La difficile manifestazione “immacolata” dei No Tav
Riportiamo l’articolo, a firma di Marco Margrita, pubblicato su “Tempi.it” il 7 dicembre 2018
Tornano in piazza gli antitreno, tra la delusione per i grillini e le solite spinte “di sinistra”, ma sarà difficile dare una risposta a quell’Italia ormai stufa dei “no tutto”.
Ai No Tav serve una manifestazione immacolata. Il ritorno in piazza, a Torino e non nel villaggio di Asterix della Val Susa, proprio all’Immacolata, è vissuta come prova di forza e grande operazione mediatica per dimostrare la natura non violenta del movimento. La data non è stata scelta a caso: l’8 dicembre per gli avversari del tratto ferroviario del Corridoio 5 ha un valore simbolico, ricorre l’anniversario della ripresa dei terreni di Venaus nel 2005 e vi si celebra, con la solita generosità di maiuscole di chi si sente impegnato a salvare il mondo, quella che è stata battezzata la Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta.
DELUSIONE GRILLINA
Nelle assemblee di queste settimane dell’articolato fronte che si oppone alla Torino-Lione (ben lungi dall’essere unitario nelle sensibilità e nelle strategie) non si parla d’altro: “nemmeno una cartaccia o una scritta con la bomboletta spray, figurarsi qualche provocazione verso le forze dell’ordine”. Pesa il confronto con la prima sobria e trasversale mobilitazione in favore dell’opera del 10 novembre scorso. Nemmeno, poi, si vuole farla sembrare un’azione di sostegno alla non proprio in stato di salute eccellente Chiara Appendino e ai 5 Stelle in generale (pure ad Alberto Perino il più Grillofriendly dei leader antitreno è sorto qualche dubbio sull’affidabilità dei pentastellati in versione governista). I valligiani vorrebbero rispondere all’assenza di bandiere alla piazza Castello dei Sì con la sola presenza del bianco vessillo trenocrociato; difficile, però, che l’arcipelago della sinistra estrema rinunci a una ribalta per le loro insegne in crollo verticale di audience. All’area dei centri sociali e dell’Autonomia, così come a quanto rimane dell’anarchismo, poi, piace proprio nulla la forte tinta securitaria dell’alleanza giallo-verde ed è improbabile che non si cerchi di dar rumorosa visibilità a quest’avversione.
GIORNI DI SHOPPING
La natura variegata (plasticamente rappresentata dal manifesto disegnato da Zerocalcare per i manifesti del corteo) è stata a lungo un elemento di vantaggio per una moltitudine che ha saputo darsi un’immagine di unitario “single-issue moviment” (ma sostanza e immagine sono faccende ben diverse). I nodi vengono al pettine, l’arrivo al governo dei grillini (prima del capoluogo subalpino, poi del Paese) ha complicato il quadro: si fa fatica a costruire quell’immagine unitaria che servirebbe per rispondere alle madamin e ai corpi intermedi che hanno scelto il Sì al treno veloce per impedire il saldarsi definitivo di un asse populista tra Lega e 5 Stelle, di fatto proponendosi come unica proposta d’alternativa all’attuale esecutivo.
Serve una manifestazione immacolata e il garrire di soli drappi bianco-rossi. Un obbiettivo mica facile per un corteo che irrompe nel giorno che apre lo shopping natalizio di una capitale che sta diventando lo scenario del contrapporsi di due idee d’Italia.