Libro della giungla (burocratica) La babele dell’organizzazione
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 16 novembre 2017
Mettiamola così, ammesso che Regione Piemonte e Comune di Torino abbiano le idee chiare su chi e come dovrà organizzare la prossima edizione del Salone del Libro, per il momento si guardano bene dal comunicarlo. “La Fondazione del libro dovrà fare una verifica approfondita sulla base del piano industriale sulla possibilità di andare avanti” afferma Sergio Chiamparino. Intanto lo stesso ente “organizzerà la fiera di maggio” ma usufruendo della “collaborazione del Circolo dei Lettori e della Fondazione per la Cultura”. Allo stesso tempo, dice sempre il governatore, “i contributi per la kermesse del 2018 saranno erogati direttamente al Circolo dei Lettori e alla Fondazione per la Cultura”. Questo perché la Fondazione per il libro “nel frattempo pagherà i fornitori e provvederà alla riscossione dei crediti”, esattamente ciò che farebbe una società in liquidazione. Sono le principali indicazioni emerse al termine della assemblea straordinaria dei soci della Fondazione per il libro che si è svolta questa mattina nello studio del notaio Giulio Biino.
Ma guai a dire che è in liquidazione, perché, perlomeno a parole, tutti dicono di volerlo tenere in piedi, magari ampliando la compagine societaria attraverso l’ingresso di privati (si fa per dire, privati, visto che parliamo di Camera di commercio, industriali e fondazioni bancarie) oppure, sempre stando alle parole di Chiamparino, costituendo “un soggetto ex novo”. In questo contesto, per non sbagliare, Giuseppe Ferrari, numero due della macchina amministrativa del Comune di Torino, ha deciso di fare le valigie da piazza Bernini e ha lasciato l’incarico di segretario generale a Michele Petrelli, il quale ora dovrà resuscitare un paziente su cui è già stata impartita l’estrema unzione. Insomma, i presupposti per “mettere in sicurezza il Salone di Torino” – parole di Chiara Appendino – ci sono tutti; di certo si sta costruendo “un modello alternativo”, talmente alternativo che nessuno ci ha capito niente. A partire da chi farà che cosa (secondo voci alla Fondazione di Angela Larotella sarà affidato un incarico più operativo in cui rientrano logistica, marketing, comunicazione, mentre il Circolo di Luca Beatrice dovrebbe occuparsi di affiancare il direttore Nicola Lagioia nei rapporti con gli editori), ma soprattutto su quale sarà il destino dei dipendenti della Fondazione per il libro. Questioni che probabilmente saranno affrontate il 19 dicembre, tra un mese, quando è stata convocata la prossima assemblea dei soci. Si parla di una cabina di regia in cui i tre soggetti collaboreranno per gestire insieme la kermesse. “Per quanto mi riguarda il dialogo con gli editori prosegue – dice allo Spiffero Lagioia -. Spero che i soci garantiscano al più presto l’operatività della manifestazione perché non abbiamo tempo da perdere. Mi è stato assicurato che in pochi giorni si parte”.
Alla base dell’incertezza che continua ad aleggiare sul futuro del Salone – al di là delle roboanti dichiarazioni dei soci – c’è una sostanziale differenza di linea tra Palazzo Civico e piazza Castello e all’interno della Regione Piemonte si potrebbe profilare un braccio di ferro tra l’assessore alla Cultura Antonella Parigi e Chiamparino, con quest’ultimo che prima ha lasciato intendere di voler salvare a tutti i costi la Fondazione per il libro e poi, di fatto, ha assecondato Appendino sulla necessità di lasciarla al suo destino. Anche in Consiglio regionale c’è chi storce il naso, a partire da Daniele Valle, presidente Pd della commissione Cultura, il quale si è prestato a mettere la firma sull’emendamento salva-Fondazione (1,5 milioni per rimpinguare il fondo di dotazione) e resta dell’idea che quello sia il soggetto cui affidare la manifestazione.
E mentre c’è chi, in Regione, spera ancora nel miracolo la Appendino rilancia la propria tesi: “Non possiamo più lavorare in emergenza. Abbiamo due soggetti attuatori che hanno competenza nell’organizzazione degli eventi e nella filiera del libro, il Circolo dei Lettori e la Fondazione per la Cultura. Lavoreranno per garantire non solo la 31ª edizione, ma anche un modello nuovo per il Salone del Libro”. Dunque, Fondazione addio, ha vinto la sindaca. A Chiamparino non resterà che mettere i soldi del contributo.



