La chiamavamo Patria

Redazione – La chiamavamo Patria. Quel lembo di terra, per il quale i nostri genitori, nonni e avi si sono sacrificati e si sacrificarono. Col lavoro, col sudore, con gli stenti e anche col sangue. Si! Perché anche così hanno espresso il loro amore per quella terra. E in quel modo hanno sognato un futuro. Per loro e per noi.
Oggi siamo impauriti. Sembra che ci si vergogni a pronunciare quella parola, Patria. La terra dei nostri Padri, però, va amata. Come segno d’amore e di riconoscenza per i nostri Padri. La politica si è svuotata di sentimenti. La gente ha perso la speranza e la voglia di andare avanti. Però, si ricordino i responsabili di questo immenso disastro che dal senso di umiliazione presero vita due immense tragedie, chiamate guerre mondiali.
Perché dovremmo provare schifo nel parlare di Patria? Non è forse la terra, che abbiamo ricevuto in dono? Non viviamo, forse, insieme, come popolo? Oppure vaghiamo senza idea del domani?
No! Noi amiamo ancora questa terra. Diciamo, però, che è ora di guardare avanti. In questo momento, riprendiamoci la vita, torniamo ad esprimere una volontà, come la democrazia ci ha concesso, col voto. La volontà di dire si all’Europa, si all’Italia, si al Piemonte. Si, per fare l’Europa, per fare l’Italia, per fare il Piemonte.
Dobbiamo esprimere la volontà di mandare a casa chi non ama la propria Patria. Perché dal disprezzo della Patria e del popolo nascono le umiliazioni, che portano alle guerre. Cosa sarebbero i francesi, gli inglesi o i tedeschi senza quel senso di popolo e di Nazione? Perché dovremmo essere da meno?
Noi non siamo da meno. Lo sono, invece, quelli che hanno preso l’Europa come luogo di parcheggio per i loro affari senza sentimento. Dunque, riprendiamoci, insieme agli altri popoli l’Europa. Prendiamo l’Italia con l’amore per questa Patria. Prendiamo le redini di questo Piemonte. Per il bene comune di tutti noi, dato che di noi e delle nostre vite stiamo parlando.
Pensiamoci. Ripensiamoci. Iniziamo nuovamente ad amare. Iniziamo nuovamente ad impossessarci dei nostri valori, comprendendoli. Viviamoli. Torniamo a chiamarla Patria, grande dono di chi ci ha preceduto!



