Governo Gentiloni: niente di nuovo sotto il Sole
Redazione – Ieri ha assunto l’incarico di Primo Ministro l’On. Gentiloni. Un Governo, come dimostrano i Ministri nominati, all’insegna della continuità nel peggiore dei modi. Due domande sono fondamentali: come siamo arrivati fino a qui? Come si prospetta la situazione?
Riprendiamo il filo della memoria, aiutati dal sito del Ministero dell’Interno. Torniamo al 2013. Per la Camera votò il 75% degli aventi diritto (oggi un sogno per molte tornate elettorali). Il Centro-Sinistra ottenne il 29,55%, il Centro-Destra 29,18%, M5S il 25,56%, Monti e alleati il 10,56%. A seguire altri partiti. Per il Senato votò il 75% degli aventi diritto. Il Centro-Sinistra ottenne il 31,63%, il Centro-Destra ottenne il 30,72%, M5S il 23,80%, Monti il 9,14%. A seguire gli altri partiti.
Successivamente, anche per arginare il M5S e di fronte ad una situazione di quasi parità tra le due parti, che ottennero la maggior parte dei voti, si formò un accordo di Governo (noto come patto del Nazareno). Il patto del Nazareno è l’accordo politico, che fu siglato fra il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, e il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il 18 gennaio 2014 con gli obiettivi di procedere a una serie di riforme (tra cui quella della Costituzione). Ricordiamo anche che alla fine del 2013 ci furono le manifestazioni dei cosiddetti Forconi (che stanno magicamente rispuntando) e che l’atmosfera non era delle migliori (almeno agli occhi dei cittadini). Ricordiamo anche il Governo Letta, che fu sostituito da Matteo Renzi (colui che siglò il patto con Berlusconi).
Matteo Renzi, fallito l’obiettivo del suo mandato, assegnatogli dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano, si è dimesso. Da qui nasce il Governo Gentiloni (come sempre, a causa del tanto citato art. 92 della Costituzione, il Primo Ministro è scelto dal Presidente della Repubblica, cioè Mattarella). Il presente Governo rispetta la volontà del PD ed è premiante nei confronti di alcuni componenti, in particolare Maria Elena Boschi, che hanno fallito il loro mandato. Per non parlare della nomina di una ex sindacalista all’istruzione (sappiamo bene sia il ruolo dei sindacati nella cattiva gestione di questo importante capitolo, per non citare la questione dell’istruzione al gender, di cui il neo-Ministro si fece portavoce). Tralasciamo i commenti su Alfano. Chiara la volontà di creare un Governo, che risponda a specifici bisogni di politica internazionale (e quindi con un certo tipo di peso specifico all’Economia e alla Presidenza del Consiglio, rispetto a quello del Ministero degli Esteri). L’on. Madia, reduce del fallimento (incostituzionalità dichiarata per la riforma della PA) viene riconfermata. Chiara la necessità di riformare la presente legge elettorale (dichiarata incostituzionale).
Una questione, sollevata da molti: c’è l’articolo 92 della Costituzione! Perché reclamate, se avete voluto mantenere la presente Costituzione e il Governo attuale non vi piace? Primo, perché è premiante nei confronti di chi non ha raggiunto gli obiettivi che si era dato e per chi non ha condotto un percorso di riforme, necessario per il nostro Paese. Secondo, perché, come mostrato prima, la ripartizione dei voti del 2013 rispecchia un quadro ben differente da quello del predominio assoluto del PD. Il Governo non rispecchia minimamente ciò che fu espresso in quel voto. Rispecchia altre necessità e altre decisioni.
Per questo, non ne abbiate a male, il Governo attuale non ci va proprio giù. Anzi. Aggiungiamo che, se non comprendete questo, darete la vittoria in mano a Grillo e al Movimento 5 Stelle. Salvo che il Centro-Destra, con i suoi valori fondati sulla persona, volti nuovi e contenuti adeguati ai tempi, non decida di svegliarsi (finalmente) dal lungo torpore.



