Al Poli la rivoluzione, della fabbrica
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 14 febbraio 2017
Industria 4.0, il ruolo dell’università e il futuro della ex one company town. Il Politecnico di Torino inaugura domani l’anno accademico e nel parterre de roi che parteciperà alla kermesse sono rappresentate tutte le aspettative che ruotano intorno all’ateneo subalpino. A confrontarsi con il rettore Marco Gilli c’è il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, personaggio emergente dell’esecutivo di Paolo Gentiloni, con un rapporto privilegiato con Torino, dov’è stato recentemente per presentare all’Unione industriale il piano di Industria 4.0 dell’allora governo Renzi. Il link con gli industriali – e in particolare con la ex numero uno dell’Unione di Torino Licia Mattioli, che non a caso in viale dell’Astronomia ora si occupa di innovazione e internazionalizzazione – è testimoniato anche dalla presenza dell’attuale vertice torinese Dario Gallina e di Riccardo Procacci, presidente e aamministratore delegato di Avio Aero. Industria, università e governo: su questi tre pilastri dovrà fondarsi la “quarta rivoluzione industriale” prospettata da Gilli.
Con Calenda, in particolare, Gilli affronterà il ruolo che le università dovranno avere nel piano del governo, giacché il Politecnico, in particolare, sarà chiamato direttamente a dare corpo e sostanza al Piano, essendo stato individuato dal Ministero come una delle sedi dei Competence Center distribuiti sul territorio nazionale. “Centri di dimensione internazionale – spiega allo Spiffero Gilli – in cui verranno messe a punto nuove competenze da mettere a disposizione del sistema delle imprese, su temi come digitalizzazione e information technology”.
C’è una città alla ricerca di nuove vocazioni dopo gli anni della Sacra Ruota e un ateneo che da dependance della Fiat, dove i quadri passavano direttamente da corso Duca degli Abruzzi agli uffici del Lingotto (lo stesso ex ad della Fiat Paolo Cantarella è un illustre ex allievo del Poli), si proietta in un futuro a 3D come le stampanti “con cui già oggi Avio produce le palette per le turbine passando da 800 a 14 componenti assemblati”. Tutto ciò porterà da un lato a far scomparire alcuni tipi di mansioni, che verranno sostituite dall’intelligenza artificiale, dall’altro a creare nuove professioni: “Sarà fondamentale formare professionalità intermedie, anche la figura dell’operaio cambierà radicalmente”. E così assieme alla città fabbrica Torino potrà dire definitivamente addio anche al caro Cipputi.
“Siamo già dentro una rivoluzione tecnologica che cambierà i modelli dell’Industria ma avrà un impatto non solo economico ma anche sociale e culturale – prosegue Gilli -. Saluto con piacere la presenza di un piano industriale del governo atteso per 15 anni. Il futuro sono macchine sempre più intelligenti che dialogheranno tra loro fornendo dati da incrociare e analizzare per migliorarsi a velocità molto più elevata di oggi”.
Una sfida alla quale il Politecnico vuole farsi trovare pronto. “Per dare una risposta adeguata alle aspettative del sistema socio-economico e interpretare correttamente la propria missione – prosegue Gilli – il nostro ateneo ha potuto avvalersi negli ultimi anni di una solida condizione economico-finanziaria che ci permetterà nel 2017 di finanziare investimenti per 50 milioni di euro”. Il numero di docenti torna a crescere: da metà 2014 a fine 2016, sono state aperte complessivamente 430 posizioni e pure il numero delle immatricolazioni è stato incrementato dal 2012 all’anno in corso, nel quale si è toccato quota 11mila: “Un dato in forte controtendenza in un Paese che presenta una delle percentuali più basse di laureati tra i Paese Ocse”. Il progetto Visiting Professor ha consentito di accogliere più di 30 docenti di elevata reputazione internazionale con il solo bando 2016, poi ci sono i progetti edilizi da ToExpo al Moi, il programma di finanziamento della ricercache prevede investimenti crescenti, pari a oltre 30 milioni nell’anno in corso, mentre altri 10 serviranno a riqualificare i laboratori didattici.



