Solidarietà ai condannati No Tav M5s deraglia sulla Torino-Lione
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 5 dicembre 2016
Torino esce dall’Osservatorio sulla Torino-Lione e in Sala Rossa scoppia la bagarre sulla solidarietà espressa in aula dai grillini ai 38 attivisti condannati al maxi processo per gli scontri in Val Susa dell’estate 2011. La mozione presentata dal Movimento 5 Stelleè stata approvata, con 26 voti favorevoli e sei contrari, al termine di un dibattito a tratti teso in Consiglio comunale. “So bene che un sindaco non può bloccare l’opera, ma questo è un atto che ha grande valenza politica”, sottolinea la sindaca Chiara Appendino, che si è detta “fiera e orgogliosa” di votare il documento, mentre davanti a Palazzo civico un drappello di No Tav, più bandiere che manifestanti, alcuni dei quali arrivati apposta dalla Francia, hanno dato vita a un presidio al grido di “Sarà dura”, lo slogan del movimento che si oppone al supertreno.
A 24 ore dalla vittoria del No al referendum costituzionale, per la Appendino Torino manda un altro “segnale forte a chi deve prendere decisioni importanti che riguardano la vita dei cittadini”, sottolinea la sindaca al termine di un confronto che ha visto il presidente pentastellato del Consiglio Fabio Versaci combattere tra la sintassi e le intemperanze dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Lavori sospesi e conferenza dei capigruppo convocata d’urgenza quando la consigliera 5 Stelle Carlotta Tevere, presidente della Commissione legalità, ha espresso solidarietà ai militanti No Tav condannati di recente al maxi processo per gli scontri nell’estate 2011. Una presa di posizione che ha scatenato l’indignazione delle opposizioni: “Vergogna, vergogna”, è stata replica di Osvaldo Napoli di Forza Italia, mentre il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo ha parlato di un aperto “attacco alla magistratura”. A quel punto il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Alberto Unia ha alzato la posta sottolineando che la posizione espressa da Tevere era “a titolo di tutto il gruppo e non personale”. Legna sul fuoco della polemica. “Mai nella vita mi sarei immaginato un appoggio dei delinquenti”, ha detto Roberto Rosso. “La solidarietà umana non si nega a nessuno – ha aggiunto Alberto Morano – quella politica non si può dare a persone che sono state condannate al termine di un processo. Questi consiglieri comunali non se lo devono permettere”. In ultimo un tentativo di retromarcia: “Volevo esprimere solidarietà umana nei confronti della Valle di Susa e dei manifestanti”, si è giustificata la Tevere, “per evitare le strumentalizzazioni”.
La mozione, passata anche con il voto favorevole di Eleonora Artesio, esponente di Torino in Comune, viene bollata dall’azzurro Napoli come “carta straccia che vale zero, uno specchietto per le allodole, per dire che la purezza grillina è salva”, mentre il capogruppo della Lega Nord, Fabrizio Ricca, è tornato a proporre il referendum “per far decidere i cittadini e non solo 24 consiglieri”. “Chi rifiuta il confronto, prosegue e propone sempre e solo lo scontro”, sostiene il presidente dell’Osservatorio e commissario di governo Paolo Foietta, in una lettera aperta alla sindaca Appendino. Ma tra i banchi della maggioranza pentastellata c’è chi si abbraccia e parla di “una giornata storica”. Conviene rileggere il sussidiario di quinta elementare.
Confindustria Piemonte e Unione Industriale di Torino “valutano molto negativamente l’uscita della Città di Torino dall’Osservatorio Torino-Lione, deliberata oggi in Consiglio Comunale dopo la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle: la volontà di sottrarsi al confronto sulla linea con il territorio, insieme agli altri Comuni interessati direttamente e indirettamente dall’opera, rappresenta un atto di grande supponenza che i cittadini e le imprese torinesi e piemontesi non meritano, oltre ad un’occasione di crescita perduta”. Lo si legge in una nota. “Gli investimenti connessi alla rete dei Corridoi europei non sono legati all’immediato futuro, ma riguardano un percorso di programmazione e di realizzazione di lungo periodo, all’interno di un disegno di cooperazione territoriale e di sviluppo economico strategico per il nostro Paese, condiviso e supportato economicamente dall’Unione Europea”, continuano le associazioni. “Di conseguenza si ritiene indispensabile che le istituzionali locali, anche quando non concordi con alcune delle scelte assunte nel corso del processo decisionale, compiutamente democratico, che si è articolato intorno alla Torino-Lione, si assumano le loro responsabilità all’interno del dibattito istituzionale che riguarda l’assetto del territorio, partecipando alla costruzione di un percorso di programmazione degli interventi per supportare investimenti e crescita delle economie locali – conclude la nota -. Tra questi, sicuramente le dinamiche relative al piano strategico di rilancio Open for Business che la Città di Torino propone di strutturare con gli altri partner di territorio per l’attrazione di investimenti a Torino e in Piemonte, per realizzare il quale non si può certo prescindere da un sistema infrastrutturale moderno, di cui la Linea Torino-Lione è l’elemento chiave”.