Consiglio regionale “sconvolto” dalle elezioni
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 23 gennaio 2018
È tutta una questione di incastri. E non solo per la definizione delle candidature in collegi e listini che non risparmia nessun partito, ma che finirà anche per sortire i propri effetti sulla futura composizione dell’assemblea regionale piemontese. Che, aldilà del risultato delle urne, dal 4 marzo non sarà più la stessa. La a dir poco nutrita partecipazione di consiglieri alle votazioni politiche e la assai probabile, in alcuni casi certa, elezione di parte di essi al Parlamento comporterà subentri e, talvolta, pure mutamenti degli attuali equilibri nei banchi di via Alfieri. Gli scenari possibili sono molteplici e, ad oggi, difficili da classificare in una scala di probabilità.
Partiamo dalla forza politica dove le incertezze, in primis quella del risultato, imperano: il Pd. Pressoché sicuri candidati dem alle politiche sono il segretario nonché capogruppo Davide Gariglio che, seppur ancora ramingo in cerca di un collegio o (probabilmente) di un posto certo nel proporzionale, ha di fatto già prenotato il biglietto per Roma, il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, meno certo ma sempre con molte chance, una dubbiosa Gianna Pentenero (unico assessore a candidarsi, forse) e la vicepresidente dell’assemblea Angela Motta, pronta a correre per spirito di servizio nel collegio della sua Asti dato per vincente, ma dal centrodestra. Il primo a subentrare al posto di uno dei tre eletti a Torino sarà l’ex pirotecnico consigliere comunale Luca Cassiani, “orfiniano” legatissimo al senatore Stefano Esposito. A seguire toccherà, se i consiglieri piddini che andranno in Parlamento saranno più di uno, alla canavesana Celestina Olivetti, seguita dalla consigliera comunale di Nichelino Carmen Bonino. Nel caso, assai improbabile, di una vittoria della Motta a subentrarle sarebbe Michele Miravalle, già in pista per le regionali quattro anni fa e collocato nella sinistra del partito. Di certo nel Pd, dopo le politiche, si aprirà la questione della leadership del gruppo consiliare, così come nel caso di elezione di Laus quella della presidenza dell’assemblea, carica cui non ha mai nascosto di pensare, sia pure per un solo anno, uno degli attuali vice, Nino Boeti.
Sarabanda non meno intensa nel centrodestra dove la scontata elezione a senatore di Gilberto Pichetto, così come quella di Claudia Porchietto, Daniela Ruffino, Massimo Berruti e la probabile candidatura del novarese Diego Sozzaniapriranno a un corposo ricambio nei banchi di Forza Italia. Il primo dei non eletti è Andrea Tronzano, ex capogruppo in consiglio comunale a Torino, non proprio nelle grazie dei vertici azzurri, mentre a ruota si piazza il coordinatore provinciale Carlo Giacometto, il cui approdo a Palazzo Lascaris potrebbe tuttavia essere superato nel caso in cui anch’egli venga eletto parlamentare. Dopo di lui c’è Andrea Fluttero, ex sindaco di Chivasso, già senatore che aspira a rientrare a Palazzo Madama. Insomma, la lista dei futuri consiglieri azzurri potrebbe comporsi scivolando di alcune posizioni. Scherzo del destino col sapore della beffa per la Lega che avrebbe dovuto godere di un posto guadagnato dall’elezione di Pichetto con l’ingresso al suo posto di un suo esponente: invece non sarà così. Quando l’attuale capogruppo forzista candidato presidente entrò a Palazzo Lascaris, tolse un seggio al Carroccio che adesso se lo sarebbe ripreso. Il guaio (per la Lega) è che il primo dei suoi non eletti, Luca Bona, ex segretario del movimento a Novara dal movimento di Salvini, nel frattempo, è stato espulso, passando proprio a Forza Italia che così se lo troverà neoconsigliere. Sempre nelle fila azzurre, al posto dell’alessandrino Berruti arriverà da Valenza Po l’imprenditore Luca Rossi e, nel caso Sozzani diventasse onorevole o senatore da Novara approderebbe Giuseppe Policaro, un passato in Alleanza Nazionale, ma un presente ormai in Fratelli d’Italia e un rapporto strettissimo con Gaetano Nastri.
Tornando alla Lega, al posto di Alessandro Benvenuto dovrebbe subentrare Cesare Pianasso, a sua volta tra i nomi della probabile pattuglia parlamentare verde e così a fianco di Gianna Gancia andrebbe a sedersi il settantaseienne Benito Sinatora, il “telefonista” della sede di via Poggio, lontanissime origini nel Pci e un’altrettanto lunga militanza nel Carroccio. L’eventuale elezione di Gian Luca Vignale lascerebbe Palazzo Lascaris senza rappresentanza sovranista. Se, infatti, l’attuale consigliere correrà con la Lega in ossequio al patto stretto da Storace e Alemanno con Salvini, il suo successore sarà l’azzurro Agostino Bottano, di Pinerolo, quarto dei non eletti di Forza Italia, partito in cui Vignale stava al momento della sua elezione in consiglio regionale.
Dalla baraonda resterà fuori Liberi e Uguali: i due consiglieri di Mdp, Silvana Accossato e Valter Ottria, e l’esponente di Sel Marco Grimaldi, hanno scarse probabilità di conquistare uno scranno romano (e inoltre, sia Accossato sia Grimaldi entrarono a Palazzo Lascaris con il listino del presidente). Un sospiro di sollievo per LeU, che a quel punto rischierebbe di riconsegnare uno o due seggi in Regione al Pd, un rischio che da quelle parti correrebbero volentieri in cambio di due posti in Parlamento. Non sarà così. Ma non sarà neppure quello di oggi, il Consiglio regionale, dopo il 4 marzo. Con equilibri e figure e, ancora, incastri che potranno segnare l’ultimo anno di legislatura.



