Un patto da 6 miliardi

Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 23 novembre 2016
Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino hanno firmato la lettera di accompagnamento delle proposte per il Patto – annunciato nelle scorse settimane dal premier Matteo Renzi – sugli interventi per lo sviluppo economico, la coesione sociale e territoriale della Regione e della Città di Torino.
L’ammontare delle risorse previste – informa una nota di piazza Castello – è di circa 6 miliardi di cui 600 milioni garantiti dai fondi europei già attribuiti alla Regione. Nei prossimi giorni proseguiranno i contatti a vari livelli – tecnici e politici – con l’esecutivo, per verificare le modalità e i tempi con cui arrivare alla stipula del patto. Le proposte e lo stato di avanzamento del patto saranno illustrate lunedì in una conferenza stampa.
Sul piatto ci sono oltre 580 milioni di fondi governativi per lo sviluppo sociale (Fsc). Al Piemonte è stato chiesto di individuare obiettivi e interventi strategici su quattro macro aree di interventi: infrastrutture e mobilità, crescita intelligente, bonifiche e difesa del suolo, agricoltura. Risorse cui dovrebbe aggiungersi un cofinanziamento dei gestori della rete, ovvero Rfi (Ferrovie dello Stato) e Anas. Sulla crescita intelligente la Regione proporrà un investimento da 140 milioni per la ricerca e sviluppo all’interno del progetto Parco della Salute di Torino; fondi che andranno a sommarsi ai 250 milioni già stanziati dal governo (anche se il giallo sull’effettivo stanziamento di quelle risorse resta). È previsto infine un intervento da 25 milioni per la messa in sicurezza del Canale Cavour, mentre altri 70 milioni serviranno per interventi di bonifiche e contrasto al dissesto idrogeologico su tutto il territorio piemontese.
Inoltre, si devono aggiungere i fondi già stanziati per un progetto nazionale che coinvolge anche le altre regioni per garantire l’estensione della banda ultralarga in tutti i comuni d’Italia; un programma che coinvolge quei centri che per la loro collocazione geografica rischierebbero di rimanere isolati e tagliati fuori dal sistema di connessioni veloci. Su questa partita l’esecutivo investirà nel solo Piemonte 245 milioni, mentre altri 40 milioni saranno messi dalla Regione attraverso i fondi europei Fesr. Arriviamo a 830 milioni di euro.
Nel calderone di Torino ci sarebbero, oltre alla realizzazione della Metro 2, il completamento delle stazioni Dora e Zappata della ferrovia metropolitana, il dragaggio del Po e infine la realizzazione di una “free tax area” per incentivare gli investimenti stranieri in una delle tante aree dismesse della città.