IL PUNTO n. 946 di Marco ZACCHERA
Riceviamo in Redazione, e condividiamo, la Newsletter “Il Punto” di Marco Zacchera del 15 marzo 2024, disponibile su “http://www.marcozacchera.it“
ABRUZZO
Il centro-destra vince largo in Abruzzo dopo aver perso la Sardegna per un pugno di voti e tante (troppe) polemiche interne. In attesa del voto europeo la Meloni tira dritto e respira. Sabato sera – in pieno “silenzio elettorale” – ho assistito in TV su NOVE (altra TV che in molti programmi si è nettamente schierata a sinistra) a un dibattito surreale “tra compagni” dove da Travaglio & C. sono arrivati attacchi pesanti e senza possibilità di replica a Marsilio e al governo, con il voto elettorale abruzzese che ha poi clamorosamente smentito le loro previsioni. A parte che quella trasmissione violava spudoratamente la legge elettorale e la “par condicio” sarebbe stata utile rimandarla in onda a risultati acquisiti. Dimostra nel modo più lampante la quantità di sciocchezze sostenute e la ben poca credibilità di chi le sosteneva.
GREEN E’ BELLO
Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva (con i voti contrari, tra gli altri, del centrodestra italiano) la direttiva sulle “case green”, per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre il consumo di energia. Una norma comprensibile per i nuovi edifici, ma molto meno per quelli esistenti. In pratica – da subito – circa 5 milioni di case italiane dovranno essere messe “a norma” con conti spaventosi per le famiglie, deprezzamento del loro valore ecc. Come poi si possano in soli 4 anni mettere poi in regola tutti gli edifici pubblici resta un mistero, ma questo non ha preoccupato la sinistra che ha gioiosamente votato a favore. Risparmiare energia è un’ottima cosa, ma – io credo – se ci sia un rapporto logico tra costi e benefici, anche perché l’ideona europea NON è accompagnata da finanziamenti e quindi, chi paga?
IL PAPA “A LA CARTE”
Se il Papa parla di immigrazione alla sinistra va benissimo è allora “W Bergoglio” se chiede invece la pace invece non va bene e allora “Abbasso Bergoglio”. Sono rimasto colpito dalla strumentalizzazione che si è voluto dare alle parole sacrosante di Francesco sulla guerra in Ucraina, ovvero che bisogna avere il coraggio di cercare una via d’uscita.
Il Papa non ha assolutamente detto che Kiev non sia stata aggredita, che l’Ucraina debba arrendersi o che Putin non sia l’aggressore ma – a domanda – ha risposto logicamente che bisogna comunque lavorare per la pace e non solo spingere per la guerra.
Se qualcuno ha poca memoria si vada e rileggere o risentire osa diceva Giovanni Paolo II a proposito della guerra in Iraq o dei bombardamenti NATO su Belgrado, ovvero esattamente le stesse cose,ma – oggi come allora – quando lo diceva “dava fastidio”. Certo che leggere, nello stesso giorno, che l’Italia ha aumentato dell’86% il suo fatturato in armi lascia pensare circa chi ci guadagna, così come il grande aumento delle spese militari nell’UE e dei paesi NATO. L’ho scritto e lo ripeto: si abbia il coraggio di provare a cercare la via di un armistizio e quando lo ripete anche il Papa mi consolo: io non conto niente, lui sì. e speriamo qualcuno ci rifletta, anche nei governi occidentali.
VERBANIA FUGURACCIA
La giunta comunale di Verbania (pur con assenze significative) ha LICENZIATO la segretaria generale del comune che aveva accusato mesi fa la sindaco di aver fatto pressioni indebite per “taroccare” un concorso comunale. I fatti, ripresi anche da un recente servizio delle “Iene” e dalla stampa nazionale, non fanno certamente bene alla reputazione della città, così come licenziare la segretaria generale a tre mesi dal voto non mi è parsa una buona mossa politica nè mettere a carico del comune le spese legali per difendere la sindaco Silvia Marchionini.
In attesa che la Procura dica finalmente qualcosa sui fatti, la ormai ex segretaria generale dott.ssa Antonella Mollia si è sfogata sui social in termini inusuali, ma che val la pena di riprendere testualmente: “Il mio destino si è compiuto: per dimostrare a tutta la Città di Verbania che non mi hanno vessato, oggi mi è stato revocato l’incarico di Segretario Generale per punirmi di aver scoperchiato un pozzo su cui nessuno aveva il coraggio di affacciarsi. 3 assessori (su 7) non hanno partecipato alla votazione e li ringrazio. Questo atto illecito ed illegittimo non fa altro che confermare la fondatezza di quanto da me denunciato. Insieme a me si puniscono tutte le persone oneste e coraggiose che non si piegano al potere malamente esercitato e alle intimidazioni mascherate da conferenze stampa. L’unico modo per aver ragione, per certe persone, è parlare da soli, senza contraddittorio, evitando le domande e gli argomenti critici, ma tentando di screditare chi accende la luce sui misfatti. Un’ ultima cosa: Amministratori onesti, NON abbiate paura di me. Io ho dovuto registrare (i colloqui con il sindaco – ndr) in seguito ad un confronto con gli inquirenti che erano già a conoscenza, attraverso terze persone, di quanto accaduto e che io ho solo dovuto provare per proteggere la mia serietà professionale ed il buon andamento della Pubblica Amministrazione. Io sono qui, se qualcuno vuole dirmi che i fatti non sono successi, sa dove trovarmi. Tutto il resto, sono chiacchiere!”
