Alessandria, traffico illecito di rifiuti

Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il giorno 11 luglio 2017
Quei camion, che le indagini dei carabinieri del Noe hanno appurato fossero utilizzati per un traffico illecito di rifiuti tra la Campania e il Nord, avevano destato più di un sospetto in chi li aveva visti negli impianti dell’Aral, la partecipata del Comune di Alessandria il cui responsabile dell’impianto, Giuseppe Esposito, 60 anni, da oggi è ai domiciliari. Nel 2013 l’allora assessore comunale all’Ambiente Claudio Lombardi comunicò di aver informato la magistratura e i militari del nucleo operativo ecologico su quanto gli era stato riferito circa strani conferimenti di materiale nella discarica del sobborgo di Castelceriolo, all’epoca peraltro già chiusa. Di quegli automezzi erano state fatte anche delle fotografie, finite alla Procura della Repubblica. Sempre nello stesso anno la commissione comunale sulle partecipate fa un sopralluogo negli impianti dell’Aral che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Il presidente, l’ex consigliere del M5s Domenico Di Filippo nota anch’egli quello che oggi ricorda come “uno strano traffico di camion che passavano dalla sede e si dirigevano verso la discarica ormai chiusa. Ci dissero che portavano terra”. Ma nota altro, Di Filippo: “Lo strumento per rilevare eventuali tracce di radioattività sotto cui passavano i camion era spento, non funzionava. Chiedemmo conto anche di quella stranezza”.
Quattro anni dopo quei sospetti sembrano trovare almeno parziale conferma nell’operazione condotta dal Noe dell’Arma nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Brescia e dalla Direzione distrettuale antimafia, in seguito a quanto scoperto dopo un incendio in un capannone di Rezzato, in provincia di Brescia, dov’erano stoccati rifiuti provenienti dalla Campania. Oltre al responsabile dell’impianto alessandrino è stato arrestato anche l’amministratore di una società del settore in provincia di Bergamo e sono state denunciate altre 26 persone, mentre provvedimenti di sequestro preventivo sono stati emessi nei confronti di due ditte di autotrasporto della provincia: la Ressia autotrasporti & C. di Alessandria, e la Euroimpresa srl di Novi Ligure.
I primi accertamenti avevano fin da subito fatto emergere come, all’interno dell’impianto andato a fuoco, fossero state illecitamente messe in riserva oltre mille tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti campani in totale difformità con l’autorizzazione posseduta. Le successive indagini hanno svelato iI sistema per lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti dal Sud e che avrebbe fruttato all’organizzazione non meno di dieci milioni di euro. Da quanto reso noto dagli inquirenti ancora non è chiaro se, per quanto attiene alla partecipata alessandrina, l’organizzazione abbia potuto contare solo sul responsabile dell’impianto e come quei camion siano transitati nelle aree e verso le discariche della partecipata non lasciando tracce o lasciandone di fittizie. Questo potrà emergere dagli interrogatori e da eventuali atti dell’inchiesta, a partire da intercettazioni e altri sistemi usati dagli investigatori per seguire mezzi, documenti e pure l’ingente flusso di denaro prodotto dalla spazzatura. Anche se sui Tir, che pare arrivassero anche di notte, non c’era solo quella.