Un anno di Chiara a Torino
Redazione – Un anno di Chiara con tanti scuri, che un temporale sembrerebbe una giornata di Sole.
Questo per riassumere l’anno di non-guida di Chiara Appendino alla città di Torino.
L’arrivo della sindacA (come ama farsi chiamare per un ipotetico rispetto al pensiero unico, che oltre ad essere “mainstream” è anche privo di regole grammaticali) è segnato dai piccoli problemi di bilancio, che si tramutano in un incubo (vedasi ciò che ha stabilito per tutti noi la Corte dei Conti).
GTT. Autobus in fiamme (l’ultimo è il 18, qualche giorno fa), dirigenti indagati ed un battello affondato durante l’ultima alluvione.
Silenzio temporaneo per SMAT (chissà cosa sta accadendo).
Disastro sulla cultura: litigi e abbandoni da parte dei direttori di musei. Anni di investimenti mandati in fumo da una eclatante incapacità.
Disastro sugli eventi pubblici. Dire disastro è un complimento, così come un commento giuridico. Piazza San Carlo è stato teatro di morte e dolore. Serie di “mea culpa”. La sera del falò di San Giovanni, in piazza Castello, si è commemorata la vittima. Chiara Appendino c’era, ma non ha parlato. Non ha proprio detto nulla. Nel frattempo, per ragioni di sicurezza, il Comune ha ben pensato di impedire l’accesso ai Murazzi dalle ore 15 del giorno 24 giugno, così la regata in programma da anni non ha avuto pubblico (quello che un evento sportivo serio meriterebbe). Non parliamo nemmeno dei fuochi.
In compenso, la nostra Chiara ha ben pensato di stringere la mano alla comunità islamica, che ha concluso il Ramadan. Bel gesto, non c’è che dire. Dire che Torino resiste, nonostante abbia vacillato è gesto coraggioso. Gesto, per meglio dire, di faccia tosta, contro imprenditori, commercianti, disoccupati, giovani che lavorano per costruirsi un futuro e tutti i cittadini, che pagano le tasse per avere una schifezza del genere di fronte ai propri occhi.
Quale risposta dei partiti di opposizione? Quale risposta dei cittadini? Tanti conterebbero nel silenzio. Noi non ci stiamo.
Chiara: spegni i riflettori e tornatene a casa. Hai una famiglia: pensa ad amministrare quella!!!



