Rsa, fondi vincolati e più posti letto
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 7 agosto 2020
Far pagare agli anziani e alle loro famiglie il conto di errori o difficoltà di gestione delle Asl non sarà più possibile. Già, perché in qualche caso, purtroppo, in questi anni è andata così: non tutti i fondi trasferiti dalla Regione Piemonte alle aziende sanitarie per gli accreditamenti, ovvero il pagamento delle rette, sono stati spesi come dovuto. O sono rimasti in cassa per ridurre il rosso di bilancio, oppure dirottati per sostenere altri costi. Risultato: in alcuni casi, non in tutti per fortuna, i posti nelle Rsa hanno continuato ad essere insufficienti e i tempi per un ricovero sempre più lunghi.
Ieri, nell’incontro con i rappresentati delle associazioni dei gestori delle strutture, il governatore Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi hanno annunciato che i fondi destinati alle Rsa, trasferiti dalla Regione alle aziende sanitarie, saranno vincolati e le Asl avranno l’obbligo di spendere almeno il 90% della somma. Nella stessa circostanza il governatore si è detto disponibile a concedere per il prossimo anno un incremento di circa il 10%, pari a venti milioni di euro, del fondo per le Rsa che si aggira attorno ai 240 milioni. Una parte di questo aumento sarà utilizzata per finanziare gli adeguamenti contrattuali del personale, un’altra per aumentare i posti letto convenzionati e, di conseguenza, ridurre i tempi di attesa, ad oggi in molti casi ancora troppo lunghi.
Misure pesanti quelle annunciate da Cirio e Icardi che arrivano alla vigilia del varo, oggi con una delibera della giunta, dell’Osservatorio permanente sulle Rsa. L’organismo, frutto e conseguenza del protocollo d’intesa firmato lo scorso 31 marzo dalle prefetture, la Città Metropolitana, i Comuni capoluogo di provincia con cui era stato dato vita a delle cabine di regia provinciali coordinate dal prefetto di Torino, segna il passaggio da un ruolo emergenziale a strutturale.
Dell’Osservatorio, che sarà presieduto dal direttore regionale della Sanità e del Welfare Fabio Aimar, faranno parte i rappresentanti delle prefetture, un esponente del comparto medico, uno di quello infermieristico, un rappresentante dei lavoratori e uno dei gestori. L’insediamento dell’organismo è previsto entro il 31 agosto e la sua attività sarà sinergica rispetto al progetto di riforma del comparto che la Regione intende attuare, anche in relazione alle carenze e ai problemi emersi, purtroppo spesso in maniera tragica, nel corso della fase più acuta dell’emergenza Coronavirus.
Avere la situazione più sotto controllo, avviare una riforma strutturale di cui il settore necessita da tempo e, intanto, attuare interventi che non possono essere attesi ancora a lungo: questo è ciò che incrociano le decisioni annunciate ieri da governatore e assessore con la formalizzazione, oggi in piazza Castello, dell’Osservatorio. Nessun dubbio sul fatto che mettere mano alle Rsa sia una delle priorità assolute, se non la principale. Attualmente in Piemonte i posti letto sono circa 40mila, dei quali 12.500 in convenzione: un quadro che presenta forti disparità tra Torino (dove il convenzionato è poco inferiore all’80 per cento e il resto del territorio regionale che a malapena raggiunge il 30 per cento.
Una rivisitazione profonda del sistema è ciò a cui sta lavorando la task force dell’ex ministro Ferruccio Fazio che ha già prodotto una relazione preliminare, adesso nelle mani di Cirio e Icardi. Lo stesso fronte contrattuale affrontato ieri con i rappresentanti dei gestori presenta non pochi nodi da sciogliere.
Basti pensare che, come ricorda Michele Colaci, presidente di Confapi Sanità, tra i presenti all’incontro, “le rette sono ferme al 2013 quando il decreto Balduzzi le ridusse anche del 5 per cento, dallo stesso anno non c’è stato nessun incremento neppure in base ai parametri Istat, nel frattempo abbiamo dovuto far fronte a due aumenti contrattuali per il personale che nei bilanci delle Rsa è una voce che vale il 70 per cento”. Attualmente la tariffa riconosciuta dalla Regione è di 44 euro giornalieri a letto. Da qui l’annuncio di Cirio circa la disponibilità alla concessione di un aumento del budget per l’anno prossimo di circa 20 milioni e conseguente aumento dei posti letti accreditati. Con quel vincolo per impedire che i soldi vengano spesi in altro modo o restino in cassa per cercare di far quadrare i bilanci, sulle spalle di chi ha dovuto aspettare per trovare un posto nella Rsa. E magari poi non lo ha neppure trovato.