LETTERA AI PARLAMENTARI // FEDERAZIONE ITALIANA EX ALLIEVI/E DI DON BOSCO
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, la lettera scritta dal Presidente nazionale della Federazione Italiana Ex allievi/e di Don Bosco – Giovanni Costanza – ed indirizzata ai Parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica affinché intervengano in favore delle famiglie con figli nella scuola pubblica paritaria.
Roma, 17 maggio 2020
Alla Presidente del Senato della Repubblica
sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al Presidente della Camera dei Deputati
on. Roberto Fico
Ai Presidenti di Gruppo presso il Senato della Repubblica
sen. Anna Maria Bernini (FIBP-UDC)
sen. Luca Ciriani (FdI)
sen. Loredana De Petris (Misto)
sen. Davide Faraone (IV-PSI)
sen. Andrea Marcucci (PD)
sen. Gianluca Perilli (M5S)
sen. Massimiliano Romeo (Lega-SP-PSd’Az)
sen. Julia Unterberger (Aut)
Ai Presidenti di Gruppo presso la Camera dei Deputati
on. Maria Elena Boschi (IV)
on. Davide Crippa (M5S)
on. Graziano Del Rio (PD)
on. Federico Fornaro (LeU)
on. Mariastella Gelmini (FIBP)
on. Francesco Lollobrigida (FdI)
on. Riccardo Molinari (Lega-SP)
on. Manfred Schullian (Misto)
Oggetto: Richiesta formale ai Parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica di adozione di provvedimenti a favore delle famiglie con figli frequentanti la scuola pubblica paritaria e della scuola pubblica paritaria medesima.
Onorevoli Deputati e Senatori del Parlamento della Repubblica italiana, l’emergenza epidemiologica da covid-19 ha interrotto bruscamente le attività didattiche. Il ricorso alla didattica a distanza, parzialmente e frammentariamente attuato, ha reso evidenti carenze e impreparazione, amplificando le disuguaglianze sociali e penalizzando le classi più deboli. Il decreto “Cura Italia” ha previsto 85 milioni di euro per estendere l’accessibilità e migliorare l’uso della didattica a distanza, ma questi sono stati riservati alle scuole pubbliche statali (11,18 € per allievo). Solo in sede di conversione in legge il Parlamento ha previsto 2 milioni di euro per le scuole pubbliche paritarie (2,30 € per allievo). La disparità di trattamento è palese.
La crisi economica, tra i tanti settori, ha messo in ginocchio anche le scuole pubbliche paritarie. Permanendo l’attuale assenza di qualsiasi intervento, lo stato di dissesto economico, già oggi manifesto, fa prevedere la chiusura quasi immediata di almeno un terzo delle circa 12.000 scuole pubbliche paritarie, disegnando un futuro molto incerto anche per le restanti.
Sul tavolo del Governo sono giunte diverse proposte ma, nonostante il riconoscimento del valore della scuola pubblica paritaria e la promessa di impegno a sostegno delle famiglie, il testo definitivo del decreto legge “Rilancio” non prevede alcuna misura a favore delle famiglie che scelgono la scuola pubblica paritaria per i loro figli, né tantomeno a favore delle scuole pubbliche paritarie medesime. Unica eccezione la modesta somma (circa 125 € per bambino) destinata alle scuole dell’infanzia paritaria a compenso del mancato versamento delle rette annuali.
Preme, innanzitutto, sottolineare l’aspetto della parità di trattamento. Non si chiedono favoritismi o concessioni di privilegi, ma si chiede il rispetto della pari dignità dei cittadini nella libertà di scegliere l’educazione per i propri figli e si chiedono le conseguenti azioni che rimuovano gli ostacoli all’esercizio di tale libertà.
Non sembri superfluo il riferimento all’art. 3 della nostra Costituzione. Come le famiglie che scelgono la scuola pubblica statale anche quelle che scelgono la scuola pubblica paritaria dovrebbero poter detrarre dalle imposte le spese sostenute. In caso contrario, come in effetti accade oggi, la scelta non è libera, ma ostacolata da aspetti economici che lo Stato non si occupa di rimuovere.
