“Una scossa al centrodestra”
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 10 dicembre 2016
Accendere una lampadina per non vedere nel buio le (cinque) stelle. Elementare Watson. Indagine non certo difficile quella di Sherlock Holmes Parisi per stabilire come potrebbe consumarsi il delitto perfetto per mano grillina: «Dopo il referendum il centrodestra, a parte la rivendicazione della vittoria del No, non si è sentito. E non possiamo permettercelo – ha detto ieri l’ex mister Chili, parlando della crisi di governo. – Alle prossime elezione vince Grillo. Lo abbiamo capito sì o no? Rischiamo di avere un governo Grillo e non possiamo permettercelo. Abbiamo bisogno di una piattaforma di centrosinistra e una di centrodestra che siano maggioritarie e si contendano la guida del Paese».
Così “accendi la tua lampadina” diventa il claim con cui dalla riunione programmatico-operativa che si terrà a Roma martedì Stefano Parisi lancerà l’operazione di apertura dei circoli nel territorio: «La struttura di Energie per l’Italia è orizzontale e diffusa: non prevede gerarchie – ha annunciato – ma una rete collaborativa fatta di “lampadine” accese in tutta Italia per indicare una alternativa di centrodestra positiva che riaggreghi il popolo dei moderati e consenta di uscire dalla crisi politica».
A Torino l’interruttore lo ha pigiato con largo anticipo Alessandro Cherio, presidente del Collegio costruttori, un passato da consigliere comunale in Forza Italia e tra i primi ad abbracciare le idee dell’ex ad di Fastweb e condividerne il progetto. Alla Gam il 19 novembre pareva una luminaria di Natale. «Eravamo davvero in tanti. C’erano anche molti di quelli che avevano lasciato Forza Italia nutrendo fiducia in Matteo Renzi alle primarie e poi alle Europee. Poi hanno capito che era un bluff, ma hanno ancora voglia di politica serie, di idee e proposte. È un elettorato in parte tradito, che in troppi casi ha abbandonato il voto, ma non la voglia di tornare a votare se c’è l’offerta giusta».
Cherio suffraga quel che dice con l’affluenza al referendum. Lui ha votato Sì e rivoterebbe così. Lo aveva anche annunciato a Parisi: «Non mi sento affatto un traditore. Questo Paese ha bisogno di riforme e la stessa proposta di una Costituente fatta ieri da Stefano (Parisi, ndr) va in questo senso». Adesso si prepara non solo a darlo, ma a chiederlo il voto: «Pronto a candidarmi. E non sono mica uno di quelli che fanno la solita manfrina dicendo che sono disponibili se gli viene chiesto, che lo fanno per spirito di servizio». Si corre e basta. Con chi è tutto da vedere.
«L’obiettivo ovviamente è un centrodestra unito, altrimenti vince Grillo. Però con la Lega di Salvini e sottolineo di Salvini perché c’è anche una Lega che non è lepenista e non fa comunella con Casa Pound, ecco con quel partito dell’attuale segretario ci sono cose che ci dividono: l’idea dell’Europa, l’euro, la stessa deriva sul modello del Front National. Così le condizioni per stare insieme non ci sono». Lontano dall’immagine di Marine Le Pen, il proconsole piemontese di Parisi vorrebbe un François Fillon italiano. «I socialisti da una parte, i liberali dall’altra, insomma le storiche famiglie politiche europee».
Restando tra le mura domestiche non è che le questioni manchino: «A Torino Forza Italia alle comunali ha preso il 5 per cento, più o meno quanto Roberto Rosso. Non è un problema? Il centrodestra si deve interrogare e soprattutto darsi e dare delle risposte. Noi ci proviamo: a partire da temi concreti da discutere con gli elettori e quei corpi intermedi da cui Forza Italia si è nel tempo allontanata e Renzi ha fatto in fretta a coglierne la risposta negativa dopo un certo entusiasmo iniziale». Boccia senza appello la sindaca Chiara Appendino «votata anche grazie a elettori del centrodestra e che dopo aver annunciato tanti no, ha incominciato a dire tanti sì».
In primavera per le amministrative nei tre capoluoghi, Alessandria, Asti e Cuneo e in centri importanti della cintura torinese Cherio è pronto ad accendere per tempo, pure lì, le lampadine. «Stiamo organizzandoci nelle varie province, abbiamo più che buoni riscontri di interesse. Sì, i nostri candidati ci saranno. Spero anche in quel caso nell’ambito di un centrodestra il più unito possibile». Le regionali sono più lontane: «Step by step, un passo alla volta» premette l’uomo di Parisi sotto la Mole. Che, tuttavia, lancia segnali: «Credo che la proposta alternativa al centrosinistra per la Regione dovrà avere come punto di partenza il lavoro dignitoso di opposizione che stanno facendo i consiglieri di Forza Italia».
Su un punto Cherio non transige: «Un centrodestra a trazione salviniana porterebbe senz’altro alla sconfitta». Le lampadine per le prossime politiche e pure le amministrative si stanno accendendo anche in Piemonte. Basteranno a scacciare il buio oltre la siepe delle elezioni?