Immigrazione selvaggia a Torino

Redazione – Quando diremo basta al buonismo e alla immigrazione selvaggia a Torino, così come in Italia?
Non si tratta di abbandonare i bisognosi, che fuggono dalle guerre e dalla fame (in realtà, come dimostrano i dati di coloro che hanno ottenuto asilo nel nostro Paese, si tratta di una esigua percentuale). Si tratta di evitare un caos tremendo, facendo gli indifferenti o i buonisti. Sembrerebbe un atto di buon senso. Le cronache ci dimostrano che le cose vanno in maniera differente.
La scorsa notte, nella zona ex-MOI a Torino, è scoppiata una rivolta…. contro i vigili del fuoco!!! Ebbene, si! Qualcuno ha lanciato delle bombe carta. Antefatto riportato dalle cronache. Un caso analogo contro il bar dove si radunano gli ultras del Torino. Questo caso analogo non ha alcun collegamento provato per ora. Naturalmente, però, i giornalisti ci hanno marciato.
Differente è la realtà delle esplosioni (ad opera di chi? Pare di ragazzi, che sono fuggiti, ma non si sa di più) di ieri sera. Ancor peggio la reazione. Gli occupanti che hanno fatto? Hanno divelto cartelli, distrutto macchine, bloccato i vigili del fuoco (minacciandoli con spranghe), costretto le forze dell’ordine (in assetto antisommossa) ad intervenire.
Questi “signori”, che vivono li dentro, protetti dai centri sociali (per chi non se lo ricordasse), occupano abusivamente degli stabili. Questo è il primo fatto. Ed l’amministrazione comunale ha sempre fatto orecchie da mercante. Secondo fatto: evidentemente i “signori” si comportano, fuori da casa loro, in modo del tutto illegale. Terzo: quando ci sveglieremo? Quando ci sarà qualche morto? Quando saremo dominati e non più invasi? Quarto: quanti “signori” girovagano giorno e notte per la città, spacciando droga (impuniti), minacciando se ci si avvicina, non facendo null’altro tutto il giorno?… No! Non è una fantasia. Provate a girare per San Salvario (ad esempio)! Chiedete, ad esempio, ai netturbini cosa succede, se si avvicinano ai cestini dell’immondizia, dove nascondono la droga.
La nostra risposta? Sui social c’è chi scrive che chi non è d’accordo è fascista. Che è fascista chi ha provocato questa rivolta. Che hanno ragione questi “poveri signori”. Ne abbiamo le palle piene (pardon). E dato che da qualche parte bisogna pur cominciare, iniziamo a dirlo. Ricordiamo anche che questo comportamento, non giustificando le violenze mutue, certamente non favorisce la serenità di chi vive in zona, lavorando e comportandosi onestamente. Ricordiamo anche che mettere i problemi sotto il tappeto non li fa sparire. Ricordiamo che, se andremo avanti così, temiamo che la situazione peggiori. E a chi diremo grazie? A chi lascia fare: le passate amministrazioni, i Centri Sociali e tutta quella rete criminale, che vive grazie all’immigrazione clandestina (facciamo esempi: traffico d’organi, traffico di droga, ecc.). Se a qualcuno sta bene, a noi no!