In morte di Fidel Castro: amnesie e contraddizioni dell’Occidente
S.M.C. – I commenti comparsi su tanti quotidiani e media italiani ed europei rendono evidente la difficoltà per i nostri commentatori, giornalisti ma anche politici ed intellettuali intervistati, di vedere semplicemente la realtà.
Tutti sembrano dimenticare che il popolo cubano in questi sessant’anni di dittatura è stato oppresso e privato delle libertà fondamentali, ridotto alla fame, nello squallore di un Paese meraviglioso come Cuba divenuto l’emblema del turismo sessuale internazionale.
ultimamente riducendosi a un uno squallido bordello a cielo aperto metta tanto squallido turismo sessuale, Bene non riusciva a trovare un modello alternativo che consentisse al popolo cubano un minimo di qualità di vita e di libertà fondamentali.
Cosa c’è da celebrare nella morte dell’ennesimo dittatore? perché un dittatore è stato Castro, con tante ombre nella sua condotta anche nei confronti di chi più fedelmente lo hanno servito, come ci deve ricordare il caso eclatante di Ernesto “Che” Guevara: mandato a morire in Bolivia, dove pare venne tradito dai comunisti locali, per eliminare una voce sempre più critica all’opprimente e grigia coltre che era diventata la “revolucion”.
Ricordiamo anche il Fidel Castro amico di suoi sodali come Chavez, oppressore del popolo venezuelano, ovvero colonizzatore ideologico della Bolivia di Evo Moraes, così come va ricordato il suo ruolo di seminatore di guerre in Africa dove avviò numerose iniziative di destabilizzazione dei governi locali, bene interpretando il ruolo di braccio armato dell’allora Unione Sovietica a danno delle già sofferenti popolazioni africane.
Adesso sembra che l’Occidente sia orfano per la scomparsa di Fidel Castro mentre dobbiamo solo sperare che finalmente con la sua morte il popolo cubano possa ricominciare a sperare per un futuro di normalità, in cui siano garantite le libertà essenziali per la vita di ogni persona e per la sua dignità, da troppo tempo richieste da tanti movimenti di protesta cubani, prime tra tutti le Damas de Blanco.
I nostri commentatori della “sinistra illuminata” ricordino quindi le migliaia di oppositori del regime che sono passati per le galere cubane ed i tanti che vi sono ancora rinchiusi o quelli che sono stati addirittura uccisi, o quelli costretti all’esilio come scrittori di grande valore come Gilberto Cabrera o Reinaldo Arenas.



