendino, non lo era, tantomeno lo si è rivelata. Anzi: “potrebbe stare benissimo nel Pd. Non fa nulla, non prende decisioni, pensa solo a salvare il suo…” dice Rosso, forse ispirato dallo sfilare di lati b sulla battigia. Pure l’offensiva scatenata dai piddini, a suon di manifesti e attacchi ad alzo zero, a detta dell’ex deputato non scalfisce minimamente la tenuta della sindaca, messa in forse nientemeno che nelle previsioni-aspirazioni del Nazareno. “La loro è tutta scena. Avessero voluto, con quello che è successo in piazza San Carlo, avrebbero potuto chiedere le dimissioni di prefetto, questore e sindaco. Invece niente”.
La stessa commissione d’indagine su quella tragica sera, per Rosso, ha messo in luce debolezze e contraddizioni del Pd, anzi “dei cattocomunisti” come ripete a segnare la differenza “con gli ex comunisti, quelli veri, roba diversa”. Lo ha appena scritto anche su facebook elogiando uno di questi ultimi, “il ministro Minniti che di fronte all’emergenza migranti ha risposto in modo pragmatico, tutelando l’Italia”, mica come “i cattocomunisti alla Delrio, una rovina per il Paese”. Stessa genìa politica, agli occhi di Rosso, che “ha ingessato per anni e anni Torino, esercitando il potere dalle bocciofile fino alle fondazioni bancarie”. Un nemico giurato. Per sconfiggerlo “era giusto votare Appendino”. Per credere che quel sistema fosse cancellato definitivamente c’era lei, la sindaca grillina. Poi, però, messasi subito “a balia di Chiamparino” finendo agli occhi dell’ex berlusconiano, oggi fittiano, come “una che potrebbe stare benissimo tra i piddini, una di loro”.
Tanto basta, si penserà, per accompagnare la delusione d Rosso a un pentimento per quell’endorsement. Invece no. “Mi ha deluso, ma per sconfiggere i cattocomunisti, la rivoterei e la farei rivotare”. Stessa spiaggia stesso mare, sotto il solleone d’agosto.



