LA POLITICA RÉTRO

Riceviamo in redazione e riportiamo la Newsletter 6 – 2017 di Alpina – Dialexis, a cura di Riccardo Lala, del 7 febbraio 2017
LA POLITICA RÉTRO
L’”Europa a 2 velocità” e i ”144 impegni” di Marine Le Pen: due modi per eludere i grandi problemi di oggi
In Europa (ma anche in America, e perfino in Russia) vanno ora di gran moda i “revival”. Nulla di singolare se anche la politica ne è influenzata.
Nel caso dell’ Europa, questa nostalgia è molto prosaica e materialistica: è la nostalgia di quel “secolo breve” (il”Novecento”), in cui il PIL degli Europei, grazie alle colossali infrastrutture industriali ereditate dalla guerra, al crollo postbellico del costo del lavoro e ai residui del colonialismo, non aveva fatto che crescere, mentre dopo, a partire dal tornante del secolo, non ha fatto che diminuire.
Un tempo, ”nostalgia” (“Sehnsucht”) era l’ aspirazione mistica dell’anima verso l’infinito; venne poi la “nostalgia dell’Avvenire”. Oggi, siamo alla “nostalgia del Miracolo Economico”)
Di fronte a questo desiderio generalizzato, la politica risponde poi con la demagogia. Negli USA, si riprende lo slogan anti-guerra mondiale “America First”, fatto proprio dal transvolatore atlantico Charles Lindbergh. In Europa, assistiamo a due proposte parallele,che, però, vanno ambedue nella stessa direzione: bloccare l’esistente, facendo credere all’ elettorato di poter riprodurre le condizioni del ”mitico” Secolo XX°.
La prima è quella dell’ “Europa a Due Velocità”, lanciata dalla Merkel, che è poco più di una “foglia di fico” retorica per dire che non si vuole cambiare nulla. Di “Europa a Due Velocità” si era incominciato a parlare negli Anni’90, per riuscire ad accrescere l’integrazione europea nonostante le difficoltà dell’allargamento. Tuttavia, ora, l’ Europa a più velocità esiste già. Basta vedere il grafico che segue, che mostra quali Stati siano parte di quali istituzioni:ONU,OSCE,NATO, Coniglio d’Europa, Assemblea UE-ACP, Partenariato Strategicocon la Russia, UE, Euro, Schengen, per non parlare delle istituzioni dell’ Unione Eurasiatica. Questo ginepraio è uno dei principali motivi della debolezza dell’ Europa, la quale non riesce a parlare mai con una voce unica verso il resto del mondo.
Pretendere che, nei prossimi 10 anni,ci si dedichi anima e corpo all’ “Europa a due velocità” significa lasciare le cose come stanno, e assistere da spettatori alle turbinose evoluzioni delmondo,a cominciare dalla Nuova Via della Seta e dall’ avvento delle macchine intelligenti.
1.I “144 Impegni” di Marine le Pen: ritorno al 1958
La seconda proposta sono “i 144 impegni” di Marine Le Pen.
Documento pregevole per la sua precisione e completezza, dato che raramente i programmi elettorali sono così dettagliati. Peccato che sia praticamente identico al primo programma gollista della Va Repubblica (1958), il quale a sua volta è la lontana origine della Francia attuale. Anzi, ad esso mancano tutti gli elementi che De Gaulle vi ha aggiunto nel corso del suo governo (“Force de frappe à-tous-les azimuths”; Europa dall’ Atlantico agli Urali; Ariane; TGV; partecipazione ; regioni) , il che vorrebbe dire semplicemente abolire tutti gli sforzi fatti da De Gaulle per uscire dallo stato di debolezza indotto dalla IIa Guerra Mondiale. I militanti del Front National avrebbero dunque combattuto 50 anni contro il gollismo (tentando addirittura di ammazzare De Gaulle) solo per tornare al programma originario di De Gaulle stesso.
