Intermezzo di governo

Redazione – Come sappiamo, il Presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni. Alcune riflessioni sugli scenari possibili.
Dalle dichiarazioni riportate dalle agenzie di stampa, la Lega sta proponendo di ricucire lo strappo col Movimento 5 Stelle. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, sta ponendo dei punti fondamentali per il futuro governo, come è stato riportato. Nel frattempo, si apre lo spiraglio per un dialogo con il PD, che, dal canto suo propone, attraverso la voce del segretario, Zingaretti, alcuni punti non negoziabili. Pare che, in tal senso, vi sia una certa convergenza di visione tra PD e Movimento 5 Stelle. Infine, Forza Italia e Fratelli d’Italia propongono le elezioni come soluzione.
Risulta evidente che alla Lega converrebbe “capitalizzare” i consensi raccolti. D’altro canto, farlo in questo momento si ritorcerebbe contro, poiché sembrerebbe confermare ciò che il Presidente del Consiglio uscente ha detto della Lega. Semplificando, ogni scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di raccogliere consensi politici e basta. Oltre ad essere una sovra-semplificazione, questa descrizione non corrisponde al consenso, che la gente in piazza ha mostrato di avere nei confronti della Lega e, soprattutto, di Matteo Salvini.
Chiaramente, FI e FdI sperano di ottenere maggiori consensi rispetto alla precedente tornata elettorale. Ricordiamo, comunque, due storture nella formazione di maggioranza e opposizione della presente Legislatura. Le elezioni erano state vinte da una coalizione di tre partiti: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle, avendo conseguito, come partito individuale, un maggior numero di consensi, ha gridato allo scandalo, dicendo “siamo noi i vincitori”. Aveva vinto, invece, una coalizione. Questa coalizione, però, nel momento in cui poteva rimanere salda, è stata abbandonata dalla Lega. Ciò, però, è accaduto dopo che il Movimento 5 Stelle era riuscito, gridando, a conquistare le scene.
Ebbene, si! Il Movimento 5 Stelle ha iniziato a gridare, come il bambino a cui è stato tolto il giocattolo. Non solo. Si è seduto al tavolo con il PD, sempre battendo i pugni sul tavolo. Il PD non ha colto l’occasione, che, comunque, avrebbe portato ad un esito paradossale. Quello di portare, alle consultazioni, una rappresentanza del Paese, che non rispecchiava il risultato elettorale.
La Lega, con un maggior calcolo strategico, ha agito in direzione opposta. Riproponendo, per alcune volte, uno schema, che si è ripetuto nel tempo: partiamo da una proposta; litighiamo, mostrando di avere opinioni opposte; diciamo di esserci messi d’accordo per il bene del Paese. In questo modo, si è formato un Governo, che è sopravvissuto fino a luglio. In quel momento, la Lega ha abbandonato i suoi “alleati” di coalizione, per legarsi con il Movimento 5 Stelle. I risultati sono noti e la differenza di comportamenti tra i due partiti pure.
Sappiamo tutti di trovarci in un momento dell’anno in cui si devono prendere decisioni rilevanti di natura economico-finanziaria. Alcune rischiano di essere impopolari. Altre rischiano di impoverire il Paese, senza portare a nessun vantaggio. Tradotto, si paga senza investire per il futuro. Chiaramente, alla Lega non conviene accodarsi a questo Governo. Lo sappiamo. Secondo punto. Se PD e Movimento 5 Stelle si mettessero d’accordo, con un ritardo di qualche tempo rispetto alle elezioni passate, si tornerebbe all’assurdo di cui sopra. Ciò non è sconveniente né per la Lega né per il Centro-Destra, sempre che poi, alle prossime elezioni, siano veramente compatti.
La morale? Stiamo parlando dell’interesse dei partiti, Movimento 5 Stelle incluso. Tradotto: poltrone. Una riflessione per noi, che abbiamo votato. Come abbiamo votato? Tra disinteresse di alcuni, astensioni, amicizie, ideali e, forse, qualche segno di servilismo, distribuiti in maniera diversa tra gli elettori, che idea di repubblica abbiamo? Che idea di libertà e di bene comune abbiamo? Abbiamo votato responsabilmente o “di pancia”? Pensiamoci…