“Vogliamo più soldi per Gtt” Comune e Regione ai ferri corti
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 28 novembre 2017
Una comfort letter “sconfortante”. È quella inviata questa mattina dal Comune di Torinoalla Regione Piemonte per siglare un accordo definitivo sul risanamento di Gtt, l’azienda dei trasporti controllata da Palazzo Civico. Una trattativa lunga mesi che la settimana scorsa sembrava indirizzata verso una soluzione positiva, ma che, a quanto pare, rischia un nuovo brusco stop. Dopo la mancata approvazione del piano industriale in assemblea, “per chiarire una serie di dubbi manifestati dalla Regione”, Chiara Appendino ha premuto sull’acceleratore, sottoponendo al vicepresidente di piazza Castello Aldo Reschigna, titolare del delicatissimo dossier, una bozza di accordo giudicata “irricevibile”. “Avevamo posto delle condizioni su cui non abbiamo avuto alcun riscontro e hanno il coraggio di chiederci ancora più soldi” ha sbottato Reschigna con chi gli ha chiesto lumi. A farlo saltare sulla sedia la richiesta di ulteriori risorse (si parla di 20 milioni a titolo di anticipo sulle partite contestate) per mettere a punto il piano industriale, senza alcun chiarimento sui paletti posti nei giorni scorsi.
Tra le richieste della Regione quella di considerare la transazione (tra i 16 e i 19 milioni) sui 71 milioni di disallineamenti tra l’Agenzia per la mobilità piemontese e Gtt una sorta di pietra tombale sul pregresso. Reschigna, infatti, teme che dopo aver sottoscritto l’accordo possano emergere nuove pendenze su cui Gtt potrebbe tornare a rivalersi nei confronti della Regione riaprendo un capitolo che lui vuole invece chiudere definitivamente. Inoltre, il piano prevede una serie di perplessità legate all’esternalizzazione di linee urbane e suburbane, utilizzando la partecipata Canova. La normativa nazionale prevede, infatti, la possibilità di sub affidare una quota massima di servizio del 30 per cento, mentre al momento esistono contratti di sub affidamento per il 10 per cento della rete: ci sono 5 milioni di chilometri ulteriori che possono essere “esternalizzati”, creando un risparmio di 2,5 milioni all’anno, ma secondo la Regione questo potrebbe sovraccaricare Canova oltre le proprie possibilità.
E così la bozza di accordo inoltrata sarà respinta al mittente, con il risultato di far passare altri giorni senza che Gtt approvi il bilancio 2016 e vari un credibile piano di risanamento con tutte le ricadute immaginabili sui lavoratori e sui conti del Comune di Torino (la Città ha appena approvato il bilancio consolidato senza tenere conto di Gtt, un documento su cui i revisori, proprio per questo motivo, minacciano di dare parere non favorevole). Una reazione a catena che rischia di far saltare il salvataggio dell’azienda e di riverberarsi fino in via Milano. Allo SpifferoReschigna si limita a dire: “Si sta giocando sul filo di un rasoio e qualsiasi fuga sui contenuti di questa corrispondenza rischia di pregiudicare l’intesa”.
Intanto il Partito democratico va all’attacco della giunta grillina: “Siamo a fine novembre e il silenzio dell’amministrazione comunale sul piano industriale di Gtt rischia di diventare, oltre che imbarazzante, colpevole – affermano il senatore Stefano Esposito e Nadia Conticelli, presidente della commissione Trasporti di Palazzo Lascaris -. A parole si invoca la collaborazione tra le istituzioni e di fatto, invece, si rischia di rendere inutile lo sforzo generoso della Regione. Più passa il tempo, più la situazione è a rischio, in primo luogo per l’azienda, e per la dignità dei lavoratori. Il servizio si è rarefatto e oggi si annuncia di fatto un aumento del prezzo delle corse. Viene il fondato sospetto che la mancanza di un piano vero di rilancio nasconda una precisa strategia di privatizzazione mascherata, con l’esternalizzazione subito di una parte di servizio e l’ingresso di partner privati nei settori più redditizi. Il Comune di Torino è azionista unico di Gtt e può proporre il piano che ritiene più opportuno. Se ne assuma la responsabilità però senza rimbalzare sul livello regionale o ministeriale”.