2.Inattualità dei programmi di ambo i fronti
Tanto alla Merkel,quanto alla Le Pen,non passa neppure per la mente che,nel frattempo: è caduta l’ Unione Sovietica; la Cina è divenuta la più importante potenza mondiale; le macchine hanno già sostituito gli strateghimilitari e civili, gli operai metalmeccanici, gli agenti di borsa, le segretarie, gli editori, i bancari e gli agenti segreti, e stanno per sostituire i confessori, gli avvocati, gl’infermieri, ipostini, i soldati… Affrontare i problemi del 2017 con gli strumenti del 1958 è dunque come voler combattere con una clava una guerra nucleare. Mentre, nel 1956, gli Ungheresi e i Polacchi si ribellavano all’ URSS, oggi gli Ungheresi, i Bulgari, i Serbi, i Moldavi, i Turchi, corrono a Mosca per farsi aiutare. Mentre, nel 1958, sembrava avveniristico il riconoscimento, da parte della Francia, della Cina comunista, oggi la Cina sta costruendo a Parigi “Europa City”; mentre, nel 1981, la Francia aveva il suo Internet (il Minitel), adesso solo gli Stati Uniti e la Cina hanno un web autosufficiente.
Già nel 1968, Jean-Jacques Servan-Schreiber aveva ammonito l’Europa che, se non si fosse dotata subito delle più moderne tecnologie, sarebbe divenuta una colonia americana. De Gaulle aveva avviato qualcosa di ancora modesto in questo cmpo, come l’industria nucleare francese, l’Ariane e il TGV. Da allora, nessuno ha fatto più nulla, sicché l’ Europa è, oggi, una colonia congiunta di America, Russia e Cina. L’”uscita della Francia dal comando congiunto della NATO” (realizzata fin dall’ inizio da De Gaulle e ora riproposta da Le Pen) non risolverebbe neppure,come dicono i “144 impegni”, il problema di non essere trascinati nelle guerre degli Stati Uniti, perché, a causa dell’esiguità del territorio francese, tanto i terroristi, quanto i missili astomici, farebbero molta difficoltà a “schivare” la Francia “neutralistica” in caso di conflitto.
I programmi delle varie forze politiche attualmente in campo, in Europa, in Francia come in Italia, non stanno dando alcun contributo in nessuno di questi settori, cosicché diamo per scontato che la situazione andrà peggiorando di giorno in giorno, finché qualcuno si accorgerà che gli uomini sono stati completamente sostituiti dalle macchine e che i sistemi informatici-militari americano e cinese, ormai padroni del mondo, dovranno necessariamente, o farsi la guerra, calpestando senza ritegno i territori degli Stati terzi, o, ancor peggio, fondersi in uno solo, eliminando ogni possibilità di resistenza da parte dell’ Umanità.
3.Uno spazio politico alternativo
Alle ultime elezioni europee non ha votato solo il 56% degli aventi diritto. Ciò significa che, mettendo insieme i sostenitori dell’ “establishment” (nelle loro varie sfaccettature di “sinistra”, “centro” e “destra”), e i cosiddetti “populisti” (comprensivi di americanisti, liberisti, micronazionalisti, tradizionalisti, localisti, dodecateici, postfascisti, veteromarxisti, pannonisti, ecc…), cioè l’intera classepolitica, non raggiungono il 34% degli elettori. Ciò è del tutto comprensibile per Il fatto che, mentre la situazione attuale di tutti noi è disperata, tanto i “tecnocrati”, quanto i “sovranisti” sono totalmente privi di idee, al punto da presentare come fossero grandi novità idee di almeno 60 anni fa.
Evidentemente, esiste oggi uno spazio politico maggioritario che non è occupato da nessuno. Come è possibile questo? A nostro avviso, le idee politiche innovative nascevano quando vi erano classi sociali relativamente indipendenti che potevano permettersi di combattere per sostenerle: l’aristocrazia per la Fronda e il Puritanesimo; la borghesia per il liberalismo, il nazionalismo e il socialismo; i soldati per il comunismo e il fascismo. Oggi, tutte le classi sociali sono “tenute al guinzaglio” dal potere, visto che il mercato mette continuamente inforse la sopravvivenza diciascuno. Nessuno ha il tempo di studiare, di discurtere, di organizzare; nessuno mette soldi in progetti che possano colpire l’ establishment o le Grandi Potenze.
Tuttavia, data l’enormità dello spazio politico libero (300 milioni di potenziali elettori), e la relativa facilità di formulare una critica dell’ attuale situazione, a noi sembra assolutamente fattibile creare almeno un movimento “di nicchia” che non sia compromesso, né con l’ Establishment, né con i populisti,e capace di raggiungere almeno un millesimo di questo pubblico (“zoccolo” sufficienmte per generare almeno un dibattito a livellocontinentale..