Scintille Lega-Forza Italia Centrodestra va in tilt
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 23 dicembre 2016
“Bisogna stare molto attenti a tenere compatto il centrodestra perché è evidente che in questo fronte ci siano sensibilità diverse, muscoli diversi”. L’avvertimento del governatore ligure Giovani Toti – uno che nel pieno della rottura tra Lega e Forza Italia per le passate amministrative a Novara , calò in Piemonte insieme all’eurodeputato albese Alberto Cirio per cercare senza troppo successo di rattoppare gli strappi – la dice lunga sull’aria che tira in quella coalizione che sembra, giorno dopo giorno, sempre meno tale. E una riedizione dei contrasti che avevano contraddistinto il rapporto tra leghisti e berlusconesnella città di San Gaudenzio così come a Torino si prospetta anche per le amministrative della prossima primavera. A giudicare dal clima, in maniera decisamente più accentuata.
La vicenda della mancata riconferma del leghista Alessandro Benvenuto (lasciando solo l’azzurra Daniela Ruffino a rappresentare il centrodestra nell’ufficio di presidenza) per consentire grazie a quello che Gianna Gancia ha definito “un inciucio tra Pd e Cinque Stelle che ha portato il Chiappendino a Palazzo Lascaris”, l’ingresso del grillino Giorgio Bertola non fa che accrescere la tensione tra il Carroccio e Forza Italia. Quest’ultima oggetto di un giudizio non certo lusinghiero da parte dello stesso Benvenuto che scrive: “Ci sono gli accordi non rispettati. In questa categoria abbiamo Forza Italia. L’altra stampella del Pd”. Nientemeno, “poi se aggiungiamo i tentennamenti e i tanti no alle nostre proposte di candidature per le prossime comunali che continuano ad arrivare da coloro con cui dovremmo essere alleati, io dico che la pazienza ha un limite e la chiarezza è d’obbligo” osserva senza nascondere una palpabile irritazione il segretario piemontese della Lega, Riccardo Molinari. Per lui “non è tanto quanto successo in Consiglio regionale, che non ha fatto altro se non confermare la vera natura dei Cinque Stelle, un partito che fa accordi per avere poltrone. Il problema è quel che dice Berlusconi: lui vuole votare col proporzionale, fare la grande coalizione con il Pd, votare il più tardi possibile. Tutto l’opposto di quel che chiediamo noi”.
Tensione ai massimi livelli e gelo tra le due forze del centrodestra, confermati pure dalle parole che Matteo Salvini ha affidato a facebook: “Berlusconi dice: Prodi ha governato bene. Siamo pronti a sostenere il governo Gentiloni. Giusto allontanare la data delle elezioni. Non possiamo andare con i lepenisti. Salvini è un comunista”.Glaciale la reazione del leader del Carroccio: “Mah, che dite, sarà il freddo?”.
Sul Piemonte, Molinari che di Salvini è un fedelissimo, tanto da esserne stato per un periodo il vice in via Bellerio, non attenua – né oggettivamente potrebbe farlo – l’immagine di nuvole pesanti sulla (auspicata) coalizione di centrodestra, nembi che preludono alla tempesta. Da settimane il segretario leghista ha davanti i dossier sulle città in cui si andrà a votare, incominciando dai capoluoghi. E se a Cuneo la partita contro Federico Borgna si annuncia difficile se non persa prima di incominciarla, altro discorso vale per Asti dove l’uscente Fabrizio Brignolo (Pd) non ha ancora deciso se ricandidarsi o meno e dove pure c’è una tradizione di sindaci di segno opposto. Se, tuttavia, come si vocifera neppure tutta Forza Italia nella città del Palio è convinta della candidatura di Maurizio Rasero e ad Alessandria (ovvero in casa di Molinari) gli azzurri sotto la sempiterna guida di Ugo Cavallera nicchiano ad ogni proposta che arriva dal Carroccio, lo stato maggiore della Lega non fa mistero di aver incominciato il conto alla rovescia: “Nessuna intenzione di farci rosolare a fuoco lento in attesa di decisioni che non si sa se e quando arriveranno. Di preparare il piatto per il Pd o i Cinque Stelle non se ne parla proprio”.
I precedenti di Torino e di Novara sono scolpiti nella pietra, per la Lega. Precedenti che hanno visto gli azzurri tentennare, mettersi di traverso, andare per i fatti loro. E non c’è solo un passato: nella città di San Gaudenzio a punzecchiare l’attuale sindaco Alessandro Canelli sono più spesso coloro che “naturalmente” dovrebbero essere a lui più vicini per collocazione politica – come il consigliere azzurro Diego Sozzani o l’ex candidato sindaco “civico” Daniele Andretta– che non gli sconfitti piddini.
“A gennaio, se non si chiarisce la situazione, noi decideremo i nostri candidati. E chi ci sta ci sta” tuona Molinari. Il quale sa bene come le divergenze tra Salvini e Berlusconi possano pesare sulle amministrative “alle quali noi ci presentiamo giocando per vincere”, dice sapendo di poter contare sul traino di una campagna per le politiche che di fatto (pur non sapendo quando si voterà) è già incominciata. E come nella più classica delle vigilie elettorali anche le forze minori alzano il tiro: i fittiani di Roberto Rossoe Valter Zanetta colgono l’occasione per (ri)lanciare le primarie di coalizione anche per le prossime comunali in Piemonte. “O si fanno o noi presenteremo i nostri candidati sindaci” avvertono, annunciando già due nomi su tre per i capoluoghi: Angela Quaglia ad Asti e Fabrizio Priano ad Alessandria. E ha un bel dire Toti quando richiama a tenere compatto il centrodestra.



