Redazione – Riassunto. Fine gennaio. Viene decretato lo stato di emergenza e vengono stanziati cinque milioni di euro. Non si sa per cosa siano stati spesi.

Primi di marzo. Strutture sanitarie e medici di famiglia si trovano totalmente impreparati, perché nessuno ha coordinato la necessaria preparazione. Diffusi i casi in Italia. Arrivano i malati, arrivano i morti.

Da tante settimane, ormai, le strutture sanitarie vivono in uno stato di emergenza. Niente supporto a tutti quei pazienti che ne necessitano. Un esempio. Coloro che hanno bisogno di chemioterapia. Aumentano magicamente i posti letto in terapia intensiva, sottraendoli di forza a quei reparti che hanno delle terapie intensive o sub-intensive dedicate, poiché rivolte a pazienti che necessitano specifiche attenzioni.Stiamo chiusi in casa. Qualcuno, però, gira. Il sindacato riunito animali domestici minaccia ormai rivolta. I cani chiedono la parcella per essere portati fuori. I senza-tetto, che erano già senza-tetto, vagano abbandonati. Chiusura totale. La gente lasciata a casa, le scuole chiuse. Si vive, si lavora, si studia in casa. Tra lavoro di ufficio e lezioni on-line, dove insegnanti e studenti si sono dovuti adattare. Naturalmente, anche qui senza nessuna guida. Tutta buona volontà e tanta fatica.

Inseguiti fuggitivi con droni. Runners trattati come untori manzoniani. Poi arriva il 25 aprile. Lo stato di confusione regna sovrano. A Torino, dalle campane della chiesa di Nostra Signora del Suffragio echeggiano le note della canzone del Piave (come sapete bene, è della prima guerra mondiale). Sempre a Torino, a San Salvario, ragazzi (in gruppo) portano fiori in giro e lustrano le lapidi dei caduti. Ma… non dovevamo stare a casa? Ah, dipende…. Come recita la circolare del Ministero dell’Interno, in qualche modo, il 25 aprile si può fare. Dipende da chi sei.

A Bologna, al Pratello, come testimonia un video, tanta gente si è radunata. Sono arrivati i carabinieri. Nessuno è stato sanzionato.

In provincia di Cremona, invece, hanno sanzionato un parroco, perché non ha avuto cuore di allontanare i famigliari dei defunti della zona, che volevano andare a Messa. La Pasqua? On-line… L’inizio del Ramadan per i Musulmani? A casa. Il 25 aprile? Se sei dell’ANPI e ti metti d’accordo, puoi uscire e in qualche modo (indeterminato) puoi uscire.

A Messa nulla. Per fortuna ci lasciano in regalo bonus, con un set da 20 pentole, il funerale, incluse 15 persone, ben distanziate e all’aperto. La CEI, infatti, s’è un po’ alterata.

Arriviamo alla supercazzola di ieri sera. La supercazzola, per chi ricorda il film “Amici Miei” era fatta per ragioni bonarie. Qui… non si capisce nulla. Parliamo del Giuseppi show. Lui, punta del vertice, tanto ferito dalle parole di chi ha qualche dubbio sull’operato. Ma come. Parla sempre al Parlamento… Sembra che quella cattivona di Giorgia Meloni non sia d’accordo. Lo ha detto in Parlamento. Ad esempio, pare che non abbia chiesto un preciso mandato al Parlamento per l’Eurogruppo del 23 aprile. Solo per fare un esempio.

Grandiosi i consessi di esperti, nominati dal Governo, che, nella narrazione filo-governativa, decidono per noi. Ovviamente danno solo indicazioni, ma qualcuno cerca di scaricare barile. I piani? Segretissimi. Ovvio. Perché li scopriamo tutti insieme. Anche i membri del Parlamento li scoprono insieme a noi.

Dal 4 maggio libera tutti. Tutti quelli che, con autocertificazioni, per ragioni sanitarie, di necessità e simili possono muoversi. Quasi come prima. Potrete, con le dovute precauzioni, andare a trovare i vostri congiunti secondo la regola “Se ami l’Italia, tieni le distanze” (cito testualmente). Dunque, potrete vendicarvi cercando di far crepare i vostri congiunti, dato che, come ricorda lo stesso Giuseppi, un quarto dei contagi avviene tra congiunti.

Si riapre. Se siete baristi o ristoratori potete aprirvi una bottiglia di amaro e finire le scorte di superalcolici. Se siete lavoratori dello spettacolo… Ah no. Non ce ne sono. Come non ha parlato del personale sanitario e della scuola, fino a che non hanno fatto una domanda precisa, al termine della conferenza stampa.

I genitori vanno a lavorare, se hanno ancora un lavoro. L’INPS ha valutato 11 milioni di domande, ma, per Giuseppi, sono 11 mila. Mentre i genitori vanno a lavorare, i figli vanno a scuola? No. Perché le scuole riaprono, con tutte le precauzioni, a settembre. Perciò il pargolo 6-enne diventerà un informatico provetto. Se gli si blocca il computer, come farà? E voi lascereste un figlio di sei anni solo a casa? C’è il bonus baby sitti (scusate, baby-sitting). Salvo che non vogliate far crepare i nonni (poiché congiunti – vedi sopra).

Così rischiamo il tutti contro tutti. Nel frattempo, il Governo decide per tutti e il Parlamento… muto… Sembra una supercazzola ministeriale. La supercazzola ministeriale con 15 uomini sulla cassa del morto.

Non lo è.