Europa, non El Dorado

Redazione – L’Europa non è El Dorado. Lo sappiamo bene. Anche se l’Europa è un bel sogno. Diciamo sogno, poiché la vera unione politica ed una seria guida europea latita ancora. E i segni non sono buoni. Naturalmente, come contraltare, esiste una qualità della vita buona, che temiamo, non senza ragione, di perdere in futuro.
Cosa diversa è la pubblicità. Quel modo di comunicare l’Europa e i suoi Stati membri che tanto affascina i migranti (prevalentemente clandestini, come mostrano le statistiche) e gli affaristi, che dietro l’immigrazione speculano a vario titolo. Un articolo, pubblicato su TIME di oggi, ci ricorda che la Serbia è “ripiena” di migranti. Migranti che corrono verso l’El Dorado europeo. Un luogo dove sia possibile ottenere nuovi documenti, andare a scuola ed iniziare una nuova vita.
Ma a sfruttare questa occasione – nel caso non dei rifugiati, ma dei migranti clandestini – non sono persone povere. Si tratta, bensì, di benestanti, che vogliono stare ancor meglio e sono disposti a pagare un certo prezzo per la loro clandestinità. Tra l’altro, l’instabilità generata dalla presenza di immigrati nei Paesi della ex Jugoslavia è ben nota nella storia (si pensi alle premesse della Prima Guerra Mondiale). La rotta dei Balcani è la più comoda e veloce per arrivare in Europa. Lo è dai tempi dell’Impero Romano. Lo è per condizioni naturali.
Il dover mercanteggiare con la Turchia, perché supporti la messa a freno di queste ondate non è fatto positivo. Non lo è poiché si contratta con un signore, Erdogan, che non è governante democratico. E lui ne approfitta di sicuro. Il dover ristabilire un certo ordine in Nord Africa – ordine distrutto anche con la cooperazione di certi Paesi europei, che hanno agito per propri interessi nazionali – sarebbe altrettanto necessario. Ma sembra che una politica estera vera europea tardi a venire. Del resto, non è nemmeno buono fare la figura dei cretini, come l’Italia ha fatto recentemente nel caso della Libia: mandata avanti e poi scaricata (ad esempio, dalla Francia).
L’Europa non è l’El Dorado. Però, fino a che non si costruirà un piano per farlo capire chiaramente a questi signori, la “miniera Europa” sarà un deposito, possibilmente, da razziare.