Dal Governo soldi per Alessandria, Torino spera in qualche “avanzo”
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il giorno 27 giugno 2019
Il Decreto Crescita è legge, ma per Torino non ci sarà nessun aiutino da parte del governo gialloverde, almeno quest’anno. Se qualcosa arriverà sarà nel 2020. Il provvedimento è stato approvato in via definitiva al Senato e, pur contenendo una serie di misure per i Comuni in difficoltà, esclude il capoluogo piemontese da aiuti immediati. Come è stato segnalato allo Spiffero direttamente dal viceministro Laura Castelli, secondo l’articolo 1 decies il prossimo anno Torino potrebbe usufruire di un eventuale avanzo dei fondi stanziati per Roma, assieme a una serie di altri comuni capoluogo di città metropolitane che hanno deliberato il ricorso a procedura di riequilibrio finzniario o dichiarazione di dissesto.
È andata decisamente meglio ad Alessandria, che grazie a un emendamento inserito in zona Cesarini, una settimana fa, è riuscita a ottenere risorse certe: 20 milioni in conto capitale in due anni, di cui 10 nel 2020 e altrettanti nel 2021. Insomma, dev’esserci stata una manina leghista ad aiutare la città del capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, che il Carroccio amministra dal 2017, con il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Per Alessandria, inoltre, anche la possibilità di rientrare dei debiti pregressi nei prossimi vent’anni e non più in quindici. Un’operazione che certamente garantirà un po’ di ossigeno all’amministrazione leghista di cui Molinari, all’inizio, fu anche assessore. Non sono bastati, invece, i buoni uffici del viceministro al Mef Laura Castelli per far sì che ottenesse un contributo anche Torino, nonostante una situazione dei conti che resta disastrosa. “A chi tanto a chi niente – polemizza il senatore Pd Mauro Laus –. È un peccato perché penso si potesse trovare una soluzione politica in grado di premiare anche il capoluogo del Piemonte, ma purtroppo è andata così”.



