BASTA BOTTERI! DA TELE-KABUL A TELE-PHNOM PENH?
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Giuditta’s File”, a cura di Daniele Capezzone, pubblicata il 6 settembre 2017
“ABBASSO TRUMP” E’ QUELLO CHE A TUTTE LE ORE I CONTRIBUENTI CHE PAGANO IL CANONE SENTONO DALLA “NOSTRA” (?!?) INVIATA RAI A WASHINGTON. ARRIVEREMO ANCHE AL “FORZA KIM”?
DA TELE-KABUL STIAMO ARRIVANDO A TELE-PHNOM PENH?
NESSUN IMBARAZZO A VIALE MAZZINI E SAXA RUBRA? TUTTO NORMALE? PRESIDENTE RAI, DG, MEMBRI DEL CDA (CONVOCATO OGGI, PARE, PER IL CONTRATTO DI FABIO FAZIO…): TUTTI SODDISFATTI?
DOMANDARE E’ LECITO, RISPONDERE E’ CORTESIA…
Premessa doverosa: nulla di personale verso la signora Giovanna Botteri.
Né sarebbe onesto far carico a lei di tutte le nefandezze della Rai. Chi scrive è un privatizzatore: a mio modo di vedere, la Rai (come e peggio di Alitalia, come e peggio delle municipalizzate romane…) può solo fornire un cattivo servizio a costi alti, pesando sulle tasche e sulle spalle del contribuente. Con in più la manona della politica lottizzatrice, a cui né la Prima né la Seconda Repubblica si sono purtroppo sottratte.
Ma voglio mettermi nei panni di chi la pensa diversamente da me, e cioè di chi – legittimamente, ultralegittimamente! – crede nella funzione di un servizio pubblico radiotelevisivo.
E pongo una domanda. E’ normale che, mentre il dittatore comunista nordcoreano minaccia il mondo con i missili nucleari, tutti i giorni (più volte al giorno, su più tg Rai) manca poco che l’inviata Rai a Washington chiuda i suoi servizi dicendo: “Abbasso Trump” ? Dobbiamo attenderci che, in odio a Trump, si passi presto anche al “Forza Kim”?
Per carità, è vero che Trump ha fatto impazzire la quasi totalità delle grandi firme italiane (con eccezioni positive che si contano su poche dita di una sola mano di un grande mutilato: cito con piacere Maria Giovanna Maglie). Non c’è giornalone che non abbia ospitato e non ospiti da mesi reazioni isteriche.
Prima dell’elezione di Trump, con inviati che parevano direttamente distaccati dall’ufficio stampa della Clinton: restano indimenticabili le nottate dei tre dibattiti televisivi Clinton-Trump, con “firme autorevoli” italiane che twittavano compulsivamente (tipo bimbiminkia) per spiegare che la Clinton aveva stravinto.
E dopo l’elezione di Trump, con le stesse firme che si sono affannate a spiegare che l’America era ogni giorno sull’orlo dell’Apocalisse.
Chi scrive non è necessariamente pro-Trump. Molte cose non mi piacciono e non mi convincono di lui. Ma sono diventato ferocemente anti-anti-Trump, cioè non sopporto chi, in modo tifoso e pregiudiziale, anziché sforzarsi di capire quello che accade, anziché cercare di mostrare la realtà nelle sue contraddizioni, nella sua molteplicità di sfumature, sceglie di fornirci ogni giorno una cronaca unilaterale, monoculturale, distorta e propagandistica. Fake-news allo stato puro, da parte di quelli che dicono di lottare contro le fake-news.
Ma non perdiamo di vista il punto essenziale. Che lo facciano giornalisti pagati da editori privati, transeat: è affar loro e dei loro editori, appunto. Del resto, ieri per tutta la giornata sul sito del Corriere della Sera campeggiava un articolo in cui il dittatore Kim veniva descritto come “un manager dinamico che deve risollevare il suo gruppo” (testuale). Ma che invece lo faccia l’inviata del servizio pubblico radiotelevisivo pagata con il canone dei cittadini, è diverso.
Da Tele-Kabul stiamo scivolando verso Tele-Phnom Penh?
E allora, con rispetto, apriamo una discussione. E vediamo se qualcuno avrà la gentilezza di rispondere. Alla presidente della Rai, al direttore generale, ai membri del Cda (convocato oggi, pare, per il contratto di Fabio Fazio…), a tutti i vertici di Viale Mazzini e Saxa Rubra, a lorsignori e lorsignore va bene così? Tutti soddisfatti?
Tutte le sere “Forza Kim e abbasso Trump”? Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
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GIUDITTA’S LEAKS
La gattina Giuditta, con i suoi agganci, riesce spesso a intercettare e svelare le veline segretissime che la SCPC (Suprema Cupola Politicamente Corretta) indirizza alle redazioni dei giornaloni…Inutile dire che la gattina detesta la SCPC.
+++Disposizioni specifiche della SCPC (Suprema Cupola Politically Correct) per le redazioni-cultura e per gli inviati al Festival del Cinema di Venezia+++
Esaltare INCONDIZIONATAMENTE il film di Virzì. NON dare notizia delle prime stroncature internazionali. Grazie!



