La Fiamma dimezzata di Giuseppe Parlato
Daniele Lonardo – Si è svolto, giovedì 18 Maggio, presso il Centro Studi San Carlo (Via Monte di Pietà 1 a Torino) la presentazione del libro “La Fiamma dimezzata”. L’incontro, abilmente moderato dall’Avvocato Stefano Commodo, ha visto la partecipazione dell’Autore (Giuseppe Parlato) insieme con una breve introduzione all’argomento fatta da Augusto Grandi.
La mission di Rinascimento Europeo (di cui l’Avvocato rappresenta il Portavoce Ufficiale) è quella di creare un ambito, il più ampio possibile, in cui confluiscano tutte le anime del centro destra e che raccolga la sensazione di scontento, molto diffusa, nell’elettorato torinese a causa di una continua frammentazione di sigle e di partiti e alla costante ricerca di unità.
Il libro, analizzando la situazione politica, sociale e parlamentare degli anni ’70, ha lo scopo di individuare le condizioni (e le conseguenze) che portarono alla scissione di vertice del MSI: l’Autore, aprendo gli archivi storici, va alla ricerca delle vere ragioni di tale scissione (riscontrate in personalismi, particolarismi e forti divergenze culturali) ma in realtà si trova a scrivere la Storia della Destra italiana di quegli anni con tutte le illusioni e le occasioni mancate che pesarono sulla successiva storia del Paese. Un libro storico (ambientato nei cd. anni di piombo) ma allo stesso tempo di attualità perché possiamo ritrovare parallelismi con la situazione contemporanea: dalla possibilità di avere una destra estremista al Governo, alle tante correnti unite insieme perché sotto assedio od in situazioni di crisi, agli organi di informazione/mass media fin troppo schierati fino alla creazione di un fronte comune dove le divergenze venivano messe da parte per riaffiorare solo dei dibattiti (colti), oggi sostituiti da dibattiti per slogan. Un periodo caratterizzato da una ricchezza qualitativa e quantitativa della carta stampata con riviste di studio e di analisi che vennero poi cancellate in nome dell’unità e dietro il motto “In trincea non si discute, si combatte!”
Scenari alti in cui si confrontarono anche giovani dell’epoca: l’idea di Europa, il senso della rappresentanza legata al voto, come compendiare la democrazia parlamentare con la democrazia partecipativa fino alla questione della legge elettorale.
L’Autore, sottolineando una sovrabbondanza di memoria contrapposta ad una scarsità di Storia, conduce il lettore in un percorso storico (e non politologico) confutando la tesi secondo cui la Democrazia Cristiana provocò e finanziò la scissione del 1976 nella quale più di metà dei parlamentari missini passarono a Democrazia Nazionale: una sorta di fake news dei tempi moderni che si tramandava da quarant’anni.
All’interno del Movimento sociale post conflitto mondiale, l’Autore sottolinea come si contrappongano due distinte visioni del Movimento: da una parte una tesi identitaria impersonificata dall’immagine di una “vecchina” che con la mani copre (e ripara dalle intemperie) la fiamma tricolore simbolo del Movimento affinché non si spenga. L’obiettivo era, infatti, quello di non determinare modifiche al Governo (stante il peso politico quantificato intorno al 6%) ma solo preservare la fiamma e l’identità del MSI; dall’altra la tesi di De Marsanich e Michelini che sostenevano di poter condizionare le scelte della Destra facendo fronte comune contro i comunisti ma bloccati dal cd. compromesso storico, cioè la tendenza al riavvicinamento tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano portata avanti dal segretario comunista Enrico Berlinguer ed il presidente democristiano Aldo Moro, tra i principali fautori di quest’opera di riavvicinamento tra le rispettive (ed opposte) forze politiche.



