“L’assessorato resta a noi”, Fratelli d’Italia avvisa Cirio
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 7 gennaio 2020
L’ingresso in consiglio regionale di Davide Nicco, previsto nella seduta di oggi, non solo va a colmare rapidamente il vuoto lasciato nei banchi di Fratelli d’Italia in seguito alle dimissioni di Roberto Rosso, ma avvia il percorso che si annuncia altrettanto rapido verso a quello che la maggioranza e lo stesso presidente Alberto Cirio non amano chiamare rimpasto, anche se tale (pur senza eccessivi stravolgimenti) resta nella sostanza.
Di certo non cambierà lo schema numerico della giunta, come invece pareva profilarsi a cavallo tra Natale e Capodanno quando alcuni ambienti della Lega avevano lasciato intendere che non sarebbe stata impossibile una riduzione da due a uno dei posti in giunta del partito di Giorgia Meloni e quella poltrona sarebbe potuta andare proprio a loro, i leghisti. Questi ultimi avevano già pronto, nel caso, l’attuale vicecapogruppo (qualcuno malignamente dice con funzione di tutor del titolare Alberto Preioni) il novarese Riccardo Lanzo. Per lui, destinato a presiedere la prossima commissione sull’Autonomia, ci sarebbe stata proprio questa materia politicamente rilevante per la Lega, insieme ovviamente alle deleghe fino al momento dell’arresto e successive dimissioni in capo a Rosso.
Ipotesi bocciata senza appello dai Fratelli d’Italia quella di un loro dimezzamento nella squadra di governo. “Non se ne vede proprio la ragione” ha tagliato corto il coordinatore regionale Fabrizio Comba, con un’ulteriore traduzione ancora più chiara del concetto in un “non esiste. Due sono nell’accordo pre elettorale e due restano”. Oggi, con la ripresa dei lavori in Consiglio, i coordinatori regionali delle forze che sostengono la giunta Cirio fisseranno, di convùcerto con il governatore, la data del vertice in cui si affronterà la questione.
A questo punto a tornare a comporre la coppia di giunta, insieme a Elena Chiorino, sembrerebbe destinato l’attuale capogruppo Maurizio Marrone, al quale Cirio sarebbe intenzionato ad affidare la Cultura – un core business dei Fratelli, sfuggito loro nella ripartizione iniziale anche proprio per la volontà del governatore di non darla a Rosso – togliendola alla leghista alessandrina Vittoria Poggio che, visto l’entusiasmo mostrato per quella delega, non si straccerà certamente le vesti, ben felice di continuare a gestire la sua materia d’elezione (e professione) ovvero il Commercio, insieme al Turismo.
Una strada in discesa quella di Marrone, veterano di Palazzo Lascaris, verso la giunta anche se si tratta di un cammino che per il suo partito (e non solo) potrebbe presentare qualche salita altrove: l’abbandono della guida del gruppo e di quel ruolo che, anche in virtù dell’esperienza e della conoscenza della macchina di via Alfieri, ne ha fatto il riferimento dell’intera maggioranza nella gestione dei lavori così come nell’azione politica anche rispetto alle minoranza, pone comunque un problema.
La figura “naturale” per ricevere il testimone in aula sarebbe il cuneese Paolo Bongioanni, molto vicino a Cirio, ma considerato da una parte dei Fratelli troppo giovane di militanza nel partito e senza quella genealogia aennina o financo missina che vanta invece Marrone e che tra i meloniani in questo periodo pesa non poco. Tuttavia, probabilmente spetterà proprio all’ex direttore dell’Atl di Cuneo guidare la pattuglia di FdI, mentre per il nuovo arrivato Nicco si prospetterà probabilmente la vicepresidenza della terza commissione attualmente occupata da Bongioanni.
Nel rimpasto che non vogliono chiamare così, entrerà come ampiamente previsto anche lo scambio di competenze tra due degli attuali assessori leghisti: Marco Protopapacederà Agricoltura, Caccia e Pesca al compagno di partito nonché vicepresidente Fabio Carosso ricevendo in cambio l’Urbanistica e la Programmazione territoriale.