IL PUNTO n. 678 del 15 giugno 2018
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 678, di Marco Zacchera, del 15 giugno 2018
CASO AQUARIUS: FINALMENTE DIGNITA’
Calma e gesso, con misura, senso di responsabilità, ma anche doverosa chiarezza. Serve infatti la massima chiarezza sull’iniziativa del governo italiano di rifiutare l’ accesso dell’ Aquarius ai nostri porti con 629 clandestini a bordo e – secondo me – era davvero ora che l’Italia dimostrasse un po’ di fermezza e dignità soprattutto nei confronti di un’Europa sostanzialmente cieca, sorda e muta su queste vicende.
Ne parlo a lungo proprio nel mio libro ma cominciamo a ricordare che l’Italia ha raccolto in mare ed accolto in questi ultimi anni circa 600.000 (seicentomila!) profughi via mare, gli altri paesi europei quasi nessuno (la Francia sembra che in 5 anni ne abbia accolti solo 624 in totale, ovvero UN MILLESIMO).
Nelle ultimi giorni in Sicilia ne erano arrivati 2.400 (tutti accolti) e soltanto ieri altri 950 sono sbarcati a Catania da una nave della Guardia Costiera, quindi NON è vero che l’Italia si sia dimostrata chiusa nè prima né ora.
Ha però fatto benissimo Salvini a dire “stop” all’ennesimo viaggio di Aquarius (nave tedesca, di base a Gibilterra e battente bandiera olandese) che di mestiere fa la raccoglitrice di naufraghi – trovandosi sempre al posto giusto e al momento giusto – facendo avanti ed indietro nel Mediterraneo, sfiorando Malta (ma dove non si ferma mai, come invece imporrebbero le norme internazionali ) in un andirivieni incessante che lascia pensare non alla casualità, ma ad un efficiente contatto con gli scafisti. Nell’occasione l’Italia non ha comunque abbandonato nessuno: sempre pronti medici e viveri per ogni necessità (due motovedette hanno seguito la Aquarius che ha rifiutato l’intervento) dopo invito (respinto) di Malta ad occuparsene e infine l’ ok “politico” spagnolo ad accettare i migranti.
Per la cronaca la nave è stata a lungo al largo della Corsica (francese) ma Parigi non ha autorizzato sbarchi.
Questa la cronaca, ma la STORIA ci dice che proprio la Francia è la prima, diretta responsabile di questa situazione. Fu la Francia a volere la caduta di Gheddafi per conquistare i pozzi libici e sottrarli all’ENI i suoi uomini politici spinsero alla guerra civile libica, così come le stesse indagini francesi confermano le corruzioni di Sarkozy.
Noi saremmo i “vomitevoli”? Macron – che poi ha fatto una parziale marcia indietro – per lo meno taccia visto che sta varando una legge durissima sull’immigrazione e che respingerà a Ventimiglia e Bardonecchia migliaia di migranti già oggi in Francia. Visto che poi non ha accolto nessuno non ha alcun titolo per offendere: anziché pontificare avrebbe potuto prendersi lui qualche carico di disperati.
Quindi l’Italia è assolutamente nel giusto nel chiedere che l’Europa si occupi del problema, imponga l’embargo alle coste libiche e divida pro-quota i profughi che sono al 90% (e oltre) “economici” e non “politici” e quindi NON hanno diritto di asilo automatico.
Finalmente l’Italia ha dimostrato un minimo di fermezza e dignità, la retromarcia francese ne è stata una parziale conferma e speriamo che in futuro non si abbassi la guardia: come scrivo nel mio libro la solidarietà umana e l’emergenza sono importanti e doverose, ma il problema va governato con saggezza e determinazione.
D’altronde ho affermato il primo giorno che questo governo lo giudicheremo dai fatti: approvo senza riserve un esecutivo che non ha demagogicamente chiuso le frontiere (ripeto, oltre 3.000 accolti solo negli ultimi giorni) ma ha detto “no” – per una giusta questione di principio – a fare la parte dei fessi verso una ONG sponsorizzata che basterebbe approdasse ai propri porti di partenza. Bravo Salvini, avanti così.
VIA ALMIRANTE ?
Finalmente a Roma il consiglio comunale – su proposta di Fratelli d’Italia – ha deciso di intitolare una via a Giorgio Almirante. “Una vergogna” secondo il PD romano e “tra aspre proteste della comunità ebraica” (così riporta Televideo RAI). Strano, perché chi ha conosciuto Almirante e letto i suoi libri sa che c’era sempre stato un buon rapporto con la comunità ebraica romana, almeno con la parte non faziosamente di estrema sinistra.
Quello che conta – nonostante le successive retromarce della sindaco Raggi che ha tanti nuovi guai giudiziari sulle spalle e che ancora una volta si è dimostrata per lo meno poco furba – è che la capitale si è scrollata di dosso una parte dei suoi preconcetti riconoscendo in Giorgio Almirante una persona retta, onesta, parlamentare per moltissime legislature, capo politico e storico del Movimento Sociale Italiano e che ha sempre affrontato gli avversari a viso aperto e in modo corretto, in prima persona e meritandosi unanime rispetto e considerazione.
Una piccola riparazione o “compensazione” storica in un’Italia dove tuttora abbiamo ancora tante vie Stalingrado e Leningrado (città che neppure più si chiamano così), oltre a tante altre intitolate alla Unione Sovietica (sparita pure lei) o dedicate ad Amendola, Pajetta, Togliatti, Gramsci, Longo, Marx, Maresciallo Tito, Ho Chi Min, Trotzky, Che Guevara, Stalin, Lenin e perfino alla “Rivoluzione d’ottobre” : l’elenco su Wikipedia è sterminato!



