Redazione – Beppe Grillo ha concesso una intervista ad Avvenire. Molto interessante da leggere, stimola qualche riflessione.

Primo. La partitica tradizionale, più che la politica, è morta. Lo abbiamo già detto più volte. C’è, piuttosto, un conflitto di poteri tra due gruppi: quello che ora comanda e quello che vorrebbe comandare.

Secondo. Cito: “La realtà del Movimento è nel cuore di un progetto”. Di questo progetto si fanno solo parole, tanti slogan, tante male parole (legate alla perdita di pazienza)… ma nessun fatto. Lo dimostrano le politiche degli attuali sindaci penta stellati, che non pensano minimamente di mantenere molte delle promesse fatte (come la cura dell’esclusione sociale nelle periferie, nel caso di Torino).

Terzo. Ri-cito: “Il Movimento è post-ideologico: non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione”. E, poi: “Il Movimento […] non può essere connotato ideologicamente neppure su questioni definite etiche”. Bisognerebbe ricordare che, per prendere partito (ah già… ma è un movimento, quindi non decide nulla, almeno a parole), sarebbe il caso di avere un orientamento, anche di natura etica. Non dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato significa fondarsi su una morale fluida. Quel relativismo, che continua a danneggiare il mondo. Tutti hanno in tasca la verità. Ma, tornando alla domanda di Pilato… cos’è la verità?

Nel frattempo una parola buona per Trump e una posizione sospesa su Putin. Tanto per non danneggiare nessuno.

Insomma, un Grillo al naturale. Vuoto di contenuti reali, pieno di relativismo (pericoloso, perché mal celato). Un Grillo, che rischia di godere della simpatia di molti, perché parla “al naturale”. Una eterna maschera, che recita se stessa, ma che, pericolosamente, vuole diventare il successore naturale del potere esistente, dato che quest’ultimo ha palesemente fallito.