IL PUNTO n. 679 del 22 giugno 2018
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 679, di Marco Zacchera, del 22 giugno 2018
CASO AQUARIUS: EUROPA E DEMAGOGIA
Accolti dall’applauso di 2.000 volontari e ben 750 giornalisti (!), 172 migranti sono finalmente sbarcati domenica dall’Aquarius nel porto di Valencia. Dei 629 precedentemente imbarcati – infatti – gli altri erano già stati man mano trasferiti a bordo di navi della guardia costiera italiana che sono sfilate in processione fino all’attracco sotto i vigili obiettivi di decine di telecamere. Si è così conclusa nel migliore dei modi la “drammatica vicenda” della nave salvatrice che per “colpa” del governo italiano era rimasta in giro per il Mediterraneo una settimana con i clandestini a bordo, nessuno dei quali sembra fosse rifugiato politico. Il viaggio è stato lungo, con sosta del convoglio per due giorni davanti alla Corsica (francese) causa maltempo, ma il prode presidente Macron non aveva concesso il permesso di sbarco, mentre gli italiani – apprendiamo stamani – sono stati da lui definiti “populisti lebbrosi”. Impegnati altrove purtroppo, non c’erano praticamente invece né giornalisti né telecamere ad accogliere in Italia – ancora questa settimana – altre centinaia di migranti sbarcati nei porti della penisola da mercantili di varie nazionalità o da nostre navi militari. Mentre tuttora imperversano le polemiche, chi ne avesse voglia vada a vedersi in differita su internet la penultima puntata di “Report” ( trasmissione RAI ) che posso girare a chi me la chiede via WhatsApp. Interessante che – con telecamera nascosta – è stato filmato un recente “salvataggio” della stessa Aquarius a due passi dalla costa libica. Interessante la presenza non solo delle navi-appoggio degli scafisti, ma di numerose altre barche di “facilitatori” (alias “complici”) degli stessi scafisti incaricati di recuperare perfino i giubbotti di salvataggio dei “salvati”, smontare i motori dai gommoni per usarli per nuove traversate e poi lasciando i gommoni ad affondare. “Facilitatori” che però stranamente spariscono con le loro imbarcazioni dalle immagini “ufficiali” dello stesso recupero. Il tutto con gommoni cinesi “usa e getta” – tutti uguali – di cui credo che la nostra “intelligence” sappia perfettamente nome, cognome, costo e ditta di provenienza… Chissà, magari provare ad interromperne la fornitura??
Insomma un evidente caso di “business-migranti” voluto ed organizzato dalla stessa ONG della Aquarius, un pugno in faccia a chi effettivamente fa volontariato per salvare sul serio vite umane oltre a quelli che poi i migranti sbarcati li devono seguire, accogliere, sfamare, istruire, integrare. Quanti dei 750 giornalisti presenti sul molo a Valencia se lo saranno mai chiesto?
SCHEDARE I ROM?
Sono indignato perché sale la polemica sulla “schedatura” dei Rom e nessuno ha pensato a me. Avevo solo un giorno (e allora non c’era neppure l’autority per la tutela dell’infanzia a difendermi!) e già mi avevano schedato subito: anagrafe e battesimo, quindi pure ignorando la privacy per le mie potenziali preferenze religiose. A tre anni mi schedarono per le vaccinazioni (obbligatorie!), a sei per la scuola elementare, all’università mi dettero perfino un libretto con obbligo di firma per superare gli esami e relativa foto segnaletica. Mi schedarono anche a militare e soprattutto per la politica, a partire dalla prima volta che fui “fermato” e portato in commissariato perché partecipavo ad una manifestazione missina per la liberazione della (allora) Cecoslovacchia, appena invasa da gentili e democratici carri armati sovietici. Addirittura in Parlamento – per votare in aula – dovevamo farlo con le impronte digitali: più schedati di così! Ma ditemi voi che idea balzana e antidemocratica sia adesso questa di voler (forse) schedare i Rom e relativi accampamenti: andando avanti su questa via antidemocratica qui si rischia perfino di minare anche il record della signora Vasvija H., una signora bosniaca Rom che dal 1986 ha accumulato “solo” 51 (cinquantuno) condanne per furto, e chissà quante volte l’ha fatta franca. La signora Vasvija – otto figli dichiarati, più quelli temporaneamente acquisiti giornalmente che usa per organizzare l’accattonaggio con 2 complici apparentemente incinte e recentemente bloccate dai Carabinieri a Roma – è rimasta però anche l’ultima volta in libertà poiché il giudice le ha permesso il patteggiamento con obbligo solo di dimora ad Aprilia, vicino a Roma, la piazza dove normalmente “lavora”: di rimpatrio forzato nessuno ne parla. Come giustamente ha sottolineato Mentana in TV una iniziativa in questo senso è quindi assolutamente razzista e anzi ricorda direttamente il bieco nazifascismo. D’altronde lo stesso illustre Saviano conferma: Salvini è uno sporco “buffone razzista”. Se lo dice lui, mi inchino…
TERREMOTI
All’inizio della settimana un violento terremoto di 6,1 gradi Richter ha scosso Osaka, una città giapponese tra le meno sismiche dell’arcipelago e dove l’ultimo terremoto importante era stato registrato nel 1923. Il sisma ha fatto bloccare per alcune ore – per motivi precauzionali – i treni ad alta velocità e la metropolitana, poi tutto è ripartito senza ulteriori ritardi e con pochi danni. Ci sono stati purtroppo 3 morti, di cui due anziani colpiti da infarto. Il terremoto di Osaka è stato leggermente più forte sia di quello dell’Aquila (2009) che di Amatrice due anni fa, ma la differenza in termini di vittime, crolli, rovine e sfollati è stata incalcolabile. L’Aquila è ancora transennata nove anni dopo, Amatrice e le altre località colpite sono tuttora distrutte. A Osaka tutto è stato invece ripristinato in poche ore.
Chiediamoci come mai…