Dal punto di vista meramente tecnico, poi, la detrazione dalle imposte potrebbe avere un limite massimo per ciascun ordine di scuola, per esempio ricorrendo al costo standard di sostenibilità (elaborato attraverso approfonditi studi e risultato inferiore al costo medio unitario sostenuto dallo Stato per ciascun allievo delle scuole pubbliche statali).
L’importo da destinare, in caso di detrazione delle spese con un limite del 70% del costo standard sostenibile, sarebbe di circa 2,5 miliardi di euro. Tale somma, inoltre consentirebbe il mantenimento del posto di lavoro dei circa 180.000 lavoratori delle scuole pubbliche paritarie.
Invitiamo i parlamentari a tutelare il diritto di libera scelta dell’educazione e a rimuovere gli ostacoli che vietano l’esercizio di questo diritto alle famiglie italiane che scelgono le scuole pubbliche paritarie, scongiurando il pericolo della creazione di un monopolio educativo.
Ma esiste anche un aspetto di risparmio in termini economici per lo Stato. Il costo standard di stabilità (variabile da 4.573,91 € per l’infanzia a 6.143,58 € per la secondaria superiore) è inferiore alla spesa media unitaria effettivamente oggi sostenuta dallo Stato (7.763,91 € – fonte MIUR). Ne deriva che un allievo che migrasse dalla scuola pubblica paritaria a quella statale costituirebbe per lo Stato un costo maggiore rispetto al caso in cui vi permanesse, anche grazie alla detraibilità delle spese sostenute. Si pensi che, nell’ipotesi della prevedibile chiusura di circa 1/3 delle scuole pubbliche paritarie, circa 300.000 allievi a settembre sarebbero costretti a trasferirsi presso scuole pubbliche statali. Ciò comporterebbe un aumento di spesa di circa 2,8 miliardi di euro, a parte l’evidente difficoltà di reperire in via breve docenti e locali.
Inoltre la chiusura di alcune scuole pubbliche paritarie e la sofferenza economica di altre comporterebbe il licenziamento di almeno 60.000 lavoratori che andrebbero a infoltire la schiera dei disoccupati di cui dovrebbe farsi in qualche modo carico lo Stato, con ulteriore aggravio di spesa. Per finire esiste anche un aspetto di natura logistica. L’inizio del nuovo anno scolastico a settembre prossimo sarà difficoltoso per l’impossibilità delle strutture scolastiche, specie quelle statali, di ospitare gli allievi rispettando il distanziamento sociale introdotto con le misure di contrasto all’epidemia. Figuriamoci quale potrebbe essere il quadro della situazione con 300.000 allievi in più. Potrebbe essere proficua una collaborazione, in vista della quale già da ora le conferenze dei superiori e delle superiori delle congregazioni religiose (CISM e USMI) hanno offerto allo Stato la disponibilità per fini didattici di parti degli edifici in cui sono ubicati gli istituti delle scuole pubbliche paritarie.
Ecco i motivi per cui ci si meraviglia dell’assenza di provvedimenti da parte del governo. In conclusione, la Federazione italiana degli Exallievi/e di Don Bosco, per il tramite del suo legale rappresentante, il Presidente nazionale ing. Giovanni Costanza, alla luce delle superiori considerazioni,
INVITA GLI ONOREVOLI DEPUTATI E SENATORI
ad approvare, in sede di conversione in legge dei decreti legge emanati dal governo causa emergenza epidemiologica da covid-19, quegli emendamenti che prevedono provvedimenti a favore degli allievi della scuola pubblica paritaria e delle loro famiglie, primo fra tutti quello che prevede la detraibilità delle spese sostenute.
Confidando in un Loro sollecito intervento, si porgono Loro i più doverosi ossequi.
Il Presidente nazionale
(Giovanni Costanza)
presidente@exallievidonbosco.it
[Fonte: http://www.exallievidonbosco.it/media/uploads/blog/lettera_ai_parlamentari.pdf]