Piemonte in alto mare

Redazione – Aria d’estate. Aria di vacanze. Aria di mare. Aria di alto mare per il Piemonte e per Torino.
Mentre sui quotidiani locali si parla del passato e futuro della Lega e dell’abbandono di Forza Italia da parte dell’ex ministro Costa, noi guardiamo altri numeri.
Quelli che ci mostrano una economia disastrata. A parte i poli tecnologici e l’agro-alimentare, l’economia piemontese fa acqua da tutte le parti. Confartigianato dichiara il proprio pessimismo. Del resto, guardando i numeri, 700 mila persone hanno beneficiato delle richieste di sostegno legate al coronavirus.
In attesa dell’autunno, che presto arriverà, con tutti i problemi di lavoro e della scuola (ma i banchi? Le lezioni a scuola e in università? E i concorsi? E le supplenze?), ci consoliamo col turismo. In 7 giorni, col voucher vacanza, sono stati piazzati più di 1000 pacchetti in luglio.
Torino come risponde? Benissimo, direte voi… Infatti… I musei aprono dal giovedì alla domenica! Ma come! Non eravamo in crisi e con bisogno disperato di aumentare le entrate? E il turismo non poteva funzionare? Se, però, tieni chiusi i musei per così tanti giorni, perché e per chi le attività commerciali dovrebbero restare aperte? Quali motivi ci sarebbero? Cosa ha pensato l’amministrazione comunale per attrarre persone? Cosa ha concordato, in questo momento di necessità, perché le persone possano godere di Torino ad un costo accessibile?
La realtà è che il Piemonte è ripartito dai territori. Il lago Maggiore ha raccolto il più grande successo. Torino, invece, amministrata, probabilmente, a caso, raccoglie i frutti… del nulla.
I cittadini di Torino non si meritano una amministrazione del genere. Anzi. Abbiamo tutti bisogno di ragionare ed agire in maniera diversa. Per questo è indispensabile, sin d’ora, pensare in maniera diversa. Salvo che non si voglia aumentare il numero di persone che non sappiano come arrivare al mese dopo. Però, dobbiamo esigere dai nostri attuali e futuri rappresentanti di smettere di gareggiare per la poltrona, per ragioni seppur comprensibili (che cosa farò domani, se perderò il mio seggio?), anche se non giustificabili.
Oppure… dobbiamo iniziare ad accorgerci che Torino e il Piemonte siano casa nostra. Sono casa nostra. Non un nome. Torino non è un nome. Piemonte non è un nome. Torino e il Piemonte sono realtà, territori, persone. Noi. Forse è il caso di svegliarsi. Ora, sotto l’ombrellone, pensiamo a tutto il bello, il buono, la creatività che possiamo metterci, per far bella casa nostra e viverci bene.