Centrodestra alle amministrative “L’importante è partecipare”
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 13 gennaio 2017
Puntualmente, all’approssimarsi di una nuova stagione elettorale il sultano di Arcore tira fuori dal ripostiglio il classico tavolo Matteoli e incarica il fido Altero, da cui il nome ormai inciso nel legno, di apparecchiarlo con i commensali pronti a gustare l’ennesima minestra, anche stavolta riscaldata. Perché di piatti sorprendenti su quel desco non è che se ne siano visti poi tanti, anzi. Ma tant’è l’annuncio è prammaticamente tendente al roboante: “In vista della tornata elettorale che si terrà nella primavera del 2017, il presidente Silvio Berlusconi – recita la nota di Forza Italia – ha nominato una commissione che collaborerà con gli alleati del centro-destra per individuare i migliori candidati a sindaco che siano espressione di tutta la coalizione”.
Il tavolo, quello, insomma. Attorno al quale prenderanno posto, attagliati dal gran cerimoniere ex An ed ex ministro “i presidenti dei gruppi parlamentari o dai loro vice – si apprende sempre dallo stato maggiore azzurro – dal segretario della conferenza dei coordinatori regionali, dai singoli presidenti di Regione e dai coordinatori regionali di volta in volta interessati e dai responsabili Nazionali dei settori competenti. Le proposte della commissione saranno convalidate – ça va sans dire – dal Presidente Berlusconi”.
Il problema, almeno in Piemonte, è averle le proposte. Se il coordinatore regionale Gilberto Pichetto dovesse sedersi al tavolo Matteoli adesso, ma anche le prossime settimane, di nomi da mettervi sopra ne avrebbe ben pochi. Incominciando dai tre capoluoghi. L’unico di questi per cui Forza Italia ha un candidato pressoché certo e a quanto risulta gradito, salvo qualche mugugno peraltro messo in conto, anche alla Lega è Asti. Qui la scelta caduta sul vicepresidente di Banca CrAsti, con un passato di politico nelle file azzurre, Maurizio Rasero è di fatto ormai certa e per la formalizzazione di attendono gli altri due nomi: quello per Cuneo e quello per Alessandria. E proprio in queste due città la faccenda si complica.
Nel capoluogo della Granda dove, pur con le grane ancora tutte da risolvere con il Pd, l’attuale sindaco Federico Borgna rappresenta un osso durissimo per il centrodestra e quest’ultimo non ha uomini di peso da opporgli, il cerino sulla proposta del candidato continua passare dalle mani degli azzurri a quelli dei leghisti e viceversa, lasciando la situazione per ora pressoché in stallo. Qualcosa si muove, invece, più in giù lungo il Tanaro dove ad Alessandria continua una girandola di nomi non si sa quanto fatti – da Forza Italia – con concreto convincimento o piuttosto per farseli bocciare dal segretario piemontese del Carroccio, Riccardo Molinari che qui gioca in casa.
All’ex vice di Matteo Salvini in via Bellerio che si è subito sfilato da un’eventuale discesa in campo contro l’uscente (e aspirante rientrante) dem Rita Rossa preferendo aspettare le politiche per un seggio a Montecitorio, gli azzurri con la regia dell’evergreen Ugo Cavallera stanno proponendo una serie di papabili. Dopo aver (non si sa quanto) cullato l’idea della candidatura “civica” del dirigente medico e vicepresidente della Fondazione CrAl Antonio Maconi: “Abbiamo perso del tempo” si è sfogato con i suoi Pichetto. Prima è spuntato, non si sa bene da dove, l’ex parlamentare ed ex leghista Tino Rossi, poi è venuto il momento di Davide Buzzi Langhi, capogruppo dei forzisti a Palazzo Rosso, figlio di Francesca Calvo, la sindaca (scomparsa nel 2003) che nel ’93 conquistò per il Carroccio la città. Buzzi Langhi, nel 2012, venne però espulso dalla Lega nella quale aveva militato per anni. Insomma due ex, lui e Rossi, per i quali riesce difficile immaginare un disco verde da parte di Molinari. Il quale ha sempre da rimettere sul piatto il nome dell’ex direttore dell’Ascom Roberto Cava. Si finirà per convergere su di lui oppure, come ricorrenti rumors non escludono, alla fine Cavallera, pur non rinunciando del tutto alle ambizioni di una conclusione in Parlamento della sua lunghissima carriera politica, si metterà a disposizione in prima persona?
La capitale mandrogna è delle tre maggiori città chiamate al voto in primavera quella dove il rischio grillino è più alto. “Dobbiamo fare di tutto per arrivare al ballottaggio” ha ripetuto in questi giorni Pichetto ai suoi di Alessandria che tornerà ad incontrare questa sera in occasione del direttivo cittadino. “Chi arriva al ballottaggio contro la Rossa è favorito” è il ragionamento del coordinatore regionale. Altri ragionamenti, a partire da quale situazione si prospetterebbe a partire dalla potente Fondazione CrAl per seguire con altri incarichi di sottogoverno cittadino (incluse le partecipate) nel caso di una vittoria del M5s vengono fatti, pur a bassa voce, nel centrodestra. E anche questi peseranno sulla scelta del candidato e sull’intensità della campagna elettorale, fino a prefigurare nei fatti una desistenza.
Pichetto esclude si possa ripetere, in occasione di questa prossima tornata elettorale, quanto accaduto a Novara (con lo strappo con la Lega) sull’onda delle rotture torinesi a loro volta figlie di posizionamenti nazionali. Certo le grane, al contrario dei candidati, non mancano. A Mondovì, feudo del ministro Enrico Costa, proprio questi è dato in avvicinamento (per coerenza governativa e forse ancor più in vista delle politiche) alla formazione di centrosinistra contro la quale Forza Italia e Lega avrebbero quagliato sulla candidatura della preside Donata Garello.
Cintura (torinese) piuttosto sfilacciata per berluscones e salviniani: a Chivasso si sta muovendo l’ex parlamentare Andrea Fluttero nel non facile compito di mettere insieme tutte le anime del centrodestra evitando magari quelle primarie che fanno storcere il naso a più d’uno, anche se lì una sorpresa a cinque stelle potrebbe arrivare dall’attuale vice di Chiara Appendino in Città Metropolitana, Marco Marocco. Centrodestra debole pure a Grugliasco dove voci danno per possibile una convergenza verso il candidato dei dem scissionisti, ovvero il medico Salvatore Amarù quasi certamente avversario dell’uscente piddino Roberto Montà. Città in cui il massimo premio della competizione è costituito da un paio di seggi da assicurare ali rispettivi partiti della coalizione. In provincia di Torino ad apparecchiare il tavolo tocca al coordinatore azzutto Carlo Giacometto.
Piccole e grandi manovre a meno di sei mesi dal voto. Che non sono pochi, ma neppure molti, specie se per alcune città importanti il centrodestra (non che dalle parti del Pd vada granché meglio) è ancora ai blocchi di partenza. O, rispettando la metafora, sul tavolo tirato fuori da Berlusconi e apparecchiato da Matteoli, per ora Pichetto lascerebbe gran parte dei piatti serviti dal Piemonte ancora vuoti.



