Il Futuro dell’Unione Europea e la sua dimensione sociale
Daniele Lonardo – Si è svolto Giovedì 8 Giugno 2017, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi, 9), l’incontro dal titolo: ”Il Futuro dell’Unione Europea e la sua dimensione sociale”. Il dialogo intercorso tra cittadini e la Commissaria per l’Occupazione, Affari sociali, Competenze e Mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, fa parte di una serie di incontri promossi dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker (nell’ambito del progetto Citizens’ Dialogues) per riavvicinare i cittadini alle istituzioni europee e termineranno con le elezioni europee del 2019.
Nei saluti istituzionali, il Magnifico Rettore Ajani ha sottolineato come le Università siano chiamate a confrontarsi con l’Europa sostenendo l’innovazione, collaborando con le economie locali e fornendo skills di qualità ai giovani che si inseriscono nel mondo del lavoro. La circolazione e la mobilità sono fondamentali fin tanto che c’è la condivisione di progetti europei ma tale circolazione deve essere sempre a due vie (in entrata ed in uscita) evitando la cd. fughe di cervelli all’estero.
Nel suo intervento, in lingua inglese, la Commissaria Thyssen evidenzia come la Commissione Junker abbia avviato il suo piano strategico basandosi su 4 pilastri fondanti: 1) Crescita; 2) Posti di lavoro; 3) Democrazia; 4) Equità cercando di mettere le persone in prima linea per assicurare che le strategie diano risultati visibili e concreti ai cittadini perché l’Europa, in quanto organizzazione democratica, senza il loro apporto non avrebbe ragione di esistere. Il tema del sociale è stato uno degli argomenti più importanti e trattati approfonditamente dalla Commissione: l’Unione si sta lasciando alle spalle la crisi ma le ripercussioni sono gravi e alcuni Paesi faticano ancora ad uscirne. L’Italia, in particolare, registra tassi di disoccupazione giovanile tra i più elevati d’Europa, con picchi fino al 40% nel 2016.
Parlando del futuro delle istituzioni europee, la Commissaria Thyssen spiega le cinque vie a cui l’ Unione Europea potrebbe andare incontro ed in campo sociale si auspica che vi sia una gestione condivisa delle politiche tra gli Stati membri in modo da creare più convergenza anziché lasciare tali politiche nelle mani delle autorità nazionali. Una maggior comunanza di interessi dovrebbe portare i cittadini europei verso una spirale virtuosa capace di rendere gli Stati più vicini tra di loro offrendo migliori condizioni di vita e lavoro. La globalizzazione e la digitalizzazione aprono nuovi scenari a cui l’Europa deve adeguarsi e far fronte comune se vuole uscirne vincitrice.
Dalle domande emerse dal pubblico in sala è emersa la preoccupazione per le politiche di austerità messe in campo dall’Europa ma definite come necessarie dalla Commissaria per garantire una responsabilità fiscale in capo agli Stati membri. I tempi di attuazione sono lunghi ma se gli Stati adottano buona pratiche e programmi, l’Europa è al loro fianco in questo cammino. Le preoccupazioni sono più che lecite ma spesso le persone si attendono di più dall’Europa senza badare al fatto che le sue competenze sono sancite dagli stessi Trattati europei i quali, a loro volta, sono stati ratificati da tutti gli Stati membri per avere valore vincolante. Grazie al contributo di ogni singolo Stato, il budget europeo può essere indirizzato verso strategie condivise in uno spirito costruttivo e positivo.



