Siria e Svezia, ennesima figuraccia dell’Europa
Riportiamo l’articolo, a firma di Gianandrea Gaiani, pubblicato su “La Nuova Bussola Quotidiana” il 9 aprile 2017
Almeno un po’ di gratitudine avrebbero potuto mostrarla questi terroristi islamici senza cuore. Donald Trump aveva appena rovesciato quanto annunciato per un anno in campagna elettorale e per tre mesi dopo il suo insediamento, bombardando le forze militari di Assad invece dei jihadisti incassando pure il plauso degli alleati europei, e quegli ingrati di islamisti vanno fare strage con un camion nel centro di Stoccolma.
Tutti i movimenti jihadisti avevano mostrato entusiasmo per il voltafaccia di Trump che ha finto di credere alla boutade dei gas nervini di Assad e di commuoversi per i bambini siriani gasati (ma non per i ben più numerosi bambini iracheni uccisi dalle bombe USA a Mosul a fine marzo), e poche ore dopo un fans dell’Isis travolge con un TIR rubato innocenti svedesi dediti allo shopping. Naturalmente non ci sono elementi concreti per mettere in relazione i raid missilistici americani contro le forze aeree di Assad e “l’attentato veicolare” a Stoccolma ma è paradossale che nel momento in cui gli USA danno una mano alle milizie jihadiste (ormai barricate sulla difensiva nelle loro ultime ridotte in Siria e Iraq) con l’approvazione dell’Europa, un “soldato” dello Stato Islamico colpisca una capitale europea.
L’Europa e soprattutto l’Italia sono da anni impegnate a spiegarci che i migranti illegali non si possono respingere, i trafficanti libici di esseri umani non si possono attaccare e neppure le navi che portano loro i gommoni cinesi triangolati via Turchia e Malta si possono intercettare perché non c’è un’autorizzazione dell’Onu a penetrare sulle coste libiche o a perquisire i mercantili sospetti. Paradossale allora anche che gli stessi europei approvino l’operato di Trump che bombarda la Siria del tutto illegalmente senza una dichiarazione di guerra né un mandato dell’Onu e senza aver neppure chiesto il via libera parlamentare al Congresso. E poi se per i leader europei Trump era giustificato a colpire dai “crimini di guerra di Assad”. perché allora non sono stati sparati anche missili europei contro i suoi aeroporti?
L’ennesima figuraccia di un’Europa troppo coniglia per tutelare i suoi interessi nel mondo da non riuscire più neppure a difendere i suoi cittadini dal terrorismo islamico, mette in evidenza tutta la mediocrità di una classe dirigente già pronta a scodinzolare dietro a Trump (che fino a ieri insultava) come aveva fatto con Obama fino a tre mesi or sono. Quanta ipocrisia c’è anche dietro la “sorpresa” con cui la Svezia ferita “scopre” candidamente di essere bersaglio dei jihadisti nonostante la sua tradizionale politica di apertura, tolleranza e integrazione tanto sbandierata ma ben poco realizzata a causa della resistenza opposta dalle comunità islamiche. Dominati dalla dittatura del politically correct e dal timore di “sembrare razzisti” nel denunciare i crimini degli islamici, gli svedesi sono da tempo con l’acqua alla gola con gli immigrati islamici, come e o peggio altri Paesi europei.
Un rapporto del Centro nazionale per gli studi sul terrorismo della Swedish Defence University di Stoccolma – citato da Il Giornale – ha evidenziato i casi di moltissimi contributi del welfare per l’affitto, assegni familiari e prestiti per studenti percepiti da individui che hanno lasciato la Svezia per Iraq e Siria. Sono 300 in totale i foreign fighters censiti, 120 quelli che hanno fatto ritorno in Scandinavia, tutti a carico del welfare svedese per recuperali alla società, mentre sono emerse truffe per incassare sovvenzioni per disabili, al fine di dirottarle ai jihadisti. L’attentato di venerdì a Stoccolma “ha colpito tutti ma negli ultimi tempi i cittadini svedesi si sono sempre più abituati a notizie in cui la violenza arriva a toccare vette insolite per questi territori” sottolinea Il Giornale.
“Bande criminali straniere e svedesi hanno ormai preso confidenza addirittura con l’uso di bombe a mano e il sospetto è che siano importate dai Balcani da figure connesse ai canali di immigrazione illeciti. Negli ultimi due anni l’utilizzo è dilagato in tutta la Svezia: dai pochi e più isolati episodi del passato si è giunti a una cinquantina di esplosioni sia nel 2015 che nel 2016, con diversi feriti e un morto. Il 2017 non è esente: l’ultima esplosione risale alla fine di febbraio, a Malmo”. Come in altre città d’Europa anche in quelle svedesi l‘autoesclusione degli islamici crea pericolose sacche di illegalità diffusa con interi quartieri ormai off-limits per la polizia e persino per vigili del fuoco.
Ben 53 aree quelle mappate dal governo mentre gli ultimi tafferugli con incendi e devastazioni compiuti da bande islamiche risalgono a due settimane or sono proprio a Stoccolma.