A Verbania si vota tra tre mesi: credo che anche per questo motivo sia giusto che nel frattempo la Magistratura faccia chiarezza.
STASERA 15 MARZO A STRESA ORE 20.45 INCONTRO A VILLA DUCALE PRESENTANDO “GENTE DI LAGO 3” E CON UN DIBATITO SULLA ATTUALE SITUAZIONE DEL LAGO MAGGIROE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE ED ITTICO.
CONTINUANO SU TELE VCO-AZZURRA TV LE MIE TRASMISSIONI SULLA STORIA LOCALE. Visibili sul canale 17 (oppure 617) vanno in onda il sabato alle 13.30 e la domenica alle 18. Le trovate anche sul sito on line dell’emittente (rubrica “pillole di storia locale”)
Approfondimento: RAZZISMO AL CONTRARIO
Mi ha stupito un articolo apparso sul Corriere della Sera la scorsa settimana: una ricercatrice italiana da 12 anni negli USA che, pur considerandosi “progressista e radicale”, lamenta l’aperta discriminazione razziale che subisce nella sua università (la Columbia University) perché bianca e quindi “oppressiva”.
A furia di “politicamente corretto” anche chi non ha minimamente idee razziste viene ghettizzato perché bianco e quindi formalmente discriminante rispetto ad una minoranza (nera, ma anche per gusti sessuali come le varie sigle LGBTIQ+) che di fatto impone la propria predominanza.
Succedeva già anche da noi decenni fa quando a scuola una minoranza obbligava tutti a scioperare e chi dissentiva era automaticamente “fascista” (chi ha vissuto come me il ’68 da destra se lo ricorda benissimo), ma oggi ogni gesto può essere interpretato in modo decontestualizzato e quindi “razzista” mentre sta crescendo una paura assurda di apparire non solo conformisti, ma in qualche maniera discriminatori anche se non se ne ha assolutamente l’intenzione.
Il predominio di alcune minoranze politiche e sessuali è evidente dalla cultura alla rilettura della storia, all’abbattimento dei monumenti (negli USA ormai una quotidianità) perché considerati razzisti alla cancellazione del “Columbus day” colonialista, alla richiesta di sovvenzioni, indennizzi, riconoscimenti culturali, premi tutti che siano però assolutamente “in linea”.
Personalmente non ho nulla contro i gay ma appare evidente – ad esempio – il peso sociale, politico, televisivo, mediatico che questa ed altre minoranze di orientamento sessuale hanno nel dibattito pubblico dove l’ex discriminato è ora spesso discriminante.
Leggere – tornando al Corriere – che in una delle più prestigiose università del mondo per accedervi agli studenti bianchi è chiesto di scusarsi con i compagni di corso neri per il razzismo di cui sono portatori oppure che ogni due settimane un bianco deve partecipare a una riunione di White Accountability “responsabilità bianca” trascorrendo almeno due ore per riconoscere le possibili micro-aggressioni verso i neri e chiederne un pentimento.
E quali sarebbero queste mini-aggressioni? «Un lunghissimo elenco di frasi proibite, perché considerate offensive. Per esempio, non bisogna mai chiedere a un compagno di studi da dove viene: può considerarsi un’implicita discriminazione etnica, oppure chiedere il corso di studi perché se lo studente è nero può evocare una piantagione di cotone dove lavoravano i suoi antenati schiavi ecc.”
In parallelo, mentre i bianchi partecipano a queste sessioni di auto-denuncia e pentimento, gli afroamericani si riuniscono nel Black Women o Black Men Safe Space («spazio sicuro»). Si scopre che «È il momento a loro riservato per denunciare le micro-aggressioni di noi bianchi, e mettere sotto accusa la Columbia se non affronta in modo adeguato il privilegio bianco, il razzismo sistemico» perché secondo l’università “Il trauma generazionale è quello ereditato da chi discende da schiavi neri.”
Ci sono poi le questioni politiche che hanno avuto anche un largo seguito sui media e discriminazioni anche dal punto di vista religioso, per esempio verso gli ebrei a seguito della crisi di Gaza. “La regola è che gli ebrei ashkenaziti, di origine est-europea, sono bianchi e quindi oppressori, gli ebrei sefarditi di origine mediorientale hanno invece il diritto a stare nella categoria degli oppressi”.
Il caso di Harvard dove la rettrice Claudine Gay ha dovuto dimettersi per discriminazioni verso studenti ebrei non sono evidentemente un caso isolato.
Ma c’è un altro aspetti che porta ad altri problemi: le conseguenti reazioni a volte violente di chi non accetta tutto questo. Uno dei motivi per cui Trump trova spazio con le sue provocazioni è proprio perché una parte dell’opinione pubblica americana (bianca, ma non solo) si sente discriminata. A volte immaginiamo che i “wasp” (americani bianchi, anglosassoni e protestanti) siano ancora la maggioranza negli USA ma non è più così, come moltissimi bianchi guadagnano meno dei neri e si sentono defraudati dei sacrifici loro e delle generazioni precedenti. Anche queste sono le radici del vasto bacino elettorale per Trump e che poi trova spazio per episodi come quelli a Capitol Hill. Un motivo in più perché gli USA si sentano sempre più divisi al loro interno, nella politica come nella società.
[Fonte: https://www.marcozacchera.it/il-punto-di-marco-zacchera.php]