Passerella Appendino: non di sole sfilate vive il Sindaco

Redazione – Bilancio dei primi mesi di mandato di Chiara Appendino. Un disastro. Il Movimento 5 Stelle dominerà pure la comunicazione, trasformando le passerelle di Chiara Appendino in successi. Il migliore sindaco d’Italia? Ecco a voi una sfilata di risultati.
Cultura disastrata (chiusi finanziamenti teatro, perse mostre d’arte, litigi con musei e fondazioni, nomina di un assessore, che è stato soprannominato “assessore alle fontane”…). Capitolo a parte meriterebbe il Salone del Libro. Ma non ci pronunciamo (diciamo solo che chi era nelle seconde file di comando della Fondazione, è rimasto immobile). Rapporti con le Fondazioni bancarie: tanto fumo, poco arrosto. Bilancio del Comune: un disastro. Non solo l’eredità delle passate amministrazioni è tragica, ma vi sono dubbi sulle scelte presenti. Non solo. La genialità del Sindaco in passerella è stata il chiedere un audit alla Corte dei Conti (che, essendo organo giudicante, che deve restare indipendente, ha risposto picche). Ma ciò era prevedibile. Soprattutto per una bocconiana (dato che si è laureata alla Bocconi). Quindi dovrebbe (condizionale d’obbligo) sapere queste cose, dato che si parla di bilanci. Situazione delle partecipate: una schifezza. Perduto un battello sul Po durante l’ultima alluvione. Miseria dei cittadini costante, così come la disoccupazione. Pianificazione urbanistica disastrosa. Oltre a proposte assurde sulla modifica della viabilità, propone un piano periferie, che, in realtà, è stato pensato dalla Giunta precedente (e lo vende come proprio). Tanti cittadini, che l’hanno votata, ora protestano (caso di incontro pubblico per piazza Bengasi e dintorni, la settimana scorsa). Non parliamo di Città Metropolitana. Non è il caso. Non parliamo di TAV. Non è il caso (uscire dall’osservatorio, in cui si discute la gestione di un’opera che impatta sul territorio, non è una mossa furba, poiché decidono gli altri per te).
Un sindaco, che vive di passerelle. Perché ha buoni modi, come piacciono ai piemontesi d.o.c.. Però c’è solo quello. E non basta. Pare che, a “Repubblica”, la modestia di Chiara Appendino abbia mostrato cenni di cedimento, dichiarando che sa fare meglio i bilanci del comune piuttosto che le torte. Ora… ci perdoni… se fosse vero – speriamo di no – le torte dovrebbero essere da lavanda gastrica. Ora, dato che non è vero, è meglio che madamin Appendino si dedichi a fare torte per la sua famiglia. Si. Perché, a conti fatti, pare che abbia qualche difficoltà a fare il Sindaco